“L’arte di perdere” poesia di Elizabeth Bishop: ho perso persino te
Di seguito si potrà leggere la poesia intitolata “L’arte di perdere” di Elizabeth Bishop in lingua italiana ed in originale, ed una breve biografia della poetessa.
“L’arte di perdere”

L’arte di perdere non è difficile da imparare;
così tante cose sembrano pervase dall’intenzione
di essere perdute, che la loro perdita non è un disastro.
Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta il turbamento
delle chiavi perdute, dell’ora sprecata.
L’arte di perdere non è difficile da imparare.
Poi pratica lo smarrimento sempre più, perdi in fretta:
luoghi, e nomi, e destinazioni verso cui volevi viaggiare.
Nessuna di queste cose causerà disastri.
Ho perduto l’orologio di mia madre.
E guarda! L’ultima, o la penultima, delle mie tre amate case.
L’arte di perdere non è difficile da imparare.
Ho perso due città, proprio graziose.
E, ancor di più, ho perso alcuni dei reami che possedevo, due fiumi, un continente.
Mi mancano, ma non è stato un disastro.
Ho perso persino te (la voce scherzosa, un gesto che ho amato).
Questa è la prova. È evidente,
l’arte di perdere non è difficile da imparare,
benché possa sembrare un vero (scrivilo!) disastro.

Elizabeth Bishop nasce a Worcester l’8 febbraio del 1911 e muore a Boston il 6 ottobre del 1979.
Poetessa e scrittrice statunitense la sua poetica ha ottenuto un eccelso consenso non solo dai lettori ma anche dalla critica letteraria. Negli Stati Uniti i suoi libri sono inseriti nei programmi scolastici.
È considerata unanimemente uno dei più raffinati poeti di lingua inglese del XX secolo. Ha scritto anche opere in prosa e si è cimentata perfino nella pittura.
Da giovanissima viaggiò alla ricerca della diversità. Dal 1935, avendo ereditato una grossa somma di denaro dal padre, andò in Italia, in gran parte dell’Europa, Russia, Marocco, America centrale e del sud.
In vita fu perfezionista nel suo scrivere, era infatti solita correggere continuamente le sue poesie, tanto che ne pubblicò solo 101.
La sua poetica subisce l’influenza di T. S. Eliot ed Ezra Pound.
Si dichiarò femminista ma non ritenne necessario pubblicare nelle antologie femministe, questo comportamento le garantì l’ira di molte scrittrici ed attiviste dell’epoca. La Bishop non volle essere considerata per le sue attitudini sessuali bensì per il suo operato letterario.
Poesia in lingua originale
Info
Approfondisci la biografia su Wikipedia


Profondamente bella
Già Mirella, davvero particolare come poetica. Tu scrivi?
Difficile commentare una poesia così, davanti a poesie del genere l’apprezzamento migliore è la lettura silenziosa, da anima ad anima.
Ben detto Fiorella!
Un’occasione per riflettere sull’unico vero valore: la vita. Poi c’è la malinconia per tutto ciò che è stato, che abbiamo avuto, che abbiamo perso, ma anche l’attesa per ciò che verrà.
Lei lo dice così
Come per invitarci
Ad imitarla
Andando a capo
tra la vita e il resto c’è una differenza: se la prima è il valore il resto si può perdere senza essere perduti
Interessante Giulia.