Piombo: una canzone vi seppelliràè un progetto di Gipo Gurrado, un musical dove cinque attori e due musicisti rievocano il sequestro Moro, allargando lo sguardo e la memoria al contesto internazionale, a partire dallo sfolgorante inizio di un Tg in bianco e nero dove il duro atto d’accusa contro l’invasione israeliana del Libano si smorza e poi si capovolge in un elogio della necessità di autodifesa dopo un paio di telefonate dall’alto.
Piombo – una canzone vi seppellirà – Photo by Michela Piccinini
La classe operaia non va in paradiso ma scende in piazza, e via allora a foto di manifestazioni, slogan, rimandi a Piazza Fontana e alla vicenda di Fausto e Iaio, sino a rievocare l’esperienza della Resistenza definita come “esperienza tronca: i colletti sono bianchi ma la camicia è nera”.
Veniamo così catapultati in una prigione del popolo proprio durante l’interrogatorio in un serrato confronto tra accusa e difesa, e tutt’attorno inizia a serpeggiare disinteresse e disillusione dove il mantra ripetuto e cadenzato diventa: “la mia vita è cosparsa di benzina e ho un fiammifero in mano”.
All’improvviso l’inaspettato: il comunicato numero 7 con cui viene divulgata la morte di Moro è un falso e per smentirlo le BR diffondono l’ormai iconica polaroid del volto in primo piano del ministro che guarda in macchina come in una fotografia segnaletica, che fa da contraltare all’elemento probatorio della prima pagina di Repubblica in una immediata leggibilità che contrasta con i comunicati prolissi e verbosi.
Questo scatto è il primo a restituire un’immagine dimessa del politico che ne prefigura la distruzione, la disfatta di un corpo che diverrà sempre più un corpo mediale, indebolito e fragilizzato, gettato in pasto ai media sullo schermo.
Così, sovraccaricato di interesse e di significato, contribuisce alla crisi, che sembrerebbe irreversibile, del linguaggio simbolico della rappresentanza in quello che Zigmund Bauman ha definito il regime del Synopticon dove il corpo mediale è esposto e sottoposto allo sguardo di tutti.
Piombo – una canzone vi seppellirà – Photo by Monica Macchi
Nello spettacolo questo è reso dall’attacco sarcastico ai media, sempre meno liberi e sempre più assoggettati ad un mostro che si autoalimenta, l’opinione pubblica, sino al dissacrante finale: un giornale con pochi articoli ma pieno di commenti in una catena potenzialmente infinita fatti da lettori che lavorano gratis e una domanda: la condivisione è la nuova libertà?
E questo tipo di media si macchia anche del silenzio, “un silenzio non vale niente, altro che più di mille parole” su notizie-opinioni che non rientrano nel gossip ma su notizie-fatti sottoposti a rigorosa verifica e per scongiurare tutto ciò la chiusa rievoca un’altra Democrazia, quella Proletaria di Peppino Impastato e la sua uccisione, avvenuta lo stesso 9 maggio 1978.
E dopo il TG, da copione ci sono le previsioni del tempo: “Sull’Italia depressione per almeno una quarantina di anni con numerosi rovesci, ma alla fine la situazione rimarrà più o meno la stessa”.
“Piombo – una canzone vi seppellirà musical”
Libretto, musiche, testi e regiaGipo Gurrado con Enrico Ballardini, Davide Gorla, Giulia D’Imperio, Andrea Lietti, Elena Scalet, Gipo Gurrado (live electronics, chitarre, piano), Mauro Sansone (batteria) Scene e costumi Vittoria Papaleo Luci Monica Gorla Audio Gabriele Simoni (Indiehub) Fotografie Michela Piccinini Produzione Compagnia Odemà in collaborazione con Tiktalik Teatro Durata spettacolo: 80 minuti Teatro Menotti dall’8 al 13 maggio 2018 (Milano)