Alfredo Lerains: un pittore sfuggente che si racconta attraverso i suoi paesaggi

Non è facile trovare e seguire le tracce di Alfredo Lerains, pittore italiano nato a Torino nel 1940. Di lui si conosce molto poco: nessuna biografia ufficiale, nessuna esposizione documentata, poche informazioni negli archivi digitali.

Alfredo Lerains
Alfredo Lerains

Sappiano che Alfredo Lerains è un artista di formazione autonoma e che suoi dipinti sono esposti, oltre che in Italia, Francia, USA, Germania e Israele. Le sue opere compaiono ciclicamente sul mercato dell’arte, soprattutto in aste on line, a testimonianza di una produzione costante e di una cifra stilistica raffinata e riconoscibile.

In assenza di altri documenti, è proprio alle tele stesse che occorre affidarsi per ricostruire il suo percorso. Due quadri oggi conservati in una collezione privata, offrono un’occasione preziosa per entrare nel mondo di Lerains e comprenderne la sensibilità pittorica.

Davanti alle opere ‒ olio su tela, incorniciate in legni dorati dalla linea classica ‒ lo spettatore si trova immerso in una scena naturale e senza tempo. Entrambi i quadri raffigurano romantici paesaggi fluviali, con grandi alberi in primo piano che dominano la composizione e guidano lo sguardo verso lo sfondo, dove si scorgono villaggi, torri, vallate e profili montuosi.

Il primo dipinto mostra una costruzione alta e massiccia al centro della scena, circondata da case e sul limitare di un corso d’acqua impetuoso. Figure minute animano la riva, mentre il cielo, attraversato da nuvole dense, è carico di una drammaticità luminosa.

Nel secondo quadro, invece, l’atmosfera è più serena: la collina si addolcisce, le costruzioni hanno il sapore di un borgo rurale e la luce diffusa restituisce un senso di quiete autunnale.

Sono paesaggi non reali, costruiti per l’occhio e per la memoria, nei quali Alfredo Lerains non cerca la fedeltà topografica, ma piuttosto un equilibrio narrativo tra natura e architettura, tra immaginazione e ricordi di pittura fiamminga.

Ciò che colpisce di queste tele è la loro connotazione intima. Non si tratta di grandi opere destinate a palazzi pubblici, ma di quadri pensati per ambienti privati, salotti borghesi o collezioni di appassionati. Le dimensioni contenute e i soggetti familiari indicano una pittura “da interno”, capace di accompagnare la quotidianità con immagini di armonia e contemplazione.

In questo, detto della forte influenza dei grandi maestri fiamminghi, Afredo Lerains si colloca idealmente nella tradizione dei paesaggisti italiani tra Settecento e Ottocento, che amavano raffigurare rovine, villaggi, fiumi e coste, mescolando realtà e invenzione. Tuttavia, la sua mano appare più moderna e sintetica: meno interessata al dettaglio minuzioso, più rivolta a creare atmosfere cromatiche e giochi di luce.

A confermare l’attività di Lerains sono le vendite all’asta avvenute negli ultimi anni. Opere simili a queste, spesso paesaggi fluviali o marini, sono apparse in cataloghi europei e americani, ottenendo interessanti valutazioni. Prezzi abbordabili, che non intaccano la coerenza del corpus: tele spesso piccole nel formato, firmate a caratteri in stampatello maiuscolo, ricorrenti nella stessa poetica paesaggistica.

L’assenza di esposizioni personali o di riconoscimenti ufficiali non deve trarre in inganno. Piuttosto, suggerisce la figura di un artista appartato, forse lontano dai circuiti ufficiali, ma fedele al proprio linguaggio, che ha trovato un suo pubblico ugualmente silenzioso e fedele.

In un panorama artistico dominato da nomi resi celebri artificialmente e da quotazioni a volte pilotate in vertiginosa crescita, la vicenda di Alfredo Lerains invita a una riflessione diversa: esiste un’arte discreta, quotidiana, domestica, in una certa misura rispettosa e timida, che non mira alla grandezza ma alla vicinanza. I suoi quadri raccontano paesaggi nei quali è facile riconoscersi, anche senza conoscerne la geografia precisa.

Alfredo Lerains opere
Alfredo Lerains opere

Così, davanti a queste due tele, ci troviamo forse più vicini a Lerains di quanto non permettano i registri ufficiali. Perché se della sua vita sappiamo poco o nulla, molto ci dice invece il suo sguardo: un’attenzione per la natura, per le architetture che la abitano, per la luce che avvolge ogni cosa in una sospensione malinconica e dolce.

La figura di Alfredo Lerains resta per molti versi un mistero. Ma proprio questo silenzio biografico lo rende interessante: un pittore che non ha cercato il clamore, lasciando che fossero le sue tele a parlare. Oggi, grazie a collezioni private e al mercato dell’arte, possiamo intravedere un percorso coerente, fatto di paesaggi intimi e atmosfere suggestive.

Non un protagonista della scena internazionale, ma un autore che merita di essere riscoperto e valorizzato. Perché in fondo, come dimostrano i due quadri citati, anche la pittura silenziosa sa raccontare molto di un tempo, di un luogo, e forse anche di un artista che ha scelto di lavorare nell’ombra.

 

Written by Marco Salvario

Photo by Marco Salvario

 

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