Maria Callas: la donna, la voce, le passioni

“Non sono un angelo e non pretendo di esserlo. Non è uno dei miei ruoli. Ma non sono nemmeno il diavolo. Sono una donna e una seria artista, e gradirei essere giudicata per quello.” ‒ Maria Callas

Maria Callas citazioni quote
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Morta a soli 54 anni, Maria Callas (Maria Cecilia Anna Sofia Kalogeropoulos, in arte Callas) nasce il 2 dicembre 1923 a New York. Ricorrono dunque i 100 anni dalla sua nascita il 2 dicembre del 2023.

Una data da ricordare e da celebrare per lo spessore artistico di cui era dotata il grande soprano.

Rievocarne la figura iconica, come ha fatto lo scrittore Giandonato Crico, che ha raccontato della vita e della carriera della cantante nel libro In occasione dei 100 anni dalla nascita. Maria Callas edito da Gremese editore, è quindi quasi un obbligo.

“Non ho bisogno dei soldi. Lavoro per l’arte.”

Figlia secondogenita di un farmacista greco emigrato in America, il talento canoro di Maria Callas si manifesta fin da giovanissima. Tanto che i suoi genitori assegnano alla piccola il ruolo di enfant prodige, indirizzandola a uno studio severo. Scelta che può essere alquanto discutibile, a causa delle numerose rinunce a cui Maria Callas dovrà sottostare, e che ne limitano la spensieratezza propria dell’infanzia.

Privazioni e sacrifici che la porteranno a provare un certo livore che non l’abbondonerà mai, nei confronti della propria madre; in quanto criticata per averla privata di vivere una fanciullezza serena, perché troppo impegnata a studiare duramente.

Consapevole di non essere la figlia prediletta, ruolo invece occupato da sua sorella Yakinty primogenita della coppia, Maria Callas riserverà a sua madre, anche in età matura, un’accesa ostilità.

Dopo un incidente d’auto in cui la cantante rimane coinvolta in maniera seria, è il 1937 quando con lei si trasferisce in Grecia, che nel frattempo si è separata dal marito.

Favorita dalle straordinarie potenzialità canore che le vengono riconosciute anche dai suoi insegnanti, la Callas si dedica all’esercizio del canto per numerose ore al giorno, frequentando costantemente il Conservatorio di Atene. E affidata alle cure del celebre soprano Elvira de Hidalgo, da quel momento suo unico riferimento. Dopo il debutto in Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, ottiene un immediato successo grazie all’eccellente interpretazione della Tosca di Giacomo Puccini. Cui segue, terminata la guerra, un momento di sconforto, perché ingiustamente accusata di collaborazionismo, soltanto per aver partecipato a eventi musicali alla presenza di tedeschi.

Le gravi accuse inducono Maria Callas a lasciare l’Italia e raggiungere New York, rintracciando il proprio padre; qui, grazie al suo innato talento, è accolta con grande entusiasmo ed ha un fortunato incontro con il tenore Giovanni Zenatello, direttore artistico dell’Arena di Verona in cerca di nuovi talenti.

Dopo aver ottenuto una scrittura è il 1947 quando raggiunge l’Italia, ricevendo ampia accoglienza.

Cui segue, sempre accolta dal favore del pubblico, l’interpretazione della Turandot di Giacomo Puccini presso le Terme di Caracalla. Quindi, nel 1949 è alla Fenice di Venezia con la Valchiria di Richard Wagner. A seguire, la sostituzione di una collega ne l puritani di Gioacchino Bellini, in cui interpreta il ruolo con una performance che suscita grande entusiasmo.

Altro incontro fortunato per Maria Callas è quello con Giovanni Battista Meneghini, che diventerà il suo manager e suo marito nel 1949, trovando in lui quella sicurezza e quell’affetto che le sono mancati. A questo punto, l’evolversi della sua carriera le assicura un successo dopo l’altro.

Che vede anche il Teatro della Scala di Milano aprirle le porte e offrirle una stretta collaborazione, assurgendo la Callas al ruolo di mito della lirica, decretandone la leggenda. Grazie alla sua estensione vocale, punto di forza di un brillante curriculum professionale. Dotata di un’ampia estensione vocale, la voce della Callas ha però alcune anomale disparità timbriche, anomalie che però vengono trascurate di fronte ai giusti tecnicismi messi in campo dalla cantante; che, accompagnate da un fascino interpretativo del tutto unico, sono scortate dalla sua abilità di modulare le emozioni attraverso la musica. A cui si aggiunge una presenza scenica davvero impareggiabile.

A questo punto, in seguito alla sua popolarità, la vita della Callas è data in pasto al gossip, sia vita privata che professionale, il quale irrompe su pagine e pagine di giornali che appellano la cantante come la ‘Divina’, o la regina della Scala.

Fino a quando, anche per un eccezionale dimagrimento su cui si favoleggia, immaginando le ipotesi più svariate, grazie all’intervento di stilisti di grido la Callas diventa anche simbolo di stile e di eleganza. Mentre il suo percorso professionale sembra non conoscere limiti.

Un nuovo successo è rappresentato dall’interpretazione de I vespri siciliani di Giuseppe Verdi, seguito dalla Norma di Gioacchino Bellini. Come trionfale è la sua presenza sulla scena del Maggio Musicale Fiorentino.

L’intensità delle sue interpretazioni le permette di entrare nei panni dei personaggi interpretati, conferendo alle sue performance profondità emotiva e ampia drammaticità. Con un approccio realistico e avvincente delle sue interpretazioni.

La Callas ha il pregio, oltre che ad offrire alla platea prestazioni di alto livello, di introdurre l’idea che il canto è sì una forma di espressione vocale, ma può essere anche strumento per comunicare emozioni e sentimenti al pubblico.

Nel 1952 Maria Callas è al Covent Garden di Londra, mentre nel 1953 è alla Scala con Medea e Lady Macbeth, eventi rimasti storici nella memoria collettiva.

“Artisti si nasce. E si rimane artisti, anche quando la voce non è proprio una meraviglia.”

Sono circa 57 i ruoli la Callas in cui si è cimentata, stabilendo un modo nuovo di stare in scena e di interpretare l’opera lirica. Memorabili sono le sue interpretazioni messe in scena da Luchino Visconti, come pure la Lucia di Lammermoor diretta da Herbert von Karajan.

A causa di un improvviso abbassamento della voce, durante la presentazione all’Opera di Roma de La Norma alla presenza anche dell’allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, si vede costretta a sospendere l’opera. E l’attività teatrale della cantante segna una battuta d’arresto.

Maria Callas citazioni
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La sua discendente parabola artistica si accompagna a una crisi personale, che si riflette in un malumore sulla sua vita privata, portandola verso la separazione dal marito: all’orizzonte di Maria Callas c’è stato l’incontro con l’armatore greco Aristotele Onassis, con cui imbastisce una storia sentimentale importante. Mentre la sua carriera segue fortune alterne, le luci del palcoscenico sembrano abbandonare la cantante, che subisce un tracollo in seguito alla perdita di un bimbo di cui era in attesa.

Così come la sua vita affettiva, per nulla edificante: Onassis la tradisce senza alcuna remora di sorta, e nel 1968 le preferisce Jacqueline Kennedy.

Nel frattempo, il film Medea di Pier Paolo Pasolini, realizzato per lei dal regista, non ha il successo in cui entrambi speravano. In conseguenza della quale per Maria Callas la depressione è dietro l’angolo, nonostante la sua vita sia ancora costellata da qualche momento di eccellenza artistica.

La morte di Pasolini nel 1975 è per la Callas un colpo durissimo; segue poi quella di Luchino Visconti nel 1976, che le causa un nuovo trauma emotivo.

La vita della Callas si spegne nel 1977 nella sua casa di Parigi, dove si è ritirata per leccarsi le ferite di un vissuto che non è stato quello che lei avrebbe desiderato. Chiudendo così, in solitudine, la breve carriera di una diva che molto ha dato al mondo della lirica, lasciando però in coloro che le hanno dimostrato affetto e apprezzamento un vuoto enorme. Ma lasciando anche il ricordo di una diva, che con le sue doti canore ha portato a dare della musica lirica una visione diversa da quella concepita fino ad allora.

“Le donne non sono sufficientemente alla pari con gli uomini; così dobbiamo renderci indispensabili. Dopotutto, abbiamo l’arma più potente nelle nostre mani: siamo donne.”

 

Written by Carolina Colombi

 

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