Significato dei sogni #12: diventare ciechi di Charles Maillant
Dall’unione delle due parole greche ὄναρ (sogno) e μαντεία (arte divinatoria) abbiamo l’oniromanzia, una pratica prettamente religiosa connessa all’idea di oracolo, così come la bibliomanzia, l’uso dei testi sacri come vaticinio.
Per “gioco” si è voluto connettere le due pratiche per questa dodicesima puntata della rubrica “Significato dei sogni” ed, aprendo a caso, il libro “Il codice dei sogni” di Charles Maillant si è finiti nel paragrafo Diventare ciechi del Secondo Capitolo intitolato Il Corpo umano. Trovarsi di fronte Diventare ciechi come responso non è poi così incoraggiante ma potrebbe anche riservare una interpretazione più antica che si andrà a vedere grazie a Charles Maillant.
Nelle precedenti puntate ed in particolare nella prima si è presentato un estratto tratto dal primo capitolo “La letteratura scientifica sui problemi del sogno” del libro “L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud; nella seconda un estratto tratto dal primo paragrafo intitolato “Il rapporto tra sogno e veglia” dello stesso capitolo; nella terza puntata si è presentato un estratto tratto dal secondo paragrafo intitolato “Il materiale onirico. La memoria nel sogno” dello stesso capitolo; nella quarta si è selezionato un estratto da “Relazione, imago e proiezione” del febbraio 1959, tratto dal capitolo “Attività medica e analitica” del libro “In dialogo con Carl Gustav Jung” di Aniela Jaffé, che mostra il sogno in rapporto con l’ex partner; nella quinta si è ripreso il discorso con Sigmund Freud con un estratto estratto tratto dal quarto paragrafo intitolato “Perché si dimentica il sogno dopo il risveglio” del primo capitolo “La letteratura scientifica sui problemi del sogno”; nella sesta si è selezionato un estratto dal primo capitolo intitolato “Sogni lucidi e la loro impostazione filosofica” del libro “Sogni lucidi” dalla parapsicologia e scrittrice britannica Celia Green; nella settima si è presentato un estratto tratto dal secondo capitolo “L’uomo e l’esperienza” del libro “Sogni, profezie e apparizioni” di Aniela Jaffé affrontando la tematica della precognizione della morte; nell’ottava si è ripreso il libro “L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud con un estratto tratto dal terzo paragrafo intitolato “Stimoli e fonti del sogno” del primo capitolo “La letteratura scientifica sui problemi del sogno”; nella nona un estratto tratto dall’introduzione del libro “Alchimia” di Marie-Louise von Franz mettendo l’accento sulla trascrizione del sogno; nella decima si è presentato un estratto tratto dal libro “La schizofrenia” di Carl Gustav Jung, dal capitolo “Psicogenesi della schizofrenia”; nell’undicesima si sono mostrate “Le peculiarità psicologiche del sogno” tratto del libro “L’nterpretazione dei sogni” di Sigmund Freud.
La letteratura prodotta nel corso dei millenni sui fenomeni chiamati “sogni” è molto variegata, e si è pensato in questa rubrica “Significato dei sogni” di invitare alla lettura di alcuni testi scritti dai maggiori esponenti della stessa, augurando al lettore di trarne beneficio.
Estratto da “Il codice dei sogni” ‒ Diventare ciechi
Per l’antichità questo sogno aveva molto più importanza nel passato che al giorno d’oggi, perché la cecità era più frequente nei tempi antichi, vuoi in seguito a malattie, vuoi a causa della crudeltà deli uomini, che la infliggevano come punizione ai prigionieri, ai delinquenti, o semplicemente ai nemici.
A Babilonia, stranamente, si riteneva che quando un uomo di elevata posizione sociale sognava di non vederci più, era segno che avrebbe ricevuto delle onorificenze ancora più grandi.
Lo stesso era vero anche in Cambogia, dove chi sognava che gli venivano cavati gli occhi, poteva aspettarsi di ricevere grosse somme di danaro. Ma per il povero, questo sogno era presagio di una miseria ancora maggiore.
Artemidoro dà un’altra interpretazione a questo stesso sogno: esso predice la morte dei figli del sognatore, se non quella dei suoi fratelli e sorelle. È di buon auspicio solo per gli infelici e i prigionieri.
Ai viaggiatori, annuncia degli ostacoli, e ai malati, la morte.
Secondo i Persiani e gli Egizi, questo sogno era sfavorevole per tutti, grandi e piccoli, la cui vita fosse in pericolo.
Nelle Indie se ne dava la stessa interpretazione ma il sogno significava anche che si era prossimi ad abbandonare la religione.
Per la tradizione popolare sognare di diventare ciechi significa che andiamo incontro a una catastrofe, se ci ostiniamo a realizzare un progetto che credevamo di aver organizzato nel migliore dei modi. Lo stesso sogno può anche indicare, conformemente a ciò che credevano gli antichi, la morte di un parente stretto. Ed ecco un’interpretazione pittoresca, alla quale non siete tenuti a prestar fede: ci s’innamorerà di una creatura crudele, a tal punto da perdere la ragione.
Per Sigmund Freud diventare ciechi, perdere la vista, cavarsi gli occhi in sogno, corrisponde a un complesso di castrazione, di cui si soffrirebbe in seguito a certe inibizioni risalenti all’infanzia. È così che Edipo si punì per aver involontariamente ucciso il padre e sposato la madre. Il suo gesto equivale a una perdita volontaria della sua virilità.
Per Carl Gustav Jung l’occhio ha il significato di un organo spirituale: vedere equivale a conoscere.
Per i moderni la perdita della vista, diventare ciechi, è un indice di cecità psichica che l’inconscio, in tal modo, segnala al sognatore. Poiché oggi i casi di cecità sono rarissimi, questo tipo di sogno è stato sostituito da altri, nei quali si perdono, o si cercano, degli occhiali. Essi indicano allora che si desidera giungere alla conoscenza, ma ce non si dispone di mezzi sufficienti.
Per la medicina sognare di aver la vista debole, o gli occhiali, vuol dire che si teme l’invecchiamento, di cui questi ultimo sono uno dei primi segni esteriori.”
Charles Maillant cita Sigmund Freud che cita la famosa cecità di Edipo, ed io vi cito Euripide che nella tragedia “Le fenicie” racconta di Tiresia e di Edipo, l’indovino e lo sventurato.
“Tiresia: Guidami figlia: per il piede cieco l’occhio sei tu, come un astro che naviga. Bada, avanzando, che sia sempre in piano il passo, ch’io non casa: è molto debole tuo padre. […]
[…] Malata è la città da tempo, Creonte, fin da quando, a dispetto dei numi, Laio fece un figlio, e generò quel disgraziato Edipo, poi marito di sua madre. Lo scempio sanguinoso di quegli occhi è una trama divina e per la Grecia un monito. Col tempo, i figli d’Edipo vollero seppellire tutto questo, con l’idea di sfuggire ai numi: fu una stupida colpa. Né rispetto diedero al padre, né modo di uscire: così quell’uomo sventurato, l’hanno come inselvatichito; su di loro egli avventò maledizioni orrende, sofferente ad un tempo e vilipeso. […]
[…] Chi pratica l’arte profetica, si muove nell’assurdo. Se il presagio è funesto, si fa odioso a quelli a cui lo dà; se per pietà dice menzogne a chi viene consultato, offende i numi. Sarebbe assai meglio che i responsi li desse solo Febo: ché lui non ha paura di nessuno.”
Per continuare la lettura in modo proficuo e con attenzione si consiglia di distogliere gli occhi dal computer o dal cellulare e di recarsi nella propria libreria per cercare il libro tra gli scaffali impolverati; se non si possiede il volume in casa si consiglia di acquistarlo (rigorosamente in cartaceo).
Leggere è un compito importante, la carta è di grande ausilio rispetto al formato digitale non solo per la concentrazione necessaria all’atto della riflessione e comprensione ma anche per instaurare un rapporto fisico con l’oggetto-pozzo che conserva amorevolmente le considerazioni degli esseri umani del passato, in questo caso di Charles Maillant.
Un ulteriore consiglio: un bel quaderno (cartaceo) con penna (o matita) posto sul comodino per annotare i sogni al risveglio (con data ed orario). È importante non perdere l’uso della scrittura sia per la manualità delle dita sia per la stimolazione del cervello astratto e creativo.
Inoltre, è possibile partecipare al nostro nuovo studio sulla casistica del sogno in contatto con la tecnologia dei social inviando un’e-mail ad oubliettemagazine@hotmail.it nella quale allegare un file .doc con un sogno connesso alla tecnologia (smartphone, internet, pc, social, intelligenza artificiale, et cetera). Il sogno raccontato sarà salvato in forma anonima e servirà per la compilazione di un testo in comparazione alla letteratura del passato.
“L’autore dell’Aurora dice al capitolo 20 parlando della separazione degli elementi: «La terra è qui lasciata perché i tre altri elementi possano radicarsi in essa; se ella medesima non fosse, gli altri elementi non avrebbero fondamenta per costruirvi sopra una nuova dimora per i tesori».” – Discorso del trentasettesimo Emblema – Atalanta fugiens
Bibliografia
Charles Maillant, Il codice dei sogni, Mondadori, 1973
Michael Maier, Atalanta fugiens, Edizioni Mediterranee
Euripide, Tutte le tragedie, Le Fenicie, Newton Compton Editori, 1991, a cura di Filippo Maria Pontani
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