“Laguna” film di Sharunas Bartas: un viaggio nella natura incontaminata del Messico
Dalla programmazione di MyMovies in occasione della Mostra Internazionale d’arte cinematografica la Biennale di Venezia 2025 Giornate degli autori si riceve in dono un viaggio nella natura incontaminata del Messico con “Laguna”, regia di Sharunas Bartas, in un’esperienza che intreccerà vita e morte, dolore rinascita in un viaggio emotivo introspettivo per ripercorrere le tracce di una figlia-sorella morta prematuramente.

Le prime immagini de “Laguna” inquadrano l’immensa foresta, un’imbarcazione che rappresenta il viaggio attraverso i corsi d’ acqua di questo luogo, flora e fauna per presentare in un successivo scatto fotografico in bianco e nero la figlia Ina Marija, di cui descrive la propensione e amore per la natura, manifestata sin in tenera età. La scelta di questa sequenza fotografica priva di colori, che contrappone il bianco e il nero nella loro essenzialità, come comunicazione diretta di un fermo immagine che rappresenta la vita spezzata della giovane figlia.
Una potenza visiva che evidenzia il contrasto, la forma, la linea, la luce, ma soprattutto l’ombra, quella zona d’ombra che indica il dolore scaturito da quel momento dove la vita si è spezzata, una vita che era sulle coste del Messico per osservare e ammirare, con i piedi affondati… “nella calda sabbia della spiaggia, dove presto sarebbero arrivate le tartarughe marine. Tornano lì dove sono nate a deporre le uova e continuare la loro stirpe. Il ciclo della vita. Il tempo è passato. In questa vita che posso toccare… mia figlia non c’è più. Quello che rimane è un’altra vita, una vita che non riconosco più”.
Così inizia il cammino del padre con la figlia più piccola per seguire il tracciato degli stessi sentieri della figlia scomparsa e respirare l’aria dell’oceano da lei respirata, in un’immensità che rappresenta radici passate e future per le nuove generazioni e da qui le immagini riassorbono il colore dei luoghi e dei volti e delle cose che accompagneranno i due protagonisti.
L’onda della vita, nella sua ciclicità avvia il nuovo cammino con un parallelismo di inizio accattivante, rappresentato dalla tartaruga che lenta e tenace raggiunge la spiaggia per deporre le uova e poi allontanarsi e sparire nelle acque del mare.
Ne “Laguna” si vede un villaggio povero, lontanissimo dalla frenesia e ritmi delle città, dove tutto ha una dimensione nuova e ancestrale al contempo, una relazione uomo ambiente che rinasce a nuova coesistenza, dove il rispetto e l’amore reciproco tra uomo e natura è la base del tutto, dove tutto inizia e assume valore primordiale di coesistenza.
Tra albe e tramonti, dialoghi padre e figlia intimi, tra piccoli gesti di affetto che solo una bambina ricca d’amore può donare a un padre per lenire la sua sofferenza e ricordargli che lei c’è, è lì con lui, insieme in questo nuovo cammino nella ricerca di ciò che è stato. Ed è l’essenziale dei gesti e delle cose che si presenta prepotente ricordando quanto di effimero circonda ormai la vita moderna.
Un risveglio amaro di una realtà dolorosa che apre lo spiraglio comunque a nuova vita, rinnovata luce, proprio come il ciclo della vita delle tartarughe, che con la schiusa delle uova e la corsa delle nuove nate verso l’acqua invita ad amare la vita e il suo ciclo in ogni suo aspetto, in una visione che non sia solo in bianco e nero, ma nel ventaglio delle infinite sfumature che solo la vita e l’amore possono donare.
Written by Simona Trunzo
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