“Smack!” fanzine del collettivo Moleste: svelare il sommerso
Smack! è il nome della fanzine, la prima pubblicata da Eris edizioni e sostenuta da diverse librerie indipendenti, la seconda in ordine temporale (la prima era del 2022) del collettivo Moleste.

Il collettivo Moleste nasce nel 2020 dopo le molteplici accuse di molestie e grooming verso autori statunitensi, come riporta il sito internet che invito a visitare. Oltre cinquanta artiste hanno appoggiato questa iniziativa e hanno portato ad interrogarsi su come andassero le cose nel nostro Paese e come fare per cambiarle.
Le proposte del collettivo hanno portato alla luce storie sommerse di altre autrici che hanno subito molestie a vario titolo da colleghi maschi, da insegnanti, da datori di lavoro. I loro racconti sono diventati testi anonimi sul sito e primo step di un percorso verso il riconoscimento di un problema, nessun ambito lavorativo escluso nemmeno quello artistico o del fumetto che si crede giocoso e leggero, una nicchia in cui si respira solo creatività.
Guardare dietro alla superficie, svelare il sommerso diventa per il collettivo opportunità di crescita artistica, ma anche consapevolezza di quanto sia necessario parlare e approfondire queste tematiche. Sono riuscite a portare dibattiti nelle scuole, nei centri sociali, nelle associazioni e hanno pubblicato “Fai rumore” con l’editore Il Castoro che ha avuto grande risonanza, non solo per il rumore, apprezzata da critici e lettori.
Le Moleste colpiscono ancora, verrebbe da dire, e lo fanno con un pugno o con un bacio – smack è una onomatopea che si presta a doppia interpretazione ‒ a seconda del lettore, dell’articolo o del fumetto all’interno della fanzine.
Fanzine corposa di quasi 100 pagine ad un prezzo contenuto di 10 euro in cui si alternano voci autoriali più o meno note al pubblico, ad esempio Grazia La Padula, Francesca Ciregia, Sara Pichelli, Laura Guglielmo solo per citare quelle che ho potuto conoscere per altri loro lavori.
Il tema è quello del pelo, declinato come antifemminile nel corso degli anni, rivalutato dalle donne libere che non vogliono imposizioni se toglierli o meno, dramma dell’adolescenza o arma di seduzione per piacere agli uomini (capelli lunghi).
Divertenti e non scontate le storie che ne raccontano i drammi o le liberazioni. Ben argomentati i testi che riportano modi di dire come quello “senza peli sulla lingua” e testimonianze personali di come sia spesso fonte di ansie e problema tutto femminile, perché decliniamo il pelo al maschile non solo nel linguaggio, ma nel modo di vederlo su qualcun altro. Una donna con i peli è considerata brutta, un mostro, fin da piccole ci dicono di toglierli così come i capelli in alcune culture diventano un simbolo di appartenenza o meno.
Ironica e controversa la rubrica #notallwomen che fa da contraltare a chi dice non tutti gli uomini quando accade un fatto di cronaca: le donne non hanno paura a riportare atroci delitti e donne sanguinarie.
Una fanzine stimolante intellettualmente sia nei contenuti che nella forma, molto ben riuscita e omogenea rispetto alla prima, più curata anche nei contenuti testuali che lasciano spazio al lettore di farsi le proprie idee e di poter dubitare su quello che diamo come dato certo nella nostra società. Anche i peli sembrano essere un tabù da demolire, una cosa tanto piccola eppure fondamentale per molte.
Alla fanzine hanno collaborato trentacinque autrici di cui non faccio elenco perché invito l’acquisto e dei semplici nomi su questo articolo non rendono l’idea del loro contributo.
Davvero una bella raccolta di storie e testimonianze che fanno sorridere, divertire, riflettere, empatizzare su un problema tanto piccolo ed innocuo eppure centrale nella vita di tutte noi.
Il pelo è un particolare minuscolo che riesce a far emergere problemi profondi della società, delle donne, dell’accettazione di sé, del relazionarsi con l’altro. Non ho potuto che farmi una risata sulla vignetta relativa alla ragazza che deve andare in ospedale e ha le gambe non depilate ed è un dramma al quale pochi pensano. Mentre in altri casi si fa riferimento a problemi molto più grandi in cui i peli sono il pretesto per affrontarli. Questa fanzine riesce dal particolare, il pelo, a parlarci dell’universale, di femminismo, di lotta ai pregiudizi, di parità di genere.
Una bella sorpresa nel leggerla che mi ha portato ad avere molte emozioni, anche contrastanti, e a definire le moleste come necessarie a portare avanti le loro tematiche e le loro idee nel panorama italiano che ha bisogno della loro arte e dei loro sguardi e soprattutto della loro mancanza di peli sulla lingua. Per fortuna.
Written by Gloria Rubino
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