“Una strada per la Georgia” di Elisa Baglioni: poeti, sentimenti di piazza e lingue di confine

“Il poeta Boris Pasternak immagina che Tbilisi possa aprirsi come un libro antico. Un libro nel quale il ‘falso frontespizio’ o ‘antiporta’, così si definisce la pagina figurata che precede il frontespizio, corrisponde ai panorami verticali della città che cresce a destra e a sinistra del fiume Mt’k’vari.”

Una strada per la Georgia di Elisa Baglioni
Una strada per la Georgia di Elisa Baglioni

Una strada per la Georgia di Elisa Baglioni, autrice italiana con una passione per i viaggi e le storie che uniscono culture diverse, è un saggio avvincente che sconfina in un romanzo. Grazie ad un amalgama di avventura e introspezione che si declina in un viaggio tra storia, incontri e scoperte.

Pubblicato nel 2025 da Edizioni Exorma, il libro vuole essere un omaggio alla Georgia, un paese ricco di tradizioni, paesaggi mozzafiato e un passato affascinante.

“Mi accorgo di provare una vertigine al contrario: se si prova vertigine a Tbilisi è nell’ascesa, nel desiderio irresistibile di salire. Mi spingo in alto e sulla cima voglio restare…”

Romanzo che cattura il lettore fin dalle prime pagine, trasportandolo in un viaggio emotivo e geografico verso la Georgia, paese crocevia tra Europa e Asia, il libro di Elisa Baglioni è raccontato in prima persona, dove l’autrice si assume il ruolo di protagonista. Che, spinta dal desiderio di avventura, raggiunge la Georgia, per lei luogo simbolo di scoperta e rinascita, ed anche fuga.

In un racconto che si sviluppa su concetti quali il cambiamento personale, la ricerca del proprio sé, e inevitabilmente il confronto con culture e realtà diverse dalle proprie.

Mentre l’autrice si addentra nella realtà georgiana, che contempla una ospitalità calorosa, vino ancestrale e canti polifonici, scopre che ogni tappa del suo percorso svela un pezzo di un puzzle immaginario, conducendola in un mondo fatto di tradizioni antiche, un ambiente maestoso, dalle montagne del Caucaso alle suggestive città come Tbilisi e Signagi. Che, in un percorso fatto di scoperte, misteri e piccole rivelazioni, grazie a rimandi esplicativi, ricostruisce la storia e i segreti di un paese singolare. Che, con le sue peculiarità diventa motivo di riflessione sulla propria identità.

Il viaggio della protagonista verso la Georgia non è solo corporeo ma anche metaforico, in quanto rappresentativo di un percorso di crescita personale.

Lungo il suo viaggio Elisa Baglioni incontra personaggi indimenticabili, scopre antiche leggende e si confronta con una cultura profondamente legata alla famiglia, alla spiritualità e alla resilienza: tematiche tutte, contestualizzate in un’ambiente dalle molteplici sfumature geografiche ed etniche.

Dove l’avventura è spinta propulsiva di un percorso che è anche emotivo, e perciò personificazione di una ricerca interiore. Lì dove la protagonista, in un processo trasfigurante di identificazione, si confronta con le proprie radici, nonché le proprie paure e desideri, in un’evoluzione determinata dal cammino abbracciato.

In un’esplorazione di temi universali come l’identità, la ricerca di sé, il coraggio di cambiare e il potere della memoria.

“Il cancello si apre su un terreno erboso al margine del bosco e sulla casa circondata da un’ampia veranda. Sopra a un tavolo compaiono, in tempi diversi ma in ordine non casuale, vino bianco, frutta, piattini sistemati accanto a pietre che fissano la tovaglia in poliestere trasparente al tavolo…”

Arricchito da descrizioni vivide e personaggi ben delineati, con le loro complesse fragilità, il libro gode di un’atmosfera evocativa, unica, ricca di suggestioni, dove il viaggio è da interpretarsi come un continuo confronto con il proprio sé.

Se qualche criticità la si può riscontrate in Una strada per la Georgia, è il ritmo con cui si sviluppa la narrazione: che non ha le caratteristiche del racconto d’azione. Semmai assume i toni dell’introspezione.

Da parte dell’autrice sono molteplici i rimandi chiamati per rendere omaggio alla Georgia.

Il vino georgiano, per esempio, prodotto con metodi antichissimi in anfore di terracotta, che unito alla cucina speziata, con piatti come khachapuri (pane ripieno di formaggio) e khinkali (gnocchi ripieni), si vanno ad aggiungere alla musica polifonica, patrimonio UNESCO.

“Ruminanti per le vie della città vecchia, i turisti si imbattono nel richiamo persuasivo di nuovi mercanti che non trafficano coi tappeti ma in servizi.”

Realizzato con un registro di scrittura evocativo, il libro Una strada per la Georgia trasporta il lettore tra le montagne del Caucaso, le antiche chiese ortodosse e le vivaci strade di Tbilisi con descrizioni dei luoghi attraversati che diventano per il lettore occasione di una totale immersione.

Paesaggi incantevoli, che uniti ad un’atmosfera creata ad hoc per dare alle stampe un libro avvincente, sono elementi che danno al testo la prerogativa di una narrazione perfetta per coloro che amano i racconti di viaggio con un tocco introspettivo.

Elisa Baglioni citazioni Una strada per la Georgia
Elisa Baglioni citazioni Una strada per la Georgia

“I gatti a Tbilisi si aggirano vigili e indisturbati, contrariamente ai cani che assecondano i privilegi di un sonno estatico, consapevoli di aver risolto il problema degli sciacalli alle porte della città ormai da tempo.”

Scrittrice dallo stile poetico e riflessivo, con grande attenzione ai dettagli paesaggistici ed emotivi, Elisa Baglione regala ai suoi lettori un’opera sfaccettata, capace di trasportarli nei luoghi attraversati con grande abilità descrittiva, complice l’universo emotivo dei personaggi. Offrendo loro una storia coinvolgente che celebra il coraggio di mettersi in cammino, sia fuori che dentro di sé.

Perché Una strada per la Georgia è più di un semplice romanzo di viaggio: è una storia di coraggio, eredità e scoperta che parla al cuore e alla mente.

“Proseguiamo la serata in una tavola calda, poi in un locale dove si esibiscono gruppi rock russi, incontriamo qualche amico, la giovane poetessa siberiana Masa Zemlijanova, e il giorno successivo passiamo di nuovo del tempo insieme sotto la pergola dell’Auditorija.”

 

Written by Carolina Colombi

 

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