Romaeuropa Digitalife 2016: cultura, scienza e tecnologia al Macro Testaccio, sino al 27 novembre 2016, a Roma

Arte, colori, suoni. E ancora, cultura, scienza, tecnologia. Questo (e molto altro) al Romaeuropa Digitalife 2016 presso il Macro Testaccio a Roma.

Romaeuropa Digitalife 2016

La sezione Digitalife, Immersive Exhibit curata, per questa settima edizione, da Richard Castelli, è immagini, pathos e novità.  Non si resta certo delusi, a leggere i nomi importanti del panorama culturale mondiale che garantiscono il loro genio ed il loro estro, a La Pelanda.

Alcuni nomi presenti dal 7 Ottobre e fino al 27 Novembre presso La Pelanda-Macro Testaccio Shiro Takatani (dal 27 Settembre con la sua esposizione chiamata “3D Water Matrix | ST\LL”), Christian Partos (con la sua mostra “3D Water Matrix | The Sorcerer’s Apprentice” dal 7 Ottobre al 27 Novembre), Kurt Hentschläger (che espone la sua arte in una installazione chiamata “Zee”, dal 7 Ottobre al 27 Novembre), None (che mostra il suo “Deep dream act”, in contemporanea con Hentschläger e Partos) ed il Laboratorio Percro (Laboratorio davvero fascinoso ed intricante della Scuola Superiore Sant’Anna, in scena dal 7 Ottobre al 27 Novembre).

Un’esperienza unica, rara, quella di poter ammirare opere, sculture, foto, estratti e preziosi lavori degli artisti in cartello che garantiscono il ritorno a Roma di un primato per qualità, innovazione, provocazione e speranza nelle arti visive. Di poter tornare ad essere, finalmente, per l’arte tutta, per la scienza e per le tecnologie, l’occhio del ciclone.

3D Water Matrix ST LL Shiro Takatani 2016

La punta di diamante, il luogo per antonomasia dove poter rivelare al mondo i propri gusti, i propri interessi, il proprio io da parte di artisti silenziosi ma con la voglia di gridare. L’intero salone è frenetico, sussulta, vibra come non mai: è costituito da spazi espositivi pieni di colori, di vita, di voglia di dire, di dare. Di regalar pensieri e di far conoscere ciò che si sa. Quello che, Oltralpe, Oltre Oceano, oltre i nostri orizzonti, tutti sussurrano. Mormorano. Discutono. Parlano.

Il Macro per l’occasione indossa abiti eleganti, ma non troppo stretti ed ingessati: si tramuta in una tela su cui pittori impazziti, pieni di voglia di contaminare, schizzare, contagiare con la loro creatività e le loro pennellate estrose, dipingono e catturano pezzi di istantanee nazionali, locali e mondiali. Tutte assieme, sopra ad un unico, robusto e solido quadro.

Tanto da dire, tanto da dare. Tanto di cui parlare. Tanto da comunicare, si diceva… E Takatani lo fa con performance ed installazioni forte di un cammino che lo vede sulla scena artistica e sperimentale sin dal 1984. Trent’anni di provocazioni, graffi, urla, musica elettronica, tecnologie digitali, sino ad arrivare ad oggi dove la macchina da lui ideata scolpisce sculture d’acqua in tempo reale, davanti ad i nostri occhi.

Un elemento naturale che si incanala, che vive, che si trasfigura e tramuta la sua essenza grazie ad un mezzo meccanico, costruito da sapienti mani per metà artigiane e per metà (con capacità) elettroniche. Mani capaci. Mani che stupiscono nell’intenzione e nella riuscita di un’opera imponente non per la stazza ma per la dimensione dell’anima. La potenza della visione che dona è davvero significativa. Austera, quasi.

The Sorcerer’s Apprentice - Christian Partos

Partos invece, artista svedese, classe 1958, realizza, per mezzo di 900 valvole elettroniche controllate da un computer, una “fontana” hi-tech che regala forme, effetti, visioni ipnotiche e figure fiabesche, ispirandosi al famoso fiume di Eraclito.

Hentschläger invece, che è conosciuto per le sue installazioni non proprio convenzionali, ci stupisce, ci provoca anche in questa occasione, mettendo in atto quasi un vero e proprio agguato allo spettatore/visitatore tramite “Zee”, una mostra costituita da luci stroboscopiche, una fitta coltre di nebbia e, come a non voler farci mancare nulla, impulsi visivi. Installazione, va detto, che non è adatta a tutti, e che è comunque posta a divieto per gli under 18 – così come l’installazione di Partos.

Dunque possiamo aspettarci altro se non estro, eleganza, graffio (ir)regolare?

Chiudono None, con un’opera figlia di Google, (essa nasce infatti da un algoritmo scoperto involontariamente dal motore di ricerca di Mountain Wiev. Algoritmo matematico che procede per associazioni visive catturando immagini e video dal database ‘Google’, una rete neurale che interpreta la realtà attraverso un immaginario condiviso in costante evoluzione), e Percro, il laboratorio Sant’Anna, che ci regala due spazi espositivi attrezzati con stazioni di proiezione di filmati i cui contenuti rappresentano lo sviluppo di alcuni risultati della ricerca nel campo della Robotica e degli Ambienti Virtuali elaborati proprio dall’ “officina” scientific-creativa Percro, nel corso degli ultimi anni.

Mille e uno, insomma, sono i motivi per andare a vedere questa “Romaeuropa Digitalife 2016 e nessuno per non farlo. Si respira arte al Macro. E suoni, e meraviglie, ed incanto. E futuro. Mai come sin d’ora.

Dal 27 Settembre al 27 Novembre 2016 al Macro – La Pelanda in Roma.

 

Written by Stefano Labbia

 

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Sito Romaeuropa

 

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