“Epidemia mortale” di A. G. Riddle: il malato è un numero?
Alla fine tutti conosceranno la verità: abbiamo salvato l’intera specie umana dell’estinzione.
“Epidemia mortale” di A. G. Riddle è un romanzo che, ad averlo letto in altri tempi, avrebbe di certo fatto un effetto diverso; ma dopo che l’umanità ha conosciuto il covid e questi anni di morti, di fermo, di incertezza e paura, lo si legge davvero con tutt’altro spirito.
Un libro che consiglio, nonostante alcuni difetti che vi faccio subito presente: l’eccessiva lunghezza, a tratti m’è parso quasi noioso e con narrazioni tirate troppo per le lunghe.
I tanti errori di traduzione, o refusi sfuggiti alla casa editrice, non saprei dire.
Per il resto ho apprezzato moltissimo le ricerche fatte dall’autore presso il centro per il controllo e la prevenzione delle malattie e l’Organizzazione mondiale della sanità.
Come lui stesso ci dice, gran parte degli elementi scientifici corrispondono al vero. I fatti narrati nel romanzo sono sia reali che inventati.
Il libro “Epidemia mortale” è suddiviso in capitoli che sono giorni, seguiti dal numero di contagiati e morti in rapida crescita.
In Africa scoppia una epidemia di una malattia sconosciuta che, rapidamente, con febbre emorragica, sta mietendo vittime.
Già allora si parla di portatori sani di ebola dei pipistrelli della frutta africani. Non vi ricorda nulla?
E questa frase è davvero significativa: “Se chiedete a qualsiasi epidemiologo, vi dirà che non si tratta di se, ma di quando scoppierà la prossima grande epidemia”.
E noi siamo tutti testimoni che è una verità.
Inoltre apprendiamo anche come sia il protocollo che il mondo deve rispettare di fronte a una grande epidemia e che, confrontato con quanto accaduto nel 2020, possiamo vedere che si è fatto tutto nel modo corretto per evitare il più possibile il propagarsi della malattia.
Leggere questo romanzo è come ripercorrere le tappe del covid, nonostante sia stato scritto qualche anno prima.
I protagonisti vengono presentati quasi vengano posizionati su una scacchiera: Desmond che si risveglia in una camera d’albergo a Berlino senza ricordare chi sia e cosa ci faccia lì.
“Desmond capì di essere il tipo di persona che mantiene le promesse, soprattutto quelle fatte a se stesso”.
Un ospedale in Kenya dove arrivano i primi due casi di malati gravi.
“Non c’era dubbio su quale dottore stesse cercando: Elim Kibet era l’unico rimasto. Gli altri erano andati via dopo gli attacchi dei terroristi”.
Ci sono degli scienziati su un sommergibile.
“Abbiamo localizzato un relitto che crediamo sia il Beagle. Cominciamo le indagini”.
Peyton, epidemiologa del CDC, che viene chiamata per raggiungere col suo staff il centro in Kenya. “Scoprire le origini di una malattia era il suo lavoro, ma era anche uno stile di vita. I virus erano prevedibili; potevano essere rintracciati e studiati. Le persone erano diverse”.
I personaggi che incontriamo, pagina dopo pagina, sono tanti e, bene o male, le loro storie si intrecciano in varie parti del libro.
Procedendo veniamo a conoscenza del passato dei protagonisti, e, le loro vicende, sono più che intrecciate. Sono storie parallele, che proseguono mentre si cerca di capire cosa sia Lo Specchio, cosa stia facendo e, una volta compreso, come fare per fermarlo.
L’epidemia è stata voluta e si è fatto in modo che tutto il mondo ne venga contagiato per donare loro la cura e la speranza per una nuova umanità.
Diciamo, più che altro, per creare degli esseri umani nuovi e … diversi, che non debbano mai più compiere gli errori del passato.
Un fanta-thriller che, partendo dalla realtà della malattia: “una bomba biologica, forse più letale di qualunque altra a cui il mondo avesse mai assistito”, si mescola col susseguirsi di fughe e inseguimenti, catture ed escamotage.
Ci sono pagine che sento più che reali: come quando spiega della vestizione e svestizione per evitare il contagio, e pare proprio di sentirsi addosso il peso e il sudore dei nostri dottori e infermieri a cui abbiamo assistito nel pieno della pandemia.
I protocolli, la sensazione che, quando i malati sono tanti, nonostante la gentilezza e la competenza dei sanitari, si diventi un numero.
“Un incontro ravvicinato con la morte cambia le persone. Quelle di buon cuore diventano ancora migliori e si dedicano alle cose che contano davvero”.
Si giunge alla fine concitata del romanzo “Epidemia mortale” dopo aver incontrato tante persone e aver corso e rischiato insieme ai vari protagonisti. Scoprendo cosa ci sia dietro ognuno di loro e, dopo quello, anche cosa ci potrà essere dopo.
© 2017 Newton Compton Editori
ISBN 978-88-227-1116-8
Pag. 670
€ 9,90
Written by Miriam Ballerini