“Mother” dei Pink Floyd: una canzone scomoda per la Festa della Mamma?

“Mother do you think they’ll drop the bomb?/ Mother do you think they’ll like this song?/ Mother do you think they’ll try to break my balls?/ Mother should I build the wall?”

Mother Pink Floyd
Mother Pink Floyd

Cosa c’entra “Mother” dei Pink Floyd con la Festa della Mamma? Apparentemente nulla.

Non è una ballata zuccherosa, non celebra la figura materna con toni edulcorati, non si presta a dediche commosse sui social. Ma è proprio questo il suo pregio: racconta una maternità complessa, fatta di amore e protezione, ma anche di paura e controllo. Una riflessione profonda sul legame indissolubile tra madre e figlio, che a volte rischia di diventare un’ombra ingombrante.

Donald Winnicott, psicoanalista raffinato e acuto, ha smontato l’idea della madre impeccabile per sostituirla con un modello più vero e più umano: la madre “sufficientemente buona”, che con ansie, incertezze e fatiche riesce comunque a costruire un rapporto affettivo solido.

La madre di “Mother” è una figura ingombrante, iperprotettiva fino alla soffocazione, ma il brano non la condanna in modo unilaterale. Roger Waters, che ha attinto largamente dalla propria biografia per il mastodontico “The Wall” (1979), la racconta con un misto di amore e critica, consapevole che la protezione materna può diventare una prigione, ma nasce sempre da un sentimento profondo.

“Mamma farà avverare tutti i tuoi incubi, mamma metterà tutte le sue paure in te”: parole che possono sembrare dure, ma che descrivono con sincerità il rischio di un amore eccessivo.

Il dialogo tra il protagonista, Pink, e la madre è un botta e risposta denso di emozioni, in cui lui, ormai adulto, cerca ancora risposte, cerca ancora il permesso di vivere. Waters ricordava nel 2009 come la sua stessa madre fosse “soffocante a modo suo“, ma mai priva di amore. Non c’è solo critica, c’è anche comprensione: la paura di lasciare andare un figlio nel mondo è qualcosa di universale.

E se c’era ancora il dubbio che questa madre fosse un’ombra ingombrante, ci pensa la voce di David Gilmour a rafforzarlo. È lui a interpretare la figura materna, con un tono che suona più da sentinella vigile che da amorevole genitore: “Mamma scoprirà sempre dove sei stata”.

Ma la sua battuta finale rivela anche il lato affettuoso e inevitabile di questo legame: “Ooh baby, sarai sempre il mio bambino”.

Ma “Mother” è molto più di un semplice ritratto di una madre soffocante: è un pezzo che esplora il tema più ampio della dipendenza emotiva, della paura del mondo esterno e delle barriere che ci costruiamo per proteggerci, anche quando finiscono per intrappolarci. La struttura musicale, con il contrasto tra il tono sommesso e riflessivo di Waters e la chitarra intensa e penetrante di Gilmour, riflette questa ambiguità emotiva.

Non è una canzone di condanna, ma di analisi: un invito a comprendere come l’amore materno possa essere una forza potente, nel bene e nel male.

Eppure, proprio nella sua cupezza, “Mother” riesce a essere universale. Tutti, in un modo o nell’altro, possono riconoscersi in questa dinamica: chi non ha mai sentito il peso delle aspettative di un genitore? Chi non ha mai provato il bisogno di libertà e, allo stesso tempo, la paura di ottenerla davvero?

“Mother” non è la colonna sonora più ovvia per la Festa della Mamma, ma è un ritratto intenso e sincero di un amore materno che, tra preoccupazioni e paure, rimane sempre il punto di riferimento di un figlio. Se oggi avete una madre “sufficientemente buona”, abbracciatela forte. E poi, magari, mettete su un’altra canzone, ma senza dimenticare questa.

 

Written by Cinzia Milite

 

Un pensiero su ““Mother” dei Pink Floyd: una canzone scomoda per la Festa della Mamma?

  1. Premesso che Amo alla follia i Pink Floyd, che sono riusciti a nel connubio musica e poesia, e questa ne è un esempio. In questa canzone, la prima volta che l’ascoltai, ho trovato tutti gli esempi vissuti con mia mamma. Un analisi perfetta e umana di ciò che rappresenta la genitrice.

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