“Margherita delle stelle” fiction diretta da Giulio Base: ispirata al libro Nove vite come i gatti
“È una metafora della nostra vita, dobbiamo sempre puntare alla stella giusta e dirigerci verso i nostri sogni.”

Prima donna a ricoprire l’incarico di direttrice dell’Osservatorio Astronomico di Trieste, Margherita Hack è la protagonista di una fiction targata RAI 1 andata in onda il 5 marzo 2024 sulla rete nazionale.
Ispirata al libro Nove vite come i gatti, di cui la stessa scienziata è autrice, il film Margherita delle stelle, diretto da Giulio Base mostra aspetti anche inediti, o meno noti, della vita della grande scienziata.
“Questo film è stato per me un autentico viaggio verso le stelle: nella fiction, alla giovane Margherita davanti al telescopio viene chiesto di ‘puntare la stella giusta’, che è anche una metafora adatta alla vita.” ‒ Cristiana Capotondi
Nata a Firenze il 12 giugno 1922, e morta il 29 giugno 2013, la fiction inizia presentando l’infanzia di Margherita in compagnia dei suoi genitori.
Intellettuali anticonvenzionali, lontani dai dettami del regime fascista, i quali hanno trasferito alla figlia un’ampia idea di libertà di pensiero, Margherita farà propri i loro insegnamenti anche nei suoi anni a venire.
Vegetariana, porterà sempre avanti questo suo stile di vita; inoltre, animalista si batterà per tutelare gli animali.
Fin da ragazzina, la Hack denota idee chiare e un carattere ben definito, e un comportamento diverso da quello di alcune sue coetanee, avvezze a trastullarsi con passatempi tipicamente femminili.
Dall’infanzia il film passa a raccontare del suo periodo adolescenziale di Margherita, momento formativo durante il quale la giovane studentessa manifesta una mente brillante; perspicace più dei suoi compagni, oltre che attenta alle problematiche sociali di cui si fa interprete. Notevole è la sua presa di posizione a favore di una sua insegnante, di origine ebraica, allontanata dalla scuola in seguito alla promulgazione delle leggi razziste del 1938.
Liceale eccellente, Margherita si cimenta con successo anche nell’attività sportiva, con performance, nel salto in alto e nel salto in lungo, davvero smaglianti. Quindi, la maturità della Hack, durante la quale viene mostrato il suo eccezionale percorso professionale, non senza ostacoli; sempre supportata dal suo compagno di vita, Aldo, con cui si unisce in matrimonio con rito religioso, nonostante si sia sempre dichiarata atea, nel1944, proprio nel bel mezzo della guerra.
Rimanendo sempre un po’ in disparte, e per nulla geloso del successo della moglie, Aldo è un modello esemplare di maschio. D’altra parte non poteva essere altrimenti, data la levatura mentale di Margherita Hack, che ha scelto un uomo alieno dai piccoli dissapori quotidiani, così concentrato nello studio di materie umanistiche.
Impegnata in una professione un tempo appannaggio dei soli uomini, Margherita affronta le difficoltà e i pregiudizi rivolti alla sua persona, nell’ambito lavorativo, con grande forza e con la caparbietà che le appartiene. Colleghi di lavoro che in qualche modo ne intralciano il percorso, spinti da moti di invidia, in certi casi anche immotivati, comunque tesi a frenare il successo della scienziata.
Ma lei, armata di coraggio, non si lascia intimidire, e spinta dalla passione verso una professione dal fascino indiscusso, dà prova di essere una persona che va oltre gli spiccioli schemi mentali.
Ottenuta la cattedra di astronomia presso l’Università di Trieste, in seguito fa esperienza presso vari osservatori europei e americani. Per rivestire l’incarico, a metà degli anni Sessanta del Novecento, di direttrice dell’Osservatorio Astronomico di Trieste.
Dotata di grande iniziativa, interpreta il suo ruolo con un alto senso dell’innovazione, grazie alla sua lungimiranza alimentata dalla sua mente brillantissima, che ne fa un modello virtuoso di scienziata apprezzata in tutto il mondo. Portando l’Osservatorio a livello internazionale.
Questa, in breve, è la trama della fiction trasmessa dalla rete RAI. Anche se di Margherita Hack ci sarebbe stato da dire molto di più.
Munita del suo telescopio a esplorare l’universo, per esempio, tesa a cercare risposte per soddisfare la sua sete di sapere, di cui non si è parlato abbastanza. Considerando la sua vita straordinaria, si sarebbe potuto parlare, inoltre, del suo impegno in veste di divulgatrice scientifica, portato avanti con passione e con il desiderio di trasferire ai più giovani la sua conoscenza. Grazie anche alle numerose pubblicazioni di cui è stata autrice.
“Lavoro con numerose fondazioni: fino a sedici anni sono molte le ragazze che sognano di studiare le materie scientifiche, dopo però passano a quelle umanistiche. Credo che sia dovuto alla difficoltà delle donne di poter sognare una vita nella scienza. Lo studio delle stelle è anche una metafora della nostra vita, dobbiamo sempre puntare alla stella giusta, dirigerci verso i nostri sogni.” ‒ Cristiana Capotondi
Anticonformista quanto basta, Margherita Hack è stata un esempio di determinazione e modello per tutto il genere femminile, come ben esplicitato nel film Margherita delle stelle.
Modello di emancipazione, con il suo modo di fare pacato e sicuro, la Hack ha infranto barriere una volta precluse al mondo femminile. Divenendo un faro a cui guardare, sia per il suo impegno nello studio e per la straordinarietà delle sue scelte, sia per le sue battaglie a favore dei diritti sociali.

Denotando un’ampia libertà di pensiero, quella che ha sempre guidato il suo cammino di scienziata.
Portata sullo schermo egregiamente, la fiction mette in luce sì il suo percorso professionale e privato, ma non a sufficienza il suo impegno a favore delle donne, soprattutto in ambito lavorativo.
Lasciando infine al mondo scientifico un’eredità importante, soprattutto di pensiero, che ha contribuito ad aprire la strada alle future generazioni di donne. Affinché queste sviluppassero la consapevolezza di potersi appropriare, negli studi e nelle professioni, delle discipline da esercitare in ambito scientifico.
“Conoscevo la Hack scienziata e divulgatrice, la sua storia, non solo professionale ma anche familiare e personale; è vissuta coltivando il valore della libertà, di spirito e di pensiero; e credo sarebbe potuta essere una grande senatrice a vita.” ‒ Cristiana Capotondi
Written by Carolina Colombi
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