"Via Cristofori" di Sabina Biasuzzo, seconda posizione della sezione D del Primo Concorso Oubliette
“Via Cristofori” di Sabina Biasuzzo si aggiudica la seconda posizione nella sezione D (poesia edita) del Primo Concorso Letterario Nazionale “Oubliette” promosso dalla web-magazine OublietteMagazine e dalla Faster Keaton Produzioni.
“Via Cristofori” è risultata vincente per delle caratteristiche poetiche che ora saranno rese note.
I piatti sporchi,
Il gracchiare della TV
Di fondo, incessante…
Le luci fioche, soffuse…
Il letto sfatto che
Stamattina era caldo…
…cavi che si avvolgono
Come arterie e vene
Trasportano la linfa attraverso
I tessuti pulsanti
Al ritmo dei bagliori del wifi…
…spazi angusti
Ma non troppo stretti
Per lasciar passare
I pensieri, le emozioni,
Il sentimento…
Un’anima si aggira
In pena,
Arrabbiata,
Nervosa, in
Un eterno dibattersi
Contro la realtà…
Fermati, anima febbrile,
Trova ristoro,
Riposo, calma,
Lasciami confortare
La solitudine
Di un ragazzo triste…”
“Via Cristofori”, edita nel 2010, è una lirica presente nel volume “Verrà il mattino e avrà un tuo verso VIII” nella collana Orizzonti-poesia per la casa editrice Aletti Editore.
Virgole, punti, enjambement: una lirica che trascina con se le parole senza fretta ma, con una durezza di immagini che serba un finale positivo dopo il grigiore dipinto nei versi precedenti, un finale positivo ma anch’esso influenzato dalla punteggiatura che dilunga l’enunciato nell’incerta coscienza del rapporto tra l’io narrante ed il ragazzo triste.
“Le tazze vuote,/ I piatti sporchi,/ Il gracchiare della TV/ Di fondo, incessante…/ Le luci fioche, soffuse…”
Un elenco di sintagmi nominali che descrivono un ambiente desolato, le tazze sono vuote, i piatti sono sporchi e la TV è accesa ma nessuno la guarda, è più un vociare incomprensibile e senza fine. La stanza è avvolta dall’oscurità, ma non un buio profondo, infatti, delle luci sommesse la illuminano.
“Il letto sfatto che/ Stamattina era caldo…/ …cavi che si avvolgono/ Come arterie e vene/ Trasportano la linfa attraverso/ I tessuti pulsanti/ Al ritmo dei bagliori del wifi…”
Il calore del letto della mattina che non esiste più. Le immagini cambiano e la stanza cede il suo posto da protagonista ai cavi, un insieme di cavi che attorcigliati sembrano le arterie e vene di un essere umano, anche loro trasportano qualcosa di vitale simile al sangue. E come risponde il tessuto dell’uomo così risponde il tessuto metaforizzato del wifi.
“…spazi angusti/ Ma non troppo stretti/ Per lasciar passare/ I pensieri, le emozioni,/ Il sentimento…/ Un’anima si aggira/ In pena,/ Arrabbiata,/ Nervosa, in/ Un eterno dibattersi/ Contro la realtà…”
Precisazioni descrittive che completano il verso di ombrosa ritmicità, gli spazi sono angusti ma non troppo, si allargano quanto basta per far trapassare pensieri, emozioni e sentimento. Una location nella quale qualcuno, un’anima, si muove furiosa ed inquieta verso ciò che non accetta come reale.
“Fermati, anima febbrile,/ Trova ristoro,/ Riposo, calma,/ Lasciami confortare/ La solitudine/ Di un ragazzo triste…”
L’anima è definita impaziente, non ha pace. L’io narrante supplica un silenzio armonioso che possa donare conforto, sospensione e quiete, che possa, infine, sollevare la solitudine del protagonista della lirica.
Congratulazioni a Sabina Biasuzzo per l’ottimo risultato!
Link diretto finalisti Primo Concorso Letterario Nazionale “Oubliette” QUI.
Written by Alessia Mocci
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