Selfie & Told: la band Onorata Società racconta l’album “L’Anima animale”

“Lunedì mattina la routine sempre la stessa,/ non faccio colazione ma controllo la posta,/ si illumina l’Iphone, è meglio del sole,/ ho la foto col quel tipo ma non ricordo il nome./ Volteggio sopra i social sono molto conosciuta,/ tra tutte le mie amiche sono quella più cliccata/ è un duro lavoro ma per questo sono nata/ tra selfie e tanti post, per il fine settimana.// […]” ‒ “Felicemente Social”

Onorata Società

L’Onorata Società nasce nel 1998 a Ragusa.

La band formata da nove elementi: un progetto di vita “condivisa”, a cui hanno preso parte i cantautori Simone Cugnata, Paolo Cultrera, Giuseppe Giummarra e Roberta Di Martino che salgono sul palco accompagnati sempre da Massimo Occhipinti al basso, Enrico Boncoraglio alla chitarra, Vincenzo Rotilio e Fabio Di Stefano alle tastiere e all’elettronica ed infine Ciccio Spataro alla batteria.

Preferiamo non definire il nostro genere musicale in quanto, in continuo divenire, cresce e si forma insieme a noi.

Arte e musica che sul palco si trasformano in un trascinante e ed esplosivo momento di tensioni creative e di allegria e riflessione, scandito da un sound singolare e coinvolgente.

Onorata società è rigorosamente autrice dei testi e delle musiche.

Ed ora beccatevi la nostra Selfie & Told!

 

O.S.: Onorata Società è nove persone in una, fare una selfie intervista può essere pericoloso?

Onorata Società: Decisamente sì, crea la giusta dissonanza cognitiva per l’esordio di un disturbo da personalità multipla.

 

O.S.: Dopo “Follow me!” e “Medicina Popolare” e in arrivo “L’Anima animale”. Cosa è cambiato e cosa contiene il nuovo album?

Onorata Società: Sia musicalmente che a livello di testi è cambiato molto. La supervisione artistica di Lello Analfino (Tinturia) e gli arrangiamenti di Francesco Prestigiacomo, hanno fatto in modo che molto cambiasse sia nei suoni che nelle parole: ci siamo voluti mettere in gioco, sperimentando un nuovo approccio alla costruzione dei brani. Abbiamo mantenuto la nostra prerogativa nel lanciare messaggi di denuncia, sputando in faccia la verità nonostante possa essere scomoda, e mantenendo dei ritmi perlopiù incalzanti e coinvolgenti. Gustando “L’anima animale” si possono trovare suoni più freschi, una miscellanea di generi e ritmi che si offrono ad una musica più a passo coi tempi che permette all’ascoltatore di fare scorrere i 28 min. dell’album come se fossero pochi istanti in cui ci presentiamo, ci analizziamo come singoli e come “animali sociali” all’interno della società in cui viviamo. Un piccolo ma intenso viaggio che dalla Sicilia tocca tutto lo stivale e oltre.

I brani al suo interno sono 8:

Randagi

“L’anima è animale e come tale la coscienza”. Senza padrone, un’autocelebrazione in bilico tra gli istinti primordiali ed il libero arbitrio.

Maluversu

“I dottori saranno ingegneri” L’avidità dell’uomo prefigura scenari ed assetti politico-sociali e tecnologici per lo più negativi. 

Bisogno necessario

“La musica è la scienza che esprime l’emozione”. E’ la nostra risposta alla domanda esistenziale sul ruolo della musica.

Senza confini

“Senza confini, noi, bugiardi ed eroi”. Un richiamo ai valori umani e civili che andiamo perdendo. L’identificazione con l’altro, il diverso, ci farà capire che siamo tutti parte dello stesso disegno.

Nuovi eroi (feat. Lello Analfino)

“Parte una rivolta dalla piccola Ragusa”. Un inno all’onestà di chi, fuori da qualsiasi istituzione, lotta ogni giorno contro ogni tipo di mafia.

Giungla

 “In questa giungla di emozioni artificiali”. Un invito a mantenere i nervi saldi e non annegare nel disordine globale.

Il cuore di Andrea

“Andrea annaffiava ogni mattina il suo narciso”. Andrea, un uomo o una donna, uno spaccato delle sue relazioni narcisistiche ed il percorso di redenzione verso una nuova consapevolezza.

Felicemente social

“Sento che ho una dipendenza”. Tossici 2.0, il culto dell’immagine attraverso i social e la perdita dei rapporti umani reali a favore di quelli virtuali.

“L’Anima animale”, che è stato anticipato dall’uscita dei primi 2 singoli “Senza confini”, in anteprima nazionale su Tgcom24, e “Felicemente social”, uscirà su tutte le piattaforme di streaming e digital store il 27 ottobre accompagnato da un nuovo videoclip.

 

O.S.: Ci sono artisti o canzoni che pensate abbiano influenzato il vostro percorso artistico?

L’Anima animale

Onorata Società: Paolo: Bill Evans, Al green e J Dilla.

Il primo col suo modo intimo di approcciare il pianoforte, il secondo col suo romanticismo e la sua sensualità e il terzo perché sta dietro alle mie produzioni hip-hop preferite. La loro musica mi accompagna da quando sono piccolo e, a mio sentire, sono gli artisti che più riflettono la mia personalità.

Massimo: “Io non piango” Franco Califano.

Penso sia stato il brano che mi ha fatto scoprire il vero equilibrio tra il testo e il vestito musicale cucito sopra.

Simone: “Cose preziose” Kaos.

È il primo brano che mi balza in testa. Con lui ho razionalizzato di avere un legame con la musica a cui non posso sottrarmi. Un debito continuo nei suoi confronti, per tutto quello che mi da, che adoro pagare giorno dopo giorno. Quando l’ho ascoltato per la prima volta vivevo di aria e hip hop e nessun altro genere faceva parte dei miei obiettivi poi, allargati gli orizzonti musicali, ho spalmato queste parole in qualsiasi suono non tralasciando mai la missione, intrinseca della cultura hip hop, di lasciare messaggi importanti grazie al vettore musica.

Fabio: “Bulls in parade” Rage against the machine.

Forse l’unico brano che mi carica, che mi fa godere all’ascolto e paradossalmente riesce anche a rilassarmi, profondamente. Amore a primo ascolto, sin da subito mi ha stregato, mi ha coinvolto e trascinato verso il mondo del crossover. È mio e solo mio, mi mantiene vivo. Mi ha fatto capire che si possono mescolare due generi particolarmente diversi, accomunando due mondi apparentemente opposti.

Ciccio: Caparezza.

Sono stato subito trasportato sia dai suoni che dalle melodie dei suoi brani e, soprattutto, dai testi e dalle argomentazioni di certo spessore culturale, illustrate con molta ironia. Se dovessi scegliere un brano sarebbe “Jodellavitanonhocapitouncazzo” che riflette il mio essere: non importa essere una star milionaria, se non hai l’umiltà non sei nessuno (non chiamarmi artista ma cazzaro). Poi se aggiungi la genialità del titolo che inizia Jodel… e il ritornello è proprio “Jodel”, basta, corro ad ascoltarlo.

Roberta: Mina.

La cantante che ha segnato la mia infanzia. Sono cresciuta con la nonna che cantava di continuo le sue canzoni.

Vincenzo: “Comptine d’un autre été – L’après-midi” Yann Tiersen.

Fu il primo brano che suonai al pianoforte con uno spartito. A volte ritorno ad ascoltarlo e mi riporta indietro nel tempo ricordando gli anni di studio, di fatiche ma soprattutto di soddisfazioni. Riesce ancora a trasmettermi quel senso di pace, il desiderio di raggiungere un obiettivo, la determinazione per tagliare un traguardo o semplicemente raggiungere una dimensione che mi porti a stare bene. Questo brano è anche la colonna sonora del film “Il favoloso mondo di Amelie”, dove la protagonista impiega una vita intera a regalare momenti di felicità a persone che incontra casualmente durante il suo percorso. Il suo benessere è proporzionato a quello degli altri, di coloro che ha aiutato, è solo così alla fine riuscirà a trovare l’amore della sua vita. Come fosse un promemoria, comptine d’un autre èté, ha lasciato in me un’impronta determinante.

Enrico: “Careful with that axe Eugene” (Live in Ummagumma) Pink Floyd.

Ascoltata a 9 anni mi ha fatto scoprire il movimento musicale progressive a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, le mie prime note nascono da quel mondo.

Giuseppe: Colle der fomento.

In assoluto il primo gruppo che, grazie a paolo (n.d.r.), mi ha introdotto nel mondo delle rime. Se dovessi scegliere un brano azzarderei “Solo Hardcore”.

 

O.S.: Credete che i live siano importanti nella vostra musica?

Onorata Società

Onorata Società: Pensiamo siano il perno centrale di tutto il lavoro. La produzione dei brani, il momento creativo e il lavoro in studio sono sicuramente dei periodi stimolanti. Senza ombra di dubbio anche ascoltare il lavoro finito, che per tutti e nove non è mai veramente finito, è gradevole e regala soddisfazioni. Però il tutto si esplica quando si sale sopra un palco e si mette in pratica tutto ciò che con fatica e sudore abbiamo prodotto. In quel momento viene fuori l’animale (n.d.r.) che è in noi, siamo davanti al pubblico e cerchiamo quanto il più possibile di coinvolgerlo e di caricarlo. Facciamo una musica che, grazie ai ritmi incalzanti, tende a fare ballare le persone che sono li davanti a sorbire i decibel dell’impianto ma, soprattutto, continuiamo a mandare messaggi anche tra un brano e l’altro. Proviamo a fare smuovere le coscienze, cosa che viene percepita anche ascoltando i brani a casa piuttosto che in macchina ma, non vi è dubbio che, in un face to face si riesce ad ottenere risultati migliori. A contatto diretto tra artista e pubblico le emozioni si trasmettono, in entrambi i versi, in maniera solida e facilmente percepibile. Insomma se ci paragonassimo agli attori possiamo concludere che: essere ascoltati su un supporto magnetico è come vedere recitare l’attore in un film, essere ascoltati in un live è come gustarsi l’attore in teatro. Noi, siamo nettamente attori teatrali. 

 

Ogni giorno penso che sfidare il mare per la vita è il mio futuro,/ ad essere sincero, preferirei restare a casa che una vita da straniero./ Un tempo era così, salivi su una nave i primi sforzi per parlare un po’ di “inglish”,/ l’America era lì, la forza e la speranza di cercare il “bisiniss”// […] ‒ “Senza confini”

 

Written by Onorata Società

 

 

 

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