“L’ordine apparente delle cose” di Lara Fremder: un romanzo sulla Shoah ambientato a Gerusalemme
“Ho scritto questo libro prima del 7 ottobre, prima che l’ordine apparente delle cose si disintegrasse lasciando ovunque dolore e macerie.” ‒ Lara Fremder
Pubblicato nel 2024 da Gabriele Capelli editore, il romanzo L’ordine apparente delle cose è la prima opera di narrativa della scrittrice Lara Fremder.
Lara Fremder nasce a Milano, città in cui vive. Autrice di soggetti e sceneggiature di film, presentati in concorso in importanti festival, ha ottenuto numerosi riconoscimenti. Scrive inoltre film d’animazione, documentari, e insegna scrittura cinematografica al Conservatorio di Scienze Audiovisive di Locarno.
“Ho trascorso parte della notte a ripensare agli spazi di una casa che ricordo poco, e quando il sonno ha cominciato a farmi chiudere gli occhi è suonata la sveglia.”
La protagonista del romanzo, Rachele Zwillig, è una guida turistica che vive in solitudine; impegnata a portare i turisti in visita oltre le mura di Gerusalemme, passando per la porta di Damasco fino a raggiungere il Monte degli Ulivi.
Gerusalemme, città dal fascino senza tempo e scenografia narrativa che aggiunge al romanzo un quid in più, è lo sfondo in cui sono ambientate le vicende di questa giovane donna di origine ebree. Che però non sente forte il legame con quella città dalla bellezza intramontabile.
Ai suoi ospiti Rachele, i cui trascorsi sono tutt’altro che idilliaci, anche perché figlia di sopravvissuti alla shoah, racconta storie un po’ romanzate appartenenti alle origini di Gerusalemme, a cui i turisti partecipano con il fiato sospeso.
Storie intrise di fantasia da cui i visitatori sono attratti, anche perché Rachele ne modella il corso narrativo in funzione del proprio sentire, anche per renderle credibili se stessa. Anche perché i ricordi che la legano alle sue origini sono alquanto nebulosi e lontani nel tempo. Motivo per cui Rachele ha innalzato intorno a sé un muro per difendersi dai propri difficili stati emotivi. Un muro, custode di molte ombre e di poche luci, in cui ha nascosto pezzi del suo passato.
Se non fosse che a riaccendere in lei la memoria degli eventi sono un misero mucchietto di fotografie e un quadro che la portano indietro nel tempo. Un tempo che la spinge a esplorare il vissuto della sua famiglia, da cui ha sempre cercato di fuggire.
A renderla una persona inquieta, sempre in cerca di un qualcosa di non facile identificazione è anche lo spettro della propria madre e della sua tragica morte, che le sono rimasti incollati addosso come una seconda pelle.
Recuperate le fotografie in un vecchio cassetto, custodi di ricordi dolorosi, che non le hanno mai fatto apprezzare il presente come avrebbe dovuto, attraverso quelle immagini sbiadite dal tempo alla giovane tornano alla mente le proprie origini.
Sarà una ricerca alquanto fruttuosa quella messa in pratica da Rachele, che le permetterà di dare un ordine alle cose, forse un ordine apparente, ma comunque utile al fine di stabilire e recuperare il proprio equilibrio emotivo.
Ed è attraverso quel tuffo nel passato, anche se messaggero di un cocente dolore, che Rachele taglierà le radici che la vincolano ai propri trascorsi, mettere da parte l’amarezza per ciò che è stato e trovare una forma di pacificazione con se stessa.
Abbandonando così la tempesta emotiva di cui è stata vittima, per trovare una propria identità che la affranchi dal male di vivere. E infine, dare al proprio IO una più autentica dimensione.
“Le strade sono piene di soldati. Poca gente in giro. Molti vicoli sono già chiusi, altri pattugliati.”
La narrazione, raccontata in prima persona attraverso gli occhi di Rachele, presenta tutti gli ingredienti per una trama ben articolata, che fa de L’ordine apparente delle cose un romanzo importante.
“Sono tornata a casa, mi sono buttata sul letto e ho lasciato scorrere il tempo tenendo d’occhio la macchia di umidità sul soffitto. Se ne sta nell’angolo da un po’ di tempo.”
Nonostante il romanzo sia sviluppato con un registro di scrittura asciutto e per nulla enfatico, lo stile della Fremder si dispiega tra una sorta di disordine dialogante in prima persona e una narrazione pacata, colma di attraenti toni poetici.
Romanzo reso maggiormente piacevole dalla location suggestiva, valore aggiunto di un racconto interessante.
Anche per il linguaggio dai toni marcatamente evocativi; capace di catturare l’attenzione del lettore grazie all’abilità espositiva dell’autrice, raccontando di una questione importante come quella della Shoah in modo del tutto discorsivo.
“Esco con lei nel silenzio, nel vento leggero, nei vicoli deserti. La notte, questa notte, è dalla mia parte, perché difende questa città dal tempo facendola sprofondare, insieme ai secoli dei secoli.”
Written by Carolina Colombi
2 pensieri su ““L’ordine apparente delle cose” di Lara Fremder: un romanzo sulla Shoah ambientato a Gerusalemme”