Franz Pelizza: la fotografia che mette la realtà sottosopra

Franz (Francesco) Pelizza nasce a Vigevano nel 1950, città che unisce bellezza architettonica e vitalità culturale. Sin dagli inizi, con macchine analogiche prive di esposimetro e messa a fuoco automatica, dimostra un talento naturale per l’immagine e un’irrequieta curiosità per le tecniche fotografiche.

Franz Pelizza opera Storia e Bellezza
Franz Pelizza opera Storia e Bellezza

Poco più che ventenne, Franz Pelizza collabora come fotoreporter con importanti quotidiani e riviste nazionali, sperimentando le possibilità della fotografia e partecipando a concorsi internazionali, dai quali ottiene premi e riconoscimenti prestigiosi. La sua carriera si sviluppa così in un dialogo costante con l’attualità, ma subito emerge la vocazione artistica che lo porterà a superare i limiti del reportage.

Con il tempo Pelizza vive la grande trasformazione che porta dalla camera oscura alla fotografia digitale, trasformandola in un’opportunità creativa. Dalla ricerca di geometrie e dettagli che caratterizza gli esordi figurativi, evolve verso un astrattismo consapevole, fatto di tagli, sovrapposizioni e colori che reinventano il reale. Non a caso definisce la sua opera il Mio Mondo SottoSopra: un universo in cui la realtà viene rimescolata, messa in discussione e ripensata, per rivelare significati nuovi e inattesi.

Tra le tappe più importanti della sua attività espositiva ricordiamo la personale del 2019 al Castello Sforzesco di Vigevano, vero omaggio alla sua città, e la più recente “… Ok … Let’s Go” allestita nel 2025 al MIIT – Museo Internazionale Italia Arte di Torino. Quest’ultima mostra ha segnato un momento di piena maturità: Pelizza vi conferma la sua capacità di comprendere le potenzialità del digitale e di sperimentarne i linguaggi in modo sempre innovativo.

Il materiale di base delle opere presentate a Torino è stato raccolto al MAUTO – Museo dell’Automobile, che ospita oltre duecento vetture di epoche e marchi diversi. Non si tratta però di semplici scatti documentari: attraverso un complesso lavoro di ripresa, elaborazione e stampa su alluminio dibond, Pelizza riesce a far emergere l’anima di quelle macchine, restituendo loro non solo la perfezione delle forme, ma una vera e propria vita interiore.

Un esempio emblematico è l’opera “Storia e bellezza”, dove un’auto d’epoca, illuminata da bagliori dorati, si staglia su un fondo scuro dalle tonalità grigio-rosse. Il giallo della carrozzeria si accende come un metallo prezioso e l’atmosfera sembra riflettere la lezione luministica dei maestri fiamminghi, da Rembrandt a Vermeer.

Ugualmente affascinante è “Fascino a colori”, che gioca con ombre e riflessi: l’occhio passa dalla visione d’insieme al dettaglio dell’anello proiettato e ingrandito sulla portiera, in un raffinato cortocircuito visivo.

Ma la passione di Pelizza per il mondo dei motori non si esaurisce nella contemplazione delle forme statiche. Davanti alle vetture da corsa, il fotografo si lascia sedurre dal brivido della velocità.

Nascono così serie come “L’onda della Ferrari” e opere come “A briglia sciolte”, in cui la potenza delle linee e il rosso iconico del Cavallino rampante sembrano scomporsi e ricomporsi in un flusso dinamico, quasi musicale, che cattura l’essenza stessa del movimento. L’effetto è quello di un lampo visivo che trasmette energia e adrenalina, trasformando la fotografia in pura emozione cinetica.

Franz Pelizza opera Fascino a colori
Franz Pelizza opera Fascino a colori

L’artista stesso riassume così la sua poetica: «La fotografia che cerco non è quella che vede la macchina fotografica, ma quella che vedo nella mia immaginazione». Una dichiarazione che illumina il senso del suo lavoro: l’immagine diventa il punto d’incontro tra realtà e visione interiore, tra precisione tecnica e invenzione poetica.

Pelizza, però, non fotografa solo per se stesso. Da oltre cinquant’anni il suo obiettivo è trovare un modo sempre nuovo di dialogo e comunicazione con il pubblico.

«La fotografia è il mio linguaggio, la mia sensibilità, la mia creatività», afferma, sottolineando un percorso in continua evoluzione, dal figurativo all’astratto, fino a quel Mondo SottoSopra che è divenuto il suo marchio distintivo.

In un’epoca in cui l’immagine è ovunque, Franz Pelizza ricorda che la vera fotografia d’arte non si limita a riprodurre il visibile: lo trasfigura, lo mette in discussione e lo reinventa. Le sue opere, che fondono eleganza formale e libertà immaginativa, restano così sospese tra documento e sogno, tra l’esattezza del reale e la magia del percepito. Un invito, per chi guarda, a scoprire che la realtà può sempre essere vista da un’altra angolazione, magari davvero… sottosopra.

 

Written by Marco Salvario

Photo by Marco Salvario

 

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