“No Need To Argue” album dei Cranberries: ricordando Dolores O’Riordan
Il richiamo nostalgico dell’Irlanda, con la sua storia complessa e le sue lotte, risuona in maniera indelebile attraverso l’opera dei Cranberries, guidati dalla voce iconica e indimenticabile di Dolores O’Riordan.
La sua prematura scomparsa nel 2019 ha segnato la fine di un’era e ha offerto un’occasione per riflettere sul potere straordinario racchiuso nella sua voce.
L’album “No Need To Argue” del 1994, nonostante possa mancare della stessa immediatezza ascoltabile del suo predecessore, si erge come un monumento di sincerità e rivelazione personale da parte della cantautrice irlandese.
Quando i Cranberries trasformarono le proprie lotte in arte attraverso “No Need To Argue”, il panorama musicale irlandese trovò una voce autentica e universale.
La lotta diventa una componente cruciale, trasudando attraverso brani come “Zombie”, un inno emozionante che cattura il dolore e l’angoscia legati agli eventi tumultuosi de “The Troubles”, il conflitto etnico nazionalista nell’Irlanda del nord che durò dalla fine degli anni ’60 al 1998.
La canzone, un tributo struggente a due giovani vite perse negli attentati dell’IRA nel 1993, va oltre il semplice ambito musicale per diventare una testimonianza sonora di una nazione in lutto.
Nel contesto di questo album, “Yeat’s Grave” emerge come un brano oscuro che approfondisce ulteriormente le sfide affrontate dalla band e dal paese.
Un tributo cupo e rispettoso al poeta William Butler Yeats, la traccia si snoda attraverso paesaggi sonori inquietanti, intrecciando la storia e la poesia in un affresco musicale avvincente.
Uno degli assi portanti del brano “Empty” risiede nell’isolamento. Le parole trasudano un palpabile senso di solitudine e distacco dal mondo circostante. Si addentra nell’immensa sensazione di vuoto che può pervadere l’esistenza di un individuo quando le connessioni significative scarseggiano.
La voce espressiva della O’Riordan, accompagnata dalla melodia malinconica, coglie con perfezione la disperazione e il bruciante desiderio di compagnia, a cui tanti possono rispecchiarsi.
La tristezza toccante permea anche brani come “Ode To My Family”, “21”, “Daffodil Lament” e “Disappointment” e l’incantevole drammaticità di “Daffodil Lament”, evidenziando la capacità di O’Riordan di tradurre le emozioni più complesse in melodie coinvolgenti.
“Dreaming My Dreams”, in contrasto con il tema delle lotte, si presenta come una canzone d’amore tranquilla e intima, scritta e dedicata al suo compagno di vita.
La diversità di temi affrontati evidenzia la profondità artistica della band, e il modo in cui la O’Riordan esplora le varie sfaccettature dell’esperienza umana.
La traccia di chiusura, “No Need To Argue”, riduce l’album a una nota essenziale, con gli accordi sintetizzati che fanno eco sotto la voce di O’Riordan.
In questo contesto, la lode a Dolores O’Riordan emerge come un elemento centrale. Ha dato voce alle lotte di un intero paese, portando la sua essenza nelle note di ogni canzone.
Fino ai suoi ultimi istanti, Dolores dei Cranberries ha continuato a essere una voce potente e ispiratrice per coloro che l’hanno seguita. Il suo talento e la sua dedizione alla verità emotiva rimangono un faro luminoso nella vastità dell’universo musicale.
Written by Cinzia Milite
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