“Contro Antigone” di Eva Cantarella: che cos’è la distanza tragica?
“Molte sono le cose straordinarie, eppure nulla di più straordinario dell’uomo esiste.” ‒ Sofocle, Antigone
Era il 442 a. C. quando Sofocle presentò al mondo del suo tempo il personaggio tragico che ha fatto innamorare di sé la letteratura del Romanticismo e ancora oggi suscita emozione, anche piuttosto contrastanti, ogni volta lo si tira in ballo: Antigone.
Antigone viene chiamata in causa ogni qual volta che “l’attualità” si erge contro un “nemico” fantomatico conosciuto anche come Legge. È importante capire che non si discute qui, né nel volume in questione, se la legge sia giusta o sbagliata ma di come il personaggio viene riproposto ogni qual volta vi sia qualcuno che ha la necessità di farlo.
La tragedia sofoclea è parte di un trittico di opere: la trilogia Tebana che comprende Edipo Re ed Edipo a Colono. Del personaggio di Sofocle, nel Romanticismo, rimangono il nome e la biografia ma, forse ben poco della sua natura.
Nel 442 a.C. Sofocle voleva proporre, attraverso l’uso del mito, alcuni dilemmi che attanagliavano la società del suo tempo, nel 1800 Antigone è l’eroina che lotta sola ed indomita contro un potere oppressore ingiusto.
Al giorno d’oggi, Antigone è l’eco delle lezioni di greco antico al Liceo Classico e lo specchio distorto dell’immagine che, alcuni, professori di letteratura ci hanno tramandato. Ed è su questo punto che si introduce il libro di Eva Cantarella: “Contro Antigone”. La Prof.ssa Cantarella non ha bisogno di presentazioni mentre Antigone, figlia di Re Edipo, ha bisogno di essere conosciuta.
Chi è Antigone?
Come già anticipato, Antigone è la figlia di Edipo e, al momento della tragedia, vive nella reggia il di cui sovrano è Re Creonte. I suoi fratelli, Eteocle e Polinice, sono morti combattendo per la riconquista della città, quindi sono nemici dello Stato e Creonte ha ordinato che il cadavere di Polinice rimanga insepolto e dispone la pena di morte per chi non rispetterà il divieto.
Antigone non solo disattende la disposizione ma è ben fiera di affermare la sua responsabilità e, al momento della condanna, istaura un dialogo con il Re, che è anche suo zio, sulla differenza tra il potere spirituale e quello temporale. Concetto ben lontano da coloro che vogliono che la principessa sia l’emblema di una lotta che, a prescindere, è un’opposizione ad un potere costituito.
Antigone ha dei pregi: è coraggiosa, fiera dell’amore per la sua famiglia, sorda a pareri o visioni della realtà che sono diverse dalla sua, ed è inflessibile. Questi l’hanno resa la fiera bandiera di coloro che lottano contro una legge ingiusta.
Antigone ha tutto fuorché dei pregi: sorda a pareri o visioni della realtà che sono diverse dalla sua, è inflessibile, incurante della sorte di chi la circonda e per nulla interessata a ciò che in vita le resta perché Antigone ha solo un Amore e questo non è per sua sorella Ismene, per la sua città o per il suo futuro sposo Emone.
“Vittima com’è di una disperata follia d’annientamento e di distruzione, Antigone non ama nessuno, così come non ama sé stessa: il suo solo e vero amore è la morte.”
Nonostante il personaggio di Creonte sia quello del nemico, troverete nel testo della Cantarella ogni elemento che vi mostrerà che siete in errore se state pensando che sia un folle tiranno.
Non è possibile analizzare la società antica aspettandosi che risponda alle leggi della nostra attualità.
Non solo è poco plausibile aspettarsi che le due realtà si debbano specchiare ma è anche un atteggiamento malsano e per nulla costruttivo, porta solo a scadere in un esercizio retorico vagamente ammantato di cultura.
Anche Ismene, sorella di Antigone, viene sempre dimenticata o, come ha fatto il suo stesso sangue, tacciata di codardia ma la ragazza è in una situazione impossibile che non può condurla in nessun altro luogo che non sia la condizione di vittima; sia del suo amore per la famiglia che dell’amore per la sua città.
Al giorno d’oggi, secondo il parere di chi scrive, sarebbe opportuno analizzare i personaggi con più senso critico, nella loro dimensione interpretativa invece di ripetere il pensiero di altri su personaggi che a volte si conoscono malamente.
Ma “Contro Antigone” non è qui per dirci da quale parte stare o cosa pensare, solo per darci la “distanza tragica” da quelle che sono le origini del mito e delle problematiche che trovano riscontro nel suo tempo storico, e la “distanza critica” dall’interpretazione ottocentesca che si riflette, a volte malamente, nello sbandieramento dell’attualità di cronaca.
Written by Altea Gardini
Bibliografia
Eva Cantarella, Contro Antigone, Einaudi, 2024