Intervista di Katia Debora Melis a Federica Voi, autrice di “Riflessi in solitudine”
“E si piange/ per i silenzi,/ per gli attimi/ ancora da vivere./ E si piange/ senza fine/ per chi non sa/ dove andare;/ per chi non sa/ come conoscersi;/ per chi non sa/ come vivere./ E si piange/ per chi non sa./ E si piange/ quando il silenzio/ fa impazzire.”

Oggi cercheremo di conoscere meglio Federica Voi, autrice di cui noi di Oubliette abbiamo precedentemente letto e recensito la silloge d’esordio, Riflessi in solitudine (Narcissus).
La giovane poetessa siciliana è nativa di Scicli (1989), ma residente a Floridia, in provincia di Siracusa, dove ha studiato conseguendo la maturità scientifica. Buona lettura!
K.D.M.: Ho avuto modo di leggere i tuoi testi e di riflettere sulla tua poesia, per cui mi viene spontaneo chiederti come è nato il tuo rapporto con la parola scritta, con la poesia in particolare, e come è stato influenzato dalle tue letture.
Federica Voi: Sin da bambina adoro leggere e scrivere. Come nasce il mio rapporto con la poesia? Beh, nasce dietro ai banchi di scuola media. Ricordo sempre il giorno in cui l’insegnante diede un compito da svolgere: scrivere una poesia sul Natale. Quello è stato il momento in cui ho realizzato che la poesia avrebbe sempre fatto parte della mia vita e così è stato. Avevo solo 12 anni quando ho scritto la mia prima poesia, alla quale sono anche molto affezionata! Più che dalle mie letture, le mie poesie nascono dall’ “esterno”, sono cioè tutta una serie di riflessioni e sentimenti ed emozioni che scaturiscono dentro di me quando osservo il mondo esterno e che, proprio per il fatto che tratta di emozioni, sono universali. Tutti possono, infatti, riconoscersi nelle mie poesie.
K.D.M.: Perché tra i vari generi letterari hai scelto proprio la poesia per esprimerti e perché hai deciso di pubblicarla, in un momento in cui non si fa altro che ribadire la crisi dell’editoria e in particolare della lirica, considerata un genere di nicchia?

Federica Voi: Più che scegliere, diciamo che prediligo scrivere in poesia perché credo che, a differenza della prosa, con la poesia un concetto arriva in maniera più diretta, più forte, senza troppi giri di parole. Inoltre, il primo passo per chi decide di leggere la poesia è quello principalmente di riflettere. Proprio per questo credo sia un genere di nicchia poiché ha bisogno di tempo, di pensieri. Nella poesia ci si immerge ancor di più che con un romanzo, a parere mio, proprio perché con la poesia si arriva al fulcro mentre nel romanzo esiste tutta una storia attorno. E comunque ho deciso di pubblicare questa mia prima silloge poetica perché, nonostante la crisi dell’editoria e nonostante il mio sia un genere di nicchia, credo sempre nella potenza delle parole. E credo che in una società come la nostra, dove tutto scorre sempre più velocemente, abbiamo bisogno di ritrovare un po’ noi stessi, prendere le distanze dalla quotidianità a volte troppo frenetica e rigenerarci, cercando anche di ampliare i nostri orizzonti e non soffermarci alle apparenze. Con “Riflessi in solitudine” infatti ho cercato di esprimere tutta una serie di sentimenti che solitamente percepiamo come negativi ma che in realtà non lo sono, poiché fanno parte dell’essere umano.
K.D.M.: Cosa ti ha dato finora, umanamente e artisticamente, la pubblicazione del tuo primo libro, Riflessi in solitudine? Ti aspettavi qualcosa di diverso?
Federica Voi: Quando ho deciso di pubblicare “Riflessi in solitudine” non pensavo a quello che sarebbe accaduto. All’inizio ero un po’ spaesata, ad essere sincera, non sapevo come muovermi, ma penso sia del tutto normale quando ti trovi alla tua prima pubblicazione. Con il passare del tempo però ho capito come funzionava, come dovevo muovermi così ho iniziato un determinato percorso e ha funzionato. Lungo la mia strada ho trovato persone fantastiche, davvero disponibili e interessate alla mia silloge e ho notato come – in fondo – la poesia è amata da molti, nonostante resti sempre un genere di nicchia. Ho apprezzato davvero tantissimo la disponibilità di tutti coloro che hanno dedicato una parte del loro tempo alla mia creatura. Adesso posso dirmi soddisfatta del mio lavoro, anche se il mio intento è sempre quello di migliorarmi e dare sempre di più.
K.D.M.: Vorresti cambiare qualcosa di quello che è stato finora il tuo approccio al pubblico dei lettori e al mondo dell’editoria in generale?

Federica Voi: Tutto sommato no, perché credo che il rapporto con il pubblico sia qualcosa che si costruisce giorno dopo giorno. A modo mio cerco di tenere aggiornati i miei lettori, cerco di coinvolgerli anche con scatti di quotidianità.
K.D.M.: Come immagini il futuro di Federica Voi autrice?
Federica Voi: Spero sempre di continuare a scrivere e leggere quanti più libri posso e non fermarmi mai, di migliorarmi sempre. Spero anche di pubblicare altri libri e, chissà, magari anche qualche raccolta di racconti…
K.D.M.: Al momento di cosa ti stai occupando? Stai scrivendo qualcosa di nuovo che intendi pubblicare?
Federica Voi: Da diversi mesi ho incominciato a lavorare alla mia seconda silloge poetica, ma nell’ultimo mese il lavoro sta andando un po’ più a rilento per via di altri impegni lavorativi. Spero comunque di poter condividere al più presto il mio nuovo viaggio… Sono sempre emozionata quando lavoro a qualcosa di nuovo!
K.D.M.: Nel libro d’esordio compaiono anche alcuni tuoi scatti fotografici: hai in cantiere qualche progetto artistico che coinvolga anche la tua passione per la fotografia?
Federica Voi: Mi piace molto la fotografia, ma in fondo non ho mai avuto l’occasione di approfondire maggiormente questo mio hobby, dunque per il momento non ho alcun progetto in merito alla fotografia. Conto però di inserire qualche scatto anche nella mia prossima pubblicazione poetica. Devo però ancora scegliere i soggetti da fotografare.
K.D.M.: Finora hai ricevuto numerose recensioni del tuo libro e sei stata coinvolta in diverse interviste: in che misura credi che queste possano giovare alla conoscenza del libro e dell’autore, specie ai suoi esordi?

Federica Voi: Penso che farsi recensire e tenere delle interviste sia un ottimo modo per far parlare di sé, per farsi conoscere, per far conoscere la propria opera, specialmente per noi esordienti. Come si dice, “chi ben comincia è a metà dell’opera”. L’importante è non mollare mai, andare sempre avanti ma soprattutto essere costanti!
K.D.M.: In chiusura, per salutare i nostri lettori, la parola a te, in attesa del tuo prossimo libro.
Federica Voi: Grazie a Katia Debora Melis per la chiacchierata e buona serata a tutti!
Written by Katia Debora Melis