“Tutti gli uomini del presidente” film di Alan J. Pakula: seguire il denaro

“Io non amo la stampa. Non ho simpatia per la superficialità e l’inesattezza.”

Tutti gli uomini del presidente film di Alan J. Pakula
Tutti gli uomini del presidente film di Alan J. Pakula

Tratto dall’omonimo saggio realizzato da Bob Woodward e da Carl Bernstein, la pellicola Tutti gli uomini del presidente è la rappresentazione cinematografica di uno dei momenti più difficili della storia politica americana.

Uscito nelle sale cinematografiche nel 1976 a opera del regista Alan J. Pakula, il lungometraggio, a suo tempo, ha ottenuto un grande successo sia di pubblico come di critica.

“Segua il denaro.”

La narrazione filmica di Tutti gli uomini del presidente vede due giovani cronisti del Washington Post, impegnati in un’inchiesta che cambierà le sorti dell’America, essere protagonisti di una trama scandita da un ritmo dinamico e coinvolgente.

Narrazione, che riporta fedelmente e con estrema precisione di dettagli quello che sarà conosciuto in tutto il mondo come il caso Watergate. Fatti, che hanno svelato uno scandalo il quale ha coinvolto le alte sfere della politica degli Stati Uniti.

“Deve dimenticare i miti che la propaganda ha creato attorno alla Casa Bianca. La verità è che quella non è gente molto sveglia e la situazione gli è sfuggita di mano.”

Siamo nei primi anni Settanta del Novecento in piena guerra del Vietnam, momento assai difficile per la gestione della politica estera americana, che vede gli stati Uniti abbandonare il Sudest asiatico a causa del disastroso epilogo del conflitto, dopo durissimi combattimenti durati dieci anni. Che hanno causato una gran quantità di morti e feriti.

Venuti a conoscenza di un grave episodio messo in atto da alcuni individui legati al Partito Repubblicano, partito di appartenenza dell’allora presidente in carica Richard Nixon, i due cronisti decidono di intraprendere un’azione investigativa nell’ambito degli ambienti governativi. Scoprendo, che uno dei partecipanti all’operazione messa in scena per danneggiare il Partito Democratico è legato alla CIA.

L’inchiesta giornalistica porterà Bob Woodard (Robert Redford) e Carl Bernstein (Dustin Hoffman) a scoprire una verità che può mettere in discussione l’apparato democratico del paese.  Nonostante, inizialmente, pare non esistere alcun collegamento fra l’episodio in questione e la Casa Bianca.

Ed è seguendo tracce e indizi che Woodward e Bernstein, nonostante l’omertà e la perplessità con cui sono osservati sia da parte degli altri organi di stampa come del pubblico, procedono nell’indagine pubblicando i loro articoli sul Washington Post. Sebbene ai due vengano rivolte minacce fisiche, anche di morte, e accese ostilità.

Personaggi dall’iconografia ben riconoscibile, grazie al loro pragmatismo e alla loro autonomia di pensiero, ai due verrà in aiuto un informatore ‒ definito gola profonda – per dare all’indagine la giusta direzione smascherando una rete di spionaggio, corruzione e affari non troppo puliti, che convergono nel Comitato del Partito Repubblicano, con implicazioni dei servizi segreti per sabotare la compagine del Partito Democratico.

Palesando quello che sarà conosciuto come il caso Watergate in tutta la sua conclamata pericolosità. Perché la verità portata alla luce da Woodard e Bernstein è una verità non soltanto scomoda, coperta anche dal presidente, ma dannosa per tutta la collettività americana. Che metterà sotto scacco la persona per definizione più influente del mondo all’epoca, detentore di un potere assoluto.

La cui conseguenza sarà più grave del previsto; verrà infatti aperta una procedura per chiedere l’impeachment del presidente Richard Nixon con accuse di assoluta gravità. Anche per le menzogne di cui si è fatto portavoce, mal tollerate dalla popolazione.

Costretto a dare le dimissioni, sarà nel 1974 che Richard Nixon decade dalla carica di Presidente degli Stati Uniti.

“In una cospirazione come questa, si comincia dalle frange esterne e si va avanti passo per passo. Se si spara troppo in alto. E si manca il bersaglio quelli si sentono più sicuri e l’inchiesta viene ritardata di mesi interi.”

Tutti gli uomini del presidente, film di denuncia che ha cambiato il corso degli eventi della storia politica americana, risulta essere un lungometraggio fra i più interessanti degli anni Settanta. Ed è una pellicola che rivela la triste parabola di uomini dal potere occulto che non hanno esitato, con sistemi non ortodossi, a far prevalere gli interessi della loro parte politica a discapito di quella avversa.

Raccontata senza alcun tono celebrativo, la narrazione filmica realizzata dal regista Alan J. Pakula, mette in luce un tipo di giornalismo, definito d’assalto o giornalismo investigativo, focalizzato sul principio della libertà di espressione, peculiarità della stampa americana. Almeno, di quella raccontata all’epoca dei fatti. Segnalando quanto sia importante, per un paese che si dichiari democratico, godere di una informazione che sia autenticamente libera.

Esempio di un tipo di giornalismo coraggioso, il film è stato costruito anche grazie a dialoghi serrati che incarnano un modo di riportare le notizie con un linguaggio asciutto ed incisivo, indice della bontà di tale professione.

Inoltre, Tutti gli uomini del presidente, che si svela come documento storico d’eccezione e di rilevante significato sociale, ha cambiato la storia del giornalismo americano, diventando simbolo del cosiddetto servizio pubblico garante delle istituzioni democratiche.

Tutti gli uomini del presidente film citazioni
Tutti gli uomini del presidente film citazioni

La pellicola, dai toni drammatici e purtroppo veritieri, è stata portata sullo schermo da eccellenti rappresentanti del cinema d’oltreoceano con performance interpretative davvero ineccepibili. Tanto che Washington Post ha meritato l’assegnazione del premio Pulitzer.

Dotato di un’eccellente fotografia, si racconta sia stato l’attore Robert Redford, venuto a conoscenza dei gravissimi fatti avvenuti presso il complesso residenziale Watergate in Washington, a sollecitare i due giornalisti affinché dessero alle stampe il loro saggio. Acquistandone poi i diritti per conto della casa di produzione cinematografica Warner Bros, affinché se ne realizzasse un film.

“Gli argomenti di una campagna elettorale sono la pace e la prosperità, non i fondi per ottenerla.”

 

Written by Carolina Colombi

 

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