“C’era la guerra in Cecenia” di Adriano Sofri: cronaca quotidiana e riflessione personale

Erano trascorsi più di venticinque anni prima che venisse pubblicato “C’era la guerra in Cecenia”, scritto sotto forma di diario da Adriano Sofri, noto giornalista e pensatore italiano.

C'era la guerra in Cecenia di Adriano Sofri
C’era la guerra in Cecenia di Adriano Sofri

L’autore non aveva voluto pubblicare “C’era la guerra in Cecenia” prima per non mettere in pericolo qualcuna o qualcuno dei personaggi coinvolti nelle drammatiche vicende di quella parte di mondo. Ciò che ha fatto decidere Sofri a pubblicarlo è stata la guerra, purtroppo ancora in corso, in Ucraina e le sue implicazioni politiche.

È un libro importante, perché ci fa conoscere da vicino una realtà ai più di noi sconosciuta. Il libro esplora i due conflitti che hanno devastato la Cecenia negli anni ’90 e 2000, con uno stile narrativo che alterna la cronaca quotidiana alla riflessione personale, immergendoci in una guerra lontana e ormai dimenticata. Una guerra che in qualche modo ha anticipato l’orrore di quelle in corso, ma che, per varie ragioni, non ha suscitato l’indignazione nella pubblica opinione che avrebbe dovuto.

Sofri affronta la guerra cecena non solo come fenomeno geopolitico, ma come una tragedia mai superata. Una ferita ancora aperta. L’autore, con la sua scrittura diretta e analitica, non si limita a raccontare le mere vicende storiche, ma vi intreccia sempre la dimensione personale e l’immaginazione collettiva.

I due viaggi dell’autore in Cecenia, durante i quali ha raccolto le esperienze e le testimonianze che poi sono confluite in questo libro, sono avvenuti tra il 1996 e il 1997. Il primo per conto dell’Espresso e della trasmissione televisiva Mixer. Il secondo, ancora più avventuroso e angoscioso, autonomamente, su richiesta dei parenti di tre operatori italiani dell’associazione Intersos rapiti dai banditi, che “per fortuna” finì bene.

In quel periodo, la Cecenia stava attraversando un periodo confuso e d’incertezza nella sua guerra d’indipendenza contro la Russia. Nel 1996, incredibilmente, la Cecenia, un paese grande come una media regione italiana, e con un milione e mezzo di abitanti, usciva vincitrice sulla Russia.  

Tanto che, nel 1997, con la firma di un accordo di pace, la Russia aveva formalmente riconosciuto l’indipendenza de facto della Cecenia, anche se la situazione sul campo rimaneva tesa e profondamente segnata da violenze.

Sofri ha visitato la Cecenia durante questo periodo confuso, quando le piaghe del conflitto erano ancora fresche e il territorio segnato dalla devastazione. I suoi viaggi lo hanno portato a contatto con i sopravvissuti della guerra, un’esperienza che gli ha permesso di raccogliere le testimonianze dirette e di esplorare la dimensione umana di un conflitto che sembrava lontano dalla coscienza pubblica occidentale.

“C’era la guerra in Cecenia” si distingue dunque per la sua capacità di raccontare la Cecenia non solo come un teatro di guerra, ma come un simbolo di una violenza sistematica, un microcosmo dove una grande potenza come la Russia e le forze locali si scontrano in un dramma di potere, sofferenza e resistenza.

Sofri non risparmia nulla, descrivendo la devastazione delle città, la brutalità dei bombardamenti, la crudeltà umana, ma non manca di trasmettere anche la forza di chi ha resistito, di chi ha continuato a lottare per la propria terra e per la propria dignità.

Alla base della guerra e alla volontà d’indipendenza della Cecenia ci sta la memoria della deportazione brutale che subì l’intero popolo ad opera del governo sovietico di Joseph Stalin il quale accusò l’intera popolazione cecena di collaborazionismo con i nazisti, nonostante i nazisti in Cecenia non fossero mai arrivati. La decisione di Stalin di deportare forzatamente tutta la popolazione cecena, circa 500.000 persone, nelle steppe dell’Asia Centrale e in Siberia, è stata una delle azioni più brutali e ingiustificate del regime sovietico.

Durante il viaggio verso i luoghi di esilio, migliaia di ceceni morirono di fame, malattia e stenti. L’occupazione forzata in Siberia e in Asia Centrale fu segnata da un alto tasso di mortalità, con decine di migliaia di ceceni che non sopravvissero alle condizioni estreme.

La deportazione del 1944 fu il tentativo di Stalin di eliminare il popolo ceceno come entità sociale e politica autonoma. La Cecenia fu perfino cancellata dalla mappa dell’Unione Sovietica. Solo nel 1957, dopo la morte di Stalin, fu permesso ai ceceni di tornare nelle loro terre. È La memoria di quell’evento che ha alimentato lo spirito di resistenza dei ceceni contro l’invasione russa. Come ci spiega Sofri, la memoria delle deportazioni e dei genocidi passa dolorosamente di generazione in generazione, lasciando cicatrici psicologiche incancellabili.

Il ricordo della deportazione del 1944 si configura quindi come un evento fondamentale nella storia del popolo ceceno, che ha plasmato la memoria collettiva. Così come, volendo fare un parallelo con la guerra in Ucraina oggi, la memoria dell’Holodomor ha plasmato indelebilmente la memoria e la coscienza degli ucraini.

Il conflitto si riaccese nel novantanove, dopo che la Cecenia aveva ottenuto una sorta di autonomia de facto grazie all’accordo di pace firmato nel novantasette. Questa guerra venne poi chiamata la seconda. A Eltsin era succeduto Putin, il quale fin da subito proclamò: «che avrebbe stanato i ceceni fin dentro i cessi».

Il nuovo Presidente russo usò la situazione di guerra come un’opportunità per consolidare il suo potere e perseguire una linea dura. La seconda guerra fu, infatti, molto più devastante della prima, caratterizzata da una brutale campagna militare che portò alla completa distruzione della capitale cecena: Grozny, e a migliaia di morti tra i civili. Una guerra che ha causato livelli di distruzione e sofferenza inauditi, dai quali la Cecenia non si è mai ripresa veramente, anche perché non è stata solo una guerra militare, ma anche l’annientamento di una cultura, di una storia, di una comunità intera.

 

Written by Algo Ferrari

 

Bibliografia

Adriano Sofri, C’era la guerra in Cecenia, Sellerio editore Palermo, 2023

 

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