“Uomini e dei” docufilm di Michele Mally: il pathos di Jeremy Irons

“La passeggiata non sarà inficiata dall’uso di device, non ci sarà bisogno di ‘oculus’ o smartphone. È il museo stesso che diventa contenitore fisico del paesaggio in cui si trovano gli oggetti. Prima di entrare nelle sale che mostrano la storia del museo e di accedere alle collezioni, si passa dall’Egitto.” ‒ Christian Greco

Uomini e dei Le Meraviglie del Museo Egizio documentario
Uomini e dei Le Meraviglie del Museo Egizio documentario

La nuova proposta di Nexo digital, dal titolo Uomini e dei. Le meraviglie del Museo egizio, è un docufilm che scandaglia una delle più antiche e interessanti civiltà del mondo.

Presente nelle sale cinematografiche italiane nei giorni 12 e 13 marzo 2024, il docufilm è dunque una ghiotta occasione per entrare con dovizia di dettagli in un tempo lontano, ma vicino da un punto di vista emotivo, grazie all’attrattiva esercitata dal Museo egizio di Torino.

Diretto da Michele Mally, il cui soggetto è stato elaborato in sinergia con Matteo Moneta, autore anche della sceneggiatura, il docufilm promette, fin dal suo titolo, una visione di straordinario interesse.

Presentato in anteprima al Torino Film Festival di Torino, dove ha riscosso notevole successo, ad accompagnare lo spettatore in un percorso davvero emozionante è l’attore Jeremy Irons, già premio Oscar. Noto per le sue numerose interpretazioni sul grande schermo, grazie a una scenografia evocativa l’attore si muove fra luci ed ombre lungo un viaggio nel mondo della civiltà egizia. Con commenti e descrizioni di sicura suggestione per la ricchezza documentaristica messa in campo.

L’occasione di dedicare un documentario al Museo egizio di Torino sono le celebrazioni per il 200esimo anniversario dalla sua fondazione.

Ed è proprio dal Museo di Torino, il più antico al mondo, secondo soltanto a quello de Il Cairo, che si dipana un itinerario sulle tracce della civiltà egizia, sviluppatasi su di una striscia di terra lungo il corso del Nilo intorno al 3200 a.C., con l’alto Egitto e il basso Egitto, regni poi unificati sotto il regno del faraone Menes, con l’inizio del periodo dinastico che durerà per tutta la storia egizia.

Custode di oltre 40mila reperti, esposti su più piani del Museo, fra cui scoperte che vanno dalle sfingi ai sarcofagi e alle statue, per arrivare ad amuleti di piccole dimensioni; un’ampia carrellata di oggetti che testimoniano l’evoluzione della civiltà egizia, sorprendendo lo spettatore per l’eccezionalità delle scoperte.

Fra i più interessanti ritrovamenti, grazie al documentario, si può ammirare Il papiro dei Re, noto all’estero come Turin King List. Si tratta di una lunga lista realizzata a mano arrivata incredibilmente fino ai giorni nostri, che ricostruisce l’avvicendarsi dei Faraoni.

Altra testimonianza di grande interesse storico è il Papiro delle miniere, consistente in una carta geografica, anche in questo caso, fra le più antiche di cui si conosca l’esistenza.

Ma perché la città di Torino è stata deputata a ospitare il più antico polo museale al mondo?

L’origine di tale privilegio affonda in tempi lontani, sulle tracce delle grandi esplorazioni da parte di viaggiatori e archeologi italiani alla ricerca di reperti della civiltà nata lungo il corso del Nilo, all’epoca, ancora da palesarsi del tutto.

Ne è esempio, Vitaliano Donetti, archeologo, che nel ‘700 viene inviato dai Savoia per andare in cerca di tracce del mondo egizio.

Uomini e dei Le Meraviglie del Museo Egizio - documentario
Uomini e dei Le Meraviglie del Museo Egizio – documentario

A seguire, Bernardino Drovetti, diplomatico piemontese al servizio del governo francese, che ha venduto a Carlo Felice di Savoia il primo nucleo delle collezioni del museo. Ed è risultato scopritore della Stele di Rosetta che in seguito riuscirà a tradurre.

Inoltre, le campagne di scavo archeologico da parte di Ernesto Schiapparelli e Giulio Farina a inizio ‘900, che scoprono una tomba ancora intatta, costituita da oggetti legati alla quotidianità. Oltre che resti di defunti ben conservati e senza alcun danno da precedenti incursioni di esploratori.

Ancora, la tomba dell’architetto Kha e il suo viaggio nell’Oltretomba; attraverso i sarcofagi e gli oggetti di Kha e Merit, sua moglie, con il loro corredo nuziale e i loro gioielli il docufilm partecipa lo spettatore a un’ulteriore vivida testimonianza. Ed è grazie a un programma 3D che si è potuto ricostruire la vita della coppia.

Inoltre, la descrizione del procedimento per la mummificazione, dei funerali, compreso il giudizio di fronte a Osiride secondo i precetti del Libro dei Morti.

La visita prosegue poi a visitare i luoghi deputati a essere testimoni della civiltà egizia. Da Giza a Luxor, il docufilm riferisce dei siti da cui provengono i principali reperti delle collezioni presenti al Museo di Torino, compreso l’antico villaggio di Deir el-Medina, popolato dagli scribi e dagli artigiani delle tombe della Valle dei Re.

Per fare poi un salto nel tempo: alla metà del 1500, nello specifico, quando i sovrani del Piemonte, i Savoia, sovrapposero al toro, allora emblema della città di Torino, il dio egizio Api. Che aveva anch’esso le sembianze di toro, ed era adorato nell’antico Egitto.

A conferma della corrispondenza fra la città di Torino e la civiltà egizia.

“Nella grande sala ipogea che ora ospita le biglietterie, grazie a proiezioni con realtà virtuale si potrà camminare attraverso i siti dell’Egitto in un paesaggio che cambia continuamente.” ‒ Christian Greco

Ma non è solo il Museo egizio di Torino a essere protagonista dell’eccellente docufilm di Nexo digital, che condivide con lo spettatore opere iconiche quali la Iside di bronzo e alcuni sarcofagi che hanno avuto una seconda vita grazie alle cure prestate dal personale del Museo egizio di Torino.

Accanto a quello di Torino altre realtà museali parallele sono presenti nella narrazione del docufilm. Dal Louvre al British Museum di Londra a quello di Berlino, oltre che istituzioni a livello mondiale da cui provengono membri del comitato scientifico del Museo di Torino, che vanta collaborazioni scientifiche con atenei e centri di ricerca a livello internazionale.

Non potevano mancare, per impreziosire maggiormente il docufilm, interventi importanti, che si fanno valore aggiunto di un lavoro documentaristico più che meritevole di attenzione.

Christian Greco citazione
Christian Greco citazione

Il direttore del Museo Christian Greco, per esempio, che ha seguito con passione e lungimiranza la sua evoluzione, prodigandosi per fare del museo un modello da salvaguardare. Evelina Christillin, presidente della fondazione, che si distingue per competenza e imprenditorialità in campo sportivo e culturale. Da aggiungere, inoltre, numerosi e competenti interventi di addetti ai lavori in ambito museale.

Tutti nomi eccellenti che hanno partecipato con un racconto corale davvero esaustivo, il quale dà la misura della valenza storica di un’istituzione fra le più celebri al mondo.

Alfine di presentare un documentario d’eccezione, che accompagnato dalla colonna sonora di Remo Anzovino, si è rivelato essere un lavoro di notevole pregio.

“Il mio sogno nel cassetto, che intendo concretizzare per il 2024, è di offrire al pubblico. La possibilità di una visita spazio-temporale nell’antico Egitto.” ‒ Christian Greco

 

Written by Carolina Colombi

 

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