“Jingle Bells” suonata nello spazio: la Musica che unisce la Terra alle Stelle
“Jingle bells, jingle bells, jingle all the way
Oh, what fun it is to ride in a one horse open sleigh”
Nelle festività natalizie, la musica ha il potere di avvolgerci nell’atmosfera calorosa e accogliente che tanto amiamo.
Alcuni cercano disperatamente di evitare l’ennesima ripetizione di “All I Want for Christmas is You” di Mariah Carey, mentre altri si immergono nelle playlist natalizie su Spotify per creare quell’atmosfera magica.
Le canzoni di Natale hanno una storia ricca e affascinante, spaziando dalla tradizione religiosa alle ballate di guerra. E tra le più celebri di queste melodie natalizie, “Jingle Bells,” oltre ad essere un classico intramontabile, ha una storia particolare, essendo stata suonata in uno dei luoghi più straordinari che si possano immaginare: lo spazio.
Il mistero che circonda la possibilità di riprodurre musica nello spazio ha sempre suscitato cuiosità. In uno spazio cosmico così vasto e privo di aria, com’è possibile creare suoni musicali?
Tecnicamente, gli strumenti non possono emettere note musicali nello spazio a causa dell’assenza dell’aria necessaria per trasportare le onde sonore. Questo significa che se volessimo far arrivare “Jingle Bells” a tutti i pianeti del sistema solare, rimarremmo delusi, poiché lo spazio, come ci ha insegnato il famoso film “Alien,” è un luogo dove “nessuno può sentirti urlare.”.
I film di fantascienza, come “Star Trek” e “Star Wars“, ci hanno spesso abituati a immaginare lo spazio come un’ambientazione ricca di suoni spettacolari, ma la realtà è ben diversa. Quando ci si trova nello spazio, l’assenza di suoni diventa quasi surreale.
Gli astronauti, tuttavia, hanno trovato un modo per portare la musica nello spazio. Hanno tirato fuori strumenti musicali come l’armonica e le campanelle della slitta, che avevano portato di nascosto a bordo e si sono esibiti in una memorabile jam session. Questo evento storico è stato registrato nel Guinness dei Primati come la prima esecuzione musicale nello spazio, dando inizio a una tradizione di “musica spaziale” che continua ancora oggi.
La prima jam session tra le più celebri nello spazio è avvenuta nel 1965, quando gli astronauti Gemini 6 e 7, Tom Stafford e Wally Schirra, decisero di eseguire “Jingle Bells” come parte di uno scherzo. Questo scherzo ebbe luogo dopo che entrambe le missioni avevano completato il loro primo incontro tra due veicoli spaziali, un passo fondamentale verso il viaggio sulla Luna. Scherzarono con il controllo missione NASA, affermando di aver visto un UFO guidato da Babbo Natale.
È stato registrato un numero considerevole di performance musicali nello spazio, che comprendono una vasta gamma di strumenti, tra cui flauto, tastiera, cornamusa, sassofono, didgeridoo (realizzato con tubi a vuoto), ryuteki e koto. Tuttavia, suonare strumenti in assenza di gravità presenta sfide uniche.
Ad esempio, l’astronauta Ellen Ochoa ha dovuto assicurare i piedi mentre suonava il flauto per evitare che la forza delle note spostasse tutto il suo corpo. I tastieristi hanno scoperto che premendo un tasto facevano muovere l’intera tastiera, mentre i chitarristi hanno visto le loro plettri fluttuare tra le mani. Questi dettagli rendono l’esperienza straordinaria e unica.
La scelta degli strumenti è cruciale, poiché quelli in legno sono altamente infiammabili e le custodie in plastica possono emettere radiazioni, rendendo le custodie in metallo la scelta migliore.
La musica nello spazio non riguarda solo il divertimento degli astronauti; è diventata un’espressione artistica unica che connette l’umanità all’universo. David Bowie è uno degli artisti più suonati nello spazio, con il famoso video virale del 2013 in cui l’astronauta Chris Hadfield eseguì “Space Oddity“ a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Bowie stesso dichiarò che questa esibizione era “forse la versione più toccante della canzone mai creata.” Le canzoni di Bowie, come “Space Oddity” e “Life on Mars,” continuano a risuonare nello spazio grazie al sistema audio della Tesla Roadster lanciata nello spazio nel 2018.
Altri artisti hanno seguito le orme di Bowie, tra cui i Pink Floyd. I Pink Floyd registrarono una cassetta di “Delicate Sound of Thunder“ durante la missione sovietica Soyuz TM-7 nel 1988 e la fecero suonare sull’astronave. Nel 2012, will.i.am scrisse “Reach for the Stars” per commemorare l’atterraggio del rover Curiosity su Marte.
La canzone fu trasmessa da Marte, diventando così la prima canzone suonata su un altro pianeta. Anche i Coldplay hanno portato la loro musica nello spazio, con il singolo “Higher Power” trasmesso sulla Stazione Spaziale Internazionale. Questo brano fa parte del loro album “Music from the Spheres,” pubblicato nell’ottobre 2021 e ispirato al tema spaziale.
La lunga storia della musica nello spazio è indissolubilmente legata all’esilarante esecuzione di “Jingle Bells” nel 1965 da parte degli astronauti Gemini 6 e 7. In quel momento, probabilmente non si resero conto di quanto stessero contribuendo a una tradizione straordinaria.
La musica continuerà ad essere ascoltata e suonata nello spazio, anche se non possiamo udire i suoni nel vuoto cosmico. Sappiamo che sopra di noi, gli astronauti continuano a esercitarsi con i loro strumenti e a godersi la musica, portando un po’ di gioia e connessione tra la Terra e le Stelle.
Written by Cinzia Milite