Intervista di Alessia Mocci a Carmelo Cossa ed al suo "La voce del silenzio"
“La voce del silenzio”, edito nel 2010 presso la casa editrice SBC Edizioni, è un romanzo noir che non tralascia l’introspezione negli altri generi letterari quali il romanzo prettamente d’amore ed il crudo poliziesco.
L’autore, Carmelo Cossa, è stato molto abile nella costruzione della psiche dei diversi personaggi che sorgono quasi da una folta realtà per sorprendere ed accattivare la mente del lettore. Carmelo, molto sinceramente, in questa nostra intervista cerca di fare il punto della situazione dell’editoria italiana immettendosi in prima persona negli esordienti che non riescono a capire quanto può davvero “valere” il loro manoscritto a livello letterario, questo a causa delle pubblicazioni che i lettori/scrittori stessi ritengono non idonee al mercato e/o alla semplice lettura. L’invito dell’autore è di leggere tanto e vario prima di pensar solamente di scrivere e quindi di pubblicare.
Vi lascio alle risposte di Carmelo. Buona lettura!
A.M.: Quando nasce la tua passione per il thriller?
Carmelo Cossa: La mia passione per i thriller, forse, non è mai nata o forse siamo nati insieme perché, quando ne leggo uno che mi prende, lo divoro. “La voce del silenzio” però, non lo si può considerare un thriller. È un giallo noir con risvolti introspettivi e psicologici. Non mi sono ancora cimentato in thriller.
A.M.: Ci presenti i protagonisti di “La voce del silenzio”?
Carmelo Cossa: Presento volentieri i protagonisti: Melo Costa, un personaggio angosciato e perseguitato da eventi sfortunati ed, a volte, contorti. La sorte si accanisce contro questo ragazzo fin dalla sua adolescenza quando lascia, per sua scelta, la famiglia in meridione per trasferissi a Torino in cerca di fortuna. Viene spesso sopraffatto da situazioni più grandi di lui, ma non si arrende. La sua voglia di volercela fare ad ogni costo insieme alla sua costanza, lo aiutano anche quando sembra che gli eventi precipitino. Diciamo che dopo ogni “scivolone”si rialza e riparte più convinto di prima.
Lilla, una ragazza giovane esuberante ed al tempo stesso romantica, ambigua, decisa e bramosa di arrivare lì, dove la porta il cuore e non solo. Lei si lascia trasportare dagli eventi abbandonandosi alla passione fino a perdere la cognizione del tempo in cui vive e, di conseguenza, la retta via.
Rina, il vicecommissario, una donna giovane, bella, arrivista e prepotente. Indaga sul passato e sul presente del protagonista ma, presa dalle sue assurde ed improbabili convinzioni, non ne azzecca una.
Joan Prift, un balordo che vive per delinquere. È capace, fino a che i fatti non precipitano, a tenere in pugno tutti quelli che incontra. Compie crimini e paga i suoi sottoposti per fargli fare altrettanto. La sua passione è: stuprare le donne.
Emily Racca, figlia di poliziotti da alcune generazioni, è l’affascinante commissario capo del suo distretto, dove niente, per sua scelta, viene lasciato al caso. Il suo motto è: perseguitare i malavitosi fino a catturarli e punirli come meritano, con ogni mezzo. L’unico suo neo: si ritrova in balia, e ci rimane per qualche tempo, di un criminale senza scrupoli e, nonostante la posizione che occupa, riesce ad approfittare di lei a suo piacimento ed a tenerla in pugno fino a quando, per un caso fortuito della sorte, indagando su uno stupro ed un omicidio…
A.M.: “La voce del silenzio” è tra il noir, il poliziesco ed il romanzo d’amore. Quale pensi sia il target di lettori che potrebbero interessarsi al romanzo?
Carmelo Cossa: Credevo, fino a qualche giorno prima dell’uscita, che il romanzo avrebbe catturato più che altro il pubblico maschile. Dopo appena pochi giorni però, dai commenti arrivati sul sito e dai post su Facebook, con mio piacevole stupore, mi sono dovuto ricredere. “La voce del silenzio” ha catturato ed, a volte, persino sbalordito più che altro, il pubblico femminile. Credo che questo sia dovuto in gran parte all’amore disseminato fra le righe. Il romanzo, pur narrando di situazioni spesso drammatiche, si possono scorgere, al suo interno, sentimenti tanto vivi quanto veri.
A.M.: Puoi descriverci il romanzo utilizzando cinque aggettivi rappresentativi?
Carmelo Cossa: Scorrevole: cito questo aggettivo perché ho cercato ogni modo per rendere il romanzo piacevole nella lettura. Ora ne ho la conferma perché è stato uno degli aggettivi più usato nei commenti dei lettori.
Avvincente: anche questo è un attributo dato dalla maggior parte delle persone che hanno letto il libro. Io, dopo averlo finito di riscrivere, (l’ho fatto più volte) l’ho lasciato da parte quasi un anno cercando di dimenticarlo. Poi, una volta riesumato e stampato, in un fine settimana l’ho riletto e, solo dopo, avendolo trovato coinvolgente, ho deciso di pubblicarlo. Un romanzo per me è avvincente, quando le pagine volano da sole una dietro all’altra.
Tenero: sì, potrebbe sembrare pretenzioso, ma non lo è. È tenero perché il protagonista (che è poi l’autore stesso) lo è in ogni situazione che, seppur tragica e non manchevole di scene d’azione, riesce a declinarla a suo modo, dando sempre la precedenza ad una suggestione piuttosto che ad un colpo di pistola.
Emozionante: questo termine è stato cercato scrivendolo, ho voluto renderlo tale perché un libro deve lasciare questi sentimenti. Fa anche parte della lunga scia dei commenti delle lettrici. Ne inserisco una parte di un paio di commenti che mi hanno davvero colpito: Annunciare a tutti che era incinta e non le importava di chi fosse il bambino… Davvero emozionante, com’è davvero emozionante la ricerca del vero amore del protagonista, il fatto che lui è riuscito a scrivere la parola “fine”, dopo aver tanto sofferto, dopo aver cercato invano delle risposte, alla sua vecchia storia per poter ricominciare a “rinascere” con la donna giusta…
Così, passo dopo passo, quell’uomo innamorato dell’amore, grazie all’amore, trova l’Amore… “….guardare in due nella stessa direzione….” E grazie a te per le emozioni che “La voce del silenzio” ha provocato in me…
Semplice: questo è un aggettivo da me voluto, cercato e perseguito. Secondo me un libro deve essere semplice ed io, scrivendolo, ho cercato di renderlo tale. Leggere un romanzo dovrebbe essere un momento di piacevole rilassamento e non una contorsione mentale per cercare di capire cosa volesse dire l’autore. Non amo i “paroloni” ed, addirittura odio, le continue metafore arzigogolate che, di solito, alcuni autori, usano per descrivere luoghi e personaggi. La semplicità nello scrivere come nella vita, sono alla base della serenità.
A.M.: Quali sono gli autori che ti hanno insegnato a fantasticare?
Carmelo Cossa: Oserei dire tutti, ma non è così perché, a volte, mi pento di aver acquistato un libro. Non mi sono mai fatto prendere da un filone solo. Mi piace cambiare e leggere un po’ di tutto. Solo Ken Follett è per me una piacevole eccezione. I suoi libri, li ho letti tutti. Ecco, lui, insieme a Paulo Coelho sono gli autori che più mi trascinano nei loro scritti trasportandomi spesso a fantasie persino esagerate. È bello però fantasticare, ed io lo faccio spesso. Tutte le volte che posso.
A.M.: Che cosa ne pensi della nuova pubblicità della letteratura grazie al social network facebook?
Carmelo Cossa: Be’ qui ci sarebbe da scrivere un libro, e ti assicuro che ci sto pensando. Un esempio di ciò che voglio dire? Eccolo! Come dicevo nella precedente risposta, mi piace leggere e da un anno a questa parte, essendomi affacciato su Facebook, ho conosciuto tanti autori/autrici. Alcuni di loro ho avuto il piacere di incontrarli personalmente, con altri, scambiamo solo “emozioni” e considerazioni online. Ho letto alcuni libri di autori/autrici, come me, esordienti o quasi, e mi hanno lasciato davvero qualcosa di indelebile, come ogni libro dovrebbe fare. Con altri invece, e qui viene il dramma, mi sono chiesto come sia stato possibile pubblicare certi “strafalcioni” senza senso e, quel che è peggio, senza nemmeno la parvenza di qualcosa di leggibile. Con tutta la mia buona volontà, li ho dovuti mettere da parte. Ora la mia domanda, e mi metto in mezzo anch’io, è: a noi autori esordienti, ci pubblicano perché valiamo? O solo perché paghiamo? Ho appurato quasi con sdegno che alcuni libri vengono pubblicati con tanto di codice ISBN e ne vengono stampate, ad esempio 100/200 copie di cui più della metà le acquista l’autore a prezzo di listino. Mi chiedo se non si farebbe più bella figura andare in copisteria, stampare 300 copie che costerebbero 300 €, e regalarle agli amici. Per concludere, sono certo che un social network come facebook sia molto utile per promuoversi e farsi conoscere con una minima spesa, è altrettanto vero però che, chiunque può farlo e di conseguenza, si rischia di essere traviati dai commenti che fanno gli amici e comprare un libro che vale poco o niente. Io sono convinto che un libro dovrebbe essere pubblicato solo se giudicato meritevole e, lo sono altrettanto quando affermo, che molti “editori” o presunti tali, dovrebbero fare attenzione e prestare più cura nelle loro pubblicazioni. Certo, ad ogni autore che lavora su un libro (e perdonate la mia modestia, mi metto in mezzo anch’io) gli sembra di aver scritto il bestseller dell’anno. Riuscire però a pubblicarlo dopo 20 giorni e a pubblicizzarlo fino alla nausea, lo trovo avvilente per chi cerca di scrivere davvero qualcosa che abbia almeno la parvenza di un libro e per chi cerca un libro da leggere. Il guaio peggiore è che alcuni autori credono che, dopo aver pubblicato il loro “best” con una qualsiasi casa editrice, il giorno dopo, lo trovano in tutte le librerie. Tutto questo non ha nulla a che fare con la letteratura ed ancora meno con i libri che, purtroppo, si vedono in giro. Credo che bisognerebbe fare qualcosa per frenare la valanga di testi pubblicati per fare soldi. Io sono un modesto diplomato e l’ho fatto andando a scuola di sera. Ho però letto romanzi di laureati nei quali era troppo evidente che, loro, non avevano mai letto un libro. Lo affermo con certezza perché credo fermamente che solo leggendo tanto si possa cominciare davvero a scrivere qualcosa che sia almeno “leggibile”.
Vi lascio alcuni link sull’autore per conoscere meglio gli spostamenti in Italia di “La voce del silenzio”:
http://www.facebook.com/profile.php?id=1269924906#!/profile.php?id=1634237895
http://www.facebook.com/profile.php?id=1269924906#!/pages/Carmelo-Cossa/78784141219
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.