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“L’eccezione” di Auður Ava Ólafsdóttir: quando l’amore finisce

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L’eccezione” “Sarai sempre la donna della mia vita. L’unica. Non ci sarà più nessun’altra donna”.

 

Flóki lascia la bella ed elegante moglie, María, proprio la notte di capodanno, mentre a Reykjavík i brindisi e gli scoppiettii di qualche fuoco d’artificio colorano il cielo con un’artificiale pennellata di arancio.

Come è possibile? Appena la sera prima avevano scopato, e lei non lo sapeva: non sapeva che sarebbe stata l’ultima volta.  Flóki le si sdraia accanto nel letto, come a tentare una consolazione prima di uscire per sempre dalla porta di quella che è stata la loro casa per undici anni.

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E nella notte – durante la quale ovviamente María non chiude occhio – riempiranno quel letto enorme i loro due bambini, che a ruota cercheranno il caldo sotto quelle coperte. Non si era accorta di nulla lei, no, perché avrebbe dovuto? Lui è un padre affettuoso, un marito speciale, il suo migliore amico.

Quando i gemelli avevano pochi mesi, si alzava sempre lui la notte, il sabato e la domenica li portava al parco se lei doveva lavorare. Forse da un momento all’altro, in quella stessa notte, sarebbe rincasato dicendole “María perdonami è stato un errore, torno da te” e l’incubo sarebbe finito.

Auður Ava Ólafsdóttir si potrebbe considerare una nuova ventata nella letteratura – a tratti stanca di così poche novità – dove le storie tutte simili cercano di accattivarsi un premio o un altro. Autrice già di altri due successi come Rosa candida e La donna è un’isola editi a ruota nel 2012 e nel 2013, ha una scrittura fresca, fluente e curata.

I suoi personaggi illustrati bene tanto da restare sospesi tra le pagine, poi nascosti, di nuovo ripresi, sono tenuti in piedi da una storia credibile, sobria e semplice.

Non tenta alcun rocambolesco legame con il lato psicologico delle questioni, ma le osserva ad ogni modo senza critica e lasciando il lettore spesso in bilico: schierarsi a favore di María o di Flóki?

A sostenere il dolore, a smembrarlo, a cercare di capire il perché dei comportamenti dell’uno o dell’altra ci pensa la vicina di casa, una consulente matrimoniale e scrittrice, affetta da nanismo, golosa di mascarpone e di pancetta fritta, che ciascuno senza dubbio vorrebbe avere come amica.

È sorprendente leggere un romanzo di cui non si ciarla né si blatera, e per questo forse è brillante anche se il tema affrontato sembra un dolore pungente: quando l’amore finisce. Charles Baudelaire ci esorterebbe a non disperare, anzi, scriveva che Ogni amore fa sempre una brutta fine, tanto più brutta quanto più divino, più alato era il suo principio.

 
Written by Daniela Montanari  

 

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2 pensieri su ““L’eccezione” di Auður Ava Ólafsdóttir: quando l’amore finisce

  1. E’ si l’ amore ha due facce, può essere alato e quindi più illusorio, corrispondente alla esistenza di una rosa, oppure avere più sostanza, può essere più solido, che non ha niente a che fare con l’ avventura, forse più significativo, ma il batticuore ti frega sempre…..interessante argomento perchè semplice e di tutti…

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