“L’altro io. Storia del mostro delle lacrime” di Miriam Ballerini: le problematiche psichiche dei carnefici

“Il vento aveva spirato tutta la notte, giocando strane partite di ping pong con le foglie degli alberi; stanco le aveva infine scaraventate a terra, come una tavolozza rotta, dalla quale erano defluiti i rossi e i gialli.”

L’altro io. Storia del mostro delle lacrime di Miriam Ballerini
L’altro io. Storia del mostro delle lacrime di Miriam Ballerini

Pubblicato nel 2023 dalla casa editrice Kimerik, L’altro io. Storia dl mostro delle lacrime è l’ultima fatica letteraria della scrittrice Miriam Ballerini.

Sviluppato in un’alternanza fra vicende romanzate e riflessioni e considerazioni proprie dell’autrice, si può definire il testo come un prodotto che sta a metà tra il romanzo e il saggio.

“Prima di entrare, Nicla si nascose sotto l’ombrello, riparandosi dalla pioggia che si era fatta insistente; chiuse gli occhi cercando di fare il vuoto nella propria mente.” 

Ma veniamo brevemente alla trama, ben costruita e di sicuro impatto emotivo per il lettore che, spinto da una narrazione intrigante promessa fin dalle prime pagine, si approccia alla lettura di un libro davvero interessante.

“Nicla parcheggiò nel posteggio del carcere. Si fece forza per prepararsi al terzo incontro con Lucas. Una parte di lei odiava quanto da lui commesso; ma l’altra metà non riusciva proprio a convincersi che Lucas fosse il male”

La protagonista, giornalista e mamma single, è una donna che si presta anche alla scrittura per la stesura di un libro focalizzato su di un personaggio inquietante: un serial Killer che ha commesso una serie di omicidi di giovani donne.

È dunque la questione di genere, di cui oggi molto si dibatte, una delle tematiche su cui si fonda il bel libro della Ballerini. Tematica di grande attualità di questi nostri tempi difficili, in cui ogni giorno, o quasi, la cronaca riporta la notizia di donne uccise dal proprio compagno, o da un ex-compagno che sia.

Ma l’assassino descritto dall’autrice non ha legami parentali con le sue vittime, se non per il fatto che suscitano in lui la memoria della propria madre. Semplicemente, Lucas, l’omicida, è un uomo disturbato, uno psicopatico in piena regola da un punto di vista clinico, la cui infanzia è stata segnata dal totale rifiuto affettivo da parte della donna che gli ha dato la vita.

La negazione della figura materna ha lasciato in Lucas un segno indelebile da cui non è riuscito ad affrancarsi, e che ha fatto di lui un uomo malvagio.

Ed ecco nascere da qui un comportamento disfunzionale che da piccolo lo ha visto infierire su innocui animaletti, e da adulto rivolgere la propria rabbia su giovani donne, abusate nel corpo con inaudita brutalità e perciò vittime del suo odio feroce. Ed è fra incontri in carcere con l’assassino e una quotidianità di non sempre facile gestione, che si snoda l’esistenza di Nicla, la protagonista. Che deve gestire la propria vita da single, con le complicazioni sentimentali conseguenti a questa sua condizione, oltre che governare le giornate del figlioletto nato quando era solo una ragazzina.

Nonostante la giovane sia descritta dall’autrice come una persona aperta al dialogo, anche verso coloro che vivono ai margini della società, e ben disposta a comprendere chi sbaglia, motivando il loro triste operato, gli incontri con Lucas la lasciano prostrata. In quanto messa di fronte a una realtà di non semplice accettazione.

Alle visite in carcere si aggiungono poi gli incontri con i familiari delle vittime del cosiddetto ‘mostro delle lacrime’, che ha infierito sulle giovani uccise fino a trarne un infinito godimento. Che, rimasti a scontare un fine pena mai, non sempre accolgono Nicla come una presenza positiva.

Sono poi altre le vicende parallele che fanno da contorno alla storia davvero interessante sviluppata nel bel libro della Ballerini, già autrice conosciuta per aver dato alle stampe lavori che meritano attenzione ed apprezzamento, anche per i temi affrontati.

“Ci sono persone che adottano uno stile di vita per dissimulare la loro vera identità. Gente che fa volontariato nella croce rossa, piuttosto che nei pompieri; oppure aiuta a raccogliere fondi per malati di qualche patologia rara.”

Scrittrice di ampia sensibilità sociale, l’autrice si rivela anche in quest’occasione, con il volume L’altro io, una narratrice a tutto tondo, capace di attrarre il lettore grazie anche alla sua abilità speculativa.

Sono infatti speculazioni importanti quelle messe in campo dalla Ballerini sul finire di ogni capitolo del libro, sviscerate con competenza e precisione professionale tale da dare al volume un tocco di originalità. Tanto da poterlo classificare come un testo di formazione.

Speculazioni, che fanno da corollario a una narrazione coinvolgente, in una commistione d’intenti davvero singolare, assegnando a L’altro io la prerogativa di testo da leggere tutto d’un fiato. Nonché da sottoscrivere in toto.

Miriam Ballerini - citazioni
Miriam Ballerini

Anche per la ragione, non ultima, di aver inserito questioni socialmente importanti in una narrazione leggera, che intrisa di leggerezza però non è. Ma che si rivela essere un tecnicismo narrativo che dà al testo una sorta di veridicità, disegnando uno spaccato di vita ordinaria come quella condivisa dalla protagonista con i genitori e il figlioletto.

“Purtroppo viviamo in tempi strani, dove pare che essere della brave persone, con dei valori, sia un crimine inaccettabile.”

Dotata di ampia vena creativa, il romanzo sviluppato dall’autrice gode di un registro di scrittura alto, ma dalla sicura scorrevolezza narrativa; la quale spinge il lettore a dedicarsi alla lettura de L’altro io, inghiottendo parole e frasi in un crescendo emozionale.

Tanto da ascrivere il testo come un’opera letteraria di livello, che ha il pregio di dare voce alle molte donne vittime della ferocia di alcuni uomini, la cui tragedia è rimasta sospesa in un limbo. E dare al contempo spazio ai carnefici, con le problematiche psichiche che spesso li affliggono.

“Nicla lesse la propria espressione nello specchietto retrovisore: gli occhi grigi parevano quelle palle da girare, piene di neve, solo che, nelle sue iridi, era la nebbia a muoversi.”

 

Written by Carolina Colombi

 

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