“Caro Babbo Natale…” La tradizione delle letterine natalizie per l’uomo in rosso tanto caro ai bambini

“Caro, caro Natale, che hai il potere di ricondurci alle illusioni della fanciullezza, che ricordi al vecchio i piaceri della sua gioventù, che riconduci da mille miglia lontano il viaggiatore e il navigante al suo focolare, fra le pareti tranquille della sua casa!” – Charles Dickens, da “Il Circolo Pickwick”

Lettera babbo natale

Dear Santa Claus…, Cher Père Noël…, Lieber Weihnachtsmann… Sono solamente alcune delle lingue utilizzate per scrivere a Babbo Natale. Il discorso inoltre andrebbe ampliato ricordando tutte le tradizioni del mondo. Non tutti infatti festeggiano il Natale e anche coloro che lo fanno non sempre si rivolgono a Babbo Natale, c’è chi chiede i regali desiderati a Gesù bambino, chi a Santa Lucia, chi a San Nicola.

Quest’ultimo è il personaggio storico che ha portato poi alla “creazione” di Babbo Natale. San Nicola era nel IV secolo il vescovo della città bizantina (oggi Turchia) di Myra e si narra avesse ritrovato e riportato in vita cinque bambini che erano stati rapiti e uccisi da un oste. Da questo momento in poi egli divenne il protettore dei bambini.

Da qui le tradizioni si diversificano nelle diverse parti del mondo: per fare un esempio in Germania i bambini attendono i doni da parte di Sankt Nikolaus, il 6 dicembre, che arriva con la caratteristica mitra rossa, il copricapo anch’esso rosso e la barba bianca, e accompagnato dal servo fedele Knecht Ruprecht (una figura piuttosto misteriosa che pare sia apparsa per la prima volta in fonti scritte del diciassettesimo secolo che lo vedono partecipare alla processione di Natale della città di Norimberga). Il primo porta con sé il libro d’oro con i nomi dei bimbi buoni mentre il secondo il libro nero con la lista di quelli cattivi che oltre ai doni riceveranno anche un rimprovero.

In Islanda invece la tradizione parla di ben tredici Babbo Natale: i bambini infatti sono legati alla figura di tredici folletti (Stekkjastaur, Giljagaur, Stúfur, Þvörusleikir, Pottaskefill, Askasleikir, Hurðaskellir, Skyrjarmur, Bjúgnakrækir, Gluggagægir, Gáttaþefur, Ketkrókur e Kertasníkir) che due settimane prima del 25 dicembre portano loro dei doni, solamente se sono stati buoni, che vengono messi nelle tredici scarpe (come il numero dei giorni cha mancano al Natale) che i bambini hanno lasciato sotto le finestre. Se i bambini sono però stati cattivi riceveranno in dono delle patate e devono inoltre fare i conti con i folletti che talvolta si divertono a fare degli scherzi.

Lettera a Babbo Natale

Sempre islandese è il creatore del Babbo Natale come lo conosciamo oggi: un uomo robusto, con il pancione, la barba bianca, il capello e il vestito rossi e il sorriso sempre sulla labbra. Si tratta del Babbo Natale della Coca Cola disegnato in questo modo dal, pare assiduo bevitore, artista svedese Haddon Sundblom. Probabilmente con il personaggio natalizio aveva in comune la pancia, tanto che qualche anno dopo posò in abiti rossi al posto di chi l’aveva fatto inizialmente.

La Coca Cola era sempre alla ricerca di nuove pubblicità che potessero attirare consumatori di ogni età e il Santa Claus in rosso americano fu davvero un colpaccio. Basti pensare quanto questo abbia influenzato le persone e le culture di ogni parte del mondo rendendo Babbo Natale, e di conseguenza la Coca Cola, noti in ogni dove. Difficile dire se si sia trattato di qualcosa di positivo o meno.

Fatto sta che l’immagine di gran parte dei bambini è quella del Babbo Natale che vive al Polo Nord insieme alla moglie e ad un’infinita schiera di folletti, i suoi fedeli aiutanti. Così mentre i folletti costruiscono i giocattoli Babbo Natale trascorre il suo tempo a leggere le innumerevoli letterine che giungono da ogni parte del mondo. Lettere in tutte le lingue che trasmettono però gli stessi desideri carichi di attesa e frenesia. Senza dimenticare poi le renne che nelle stalle vengono nutrite in attesa dell’importante viaggio della notte del 24 dicembre.

Giungere al Polo Nord non è però così semplice ma i più arditi decidono di visitare personalmente il Babbo rosso nel villaggio di Rovaniemi, il capoluogo della Lapponia. Per chi non ha questa possibilità o non ama particolarmente il freddo c’è sempre la possibilità di scrivere una lettera da casa propria, una tradizione natalizia antica le cui origini sono molto lontane. La letterina può essere tenuta sopra il caminetto e giungerà magicamente al Polo Nord o la si può inviare utilizzando la normale posta o, da qualche tempo anche Babbo Natale si è tecnologizzato, via e-mail.

Per chi decide di utilizzare la posta è sufficiente indicare sulla posta l’indirizzo che noi preferiamo riportando la dicitura ‘Per Babbo Natale’. I postini di Babbo Natale leggeranno tutte le letterine e in attesa del 25 dicembre invieranno una colorata risposta con un gadget per la felicità dei bambini che si troveranno tra le mani una risposta da parte del loro mito natalizio. Questo accade in Italia ma anche in altri Stati del mondo avviene lo stesso.

Santa Claus reads letters

In Canada per esempio è stato addirittura predisposto questo codice postale per le lettere spedite a Babbo Natale: “ho ho ho”. Dal 1982 ad occuparsi delle letterine sono oltre diecimila postini che rispondono alle lettere. Talvolta se ne occupano dei volontari ma in ogni caso tutti i bambini vengono esauditi ricevendo una risposta.

Nel Regno Unito invece, in particolare la redazione della BBC, ha intrapreso una raccolta di vecchie letterine di Natale. Emozionante poterle leggere, osservare la scrittura di bambini che da poco avevano cominciato a scrivere e interessante poter cogliere degli aspetti culturali della vita di quegli anni. Oltre all’aspetto natalizio infatti si sono rivelate utili a comprendere gli stati d’animo dei bambini nei vari periodi storici, le richieste che con il tempo si sono modificate e provare così a ricostruire un pezzo di vita di uno dei tanti bambini del mondo.

Qualche scettico potrà affermare che si tratti di stoltezze senza alcuna importanza ma tutto ciò racchiude la magia del Natale, quell’atmosfera che si crea solamente in alcuni periodi dell’anno. Le tradizioni si modificano, così come le tecnologie, in alcune parti del mondo si comincia a non scrivere più manualmente ma solamente con il computer ma si spera che ci sia sempre qualcuno che ricordi quanto piacere un bambino possa provare nello scrivere sopra un semplice foglio di carta i propri desideri, accompagnandoli magari con un bel disegno colorato. E poi recarsi in posta e imbucare in una della tante cassette postali la propria letterina.

Naturalmente non tutti saranno d’accordo ma l’importante è trovare la serenità e… Buon Natale a tutti!

 

Written by Rebecca Mais

 

 

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