“Eco Thunderstorm” poesia di David Russell: nota critica alla poetica dell’autore
Eco-poetry surrealista?

Sarebbe banale e riduttivo definire in questi termini la poesia dell’artista inglese David Russell. Si tratta di una poetica unica nel suo genere che sfugge a qualsiasi classificazione e ben distante dagli stilemi della poesia main stream contemporanea anglosassone. Il poeta utilizza la parola poetica a guisa di pennellate di colore, dando vita a visioni liriche non lontane dall’immaginario dei dipinti di Dalì: come direbbe il critico letterario Colin Hambrook, Russell è in grado di estrarre dal “tendine liso dell’immagine” ogni minimo residuo rappresentativo. Insomma -un vero maestro dell’astrazione.
Il poeta scava nel linguaggio sfruttandone tutte le sinergie e in particolare le sue associazioni sonore. Una voce orfica che salta, danza, canta e si eleva e si inabissa in profondità immemori.
I testi dell’autore sono densi di immagini animate da un brio satirico che pulsa ritmico e tagliente. Le raccolte poetiche di Russell traboccano di riferimenti agli elementi naturali, a tutti i tipi di ambienti (naturali, artificiali, umani, urbani, mentali, emozionali) ed alla connessione emotiva fra umanità ed ecologia, dando così voce alle tematiche cogenti della crisi climatica.
I versi ricolmi di metafore, intrisi di riferimenti scientifici, sono una vera e propria messa sotto accusa dell’ignoranza e dell’avidità dell’uomo contemporaneo, e spiccano per la profonda tristezza per un’apparente incapacità della razza umana di reagire e cooperare per contrastare i propri appetiti distruttivi verso la natura, l’ambiente e se stessa.
Passando dal macrocosmo al microcosmo e viceversa, l’estro lirico di David Russell, tuttavia, offre alle istanze del lettore una prospettiva di speranza nel potere autorigenerante e nella resilienza della natura.
La poesia di Russell è obliqua, criptica e sibillina, apparentemente oscura ad una prima lettura (come certe massime di Eraclito o poesie gnomiche orientali) ma si svela alle successive riletture in un caleidoscopio di sfumature di significato.
L’opera del poeta londinese è un vero e proprio commentario sulla natura paradossale dell’universo, sulle domande che riguardano la sua esistenza e sulle prove della sua insostenibile sussistenza.
Si tratta di opere ispirate, divertenti da leggere, che stimolano un approccio non convenzionale alla conoscenza e all’ indagine scientifica e scritte utilizzando un lessico che è un piacere per tutti i sensi.
È una poesia acuta, immaginifica, sublime, viscerale, profonda e perturbante, con amore per la parola, il suono e l’immaginario che sono in grado di evocare.
Qui di seguito viene proposta in esclusiva per Oubliette Magazine la traduzione in lingua italiana del poeta friulano Federico Ielusich della poesia “Eco Thunderstorm” tratta dalla raccolta poetica Quadrilateral Utterances (Cyberwit.net – 2022).
“Eco Thunderstorm” – Eco Tempesta di Tuono
Tu avvampi il gas, tu spruzzi spray
cagione di caliginoso auspicio.
Con ogni tuo fiato, ti fai goccia
‒ al vaso che già trabocca
e sradichi ogni ceppo.
Tu puoi imbrigliare il monsone
‒ far proliferare l’alga,
mondare tutte le spiagge;
tarare il barometro dell’umana schiatta
che incessantemente barcolla.
Tu ci hai tarati a 100 Celsius,
sebbene tu ti ritenga “tiepido”;
Tu ‒ la fine di ogni elemento,
Tu ‒ Eco Tempesta di Tuono.
Tu mi hai fiaccato, tu mi hai respinto,
hai vergato il mio pianto puerile,
col fascino suadente dei dervisci
Tu puoi far d’ogni statua un Battista decollato.
Tu ci hai tarati a 100 Celsius,
sebbene tu ti ritenga “tiepido”;
Tu ‒la fine di ogni elemento,
Tu ‒ Eco Tempesta di Tuono.
Tu puoi farmi deflagrare come il vecchio King Kong,
Tu puoi ridurmi al lumicino come Pollicino,
annientare la luce di un milione di stelle,
rendere ogni politicante muto.
Tu ci hai tarati a 100 Celsius,
sebbene tu ti ritenga “tiepido”;
Tu ‒ la fine di ogni elemento,
Tu ‒ Eco Tempesta di Tuono.
Tu ‒ l’Effetto Serra che non posso respingere,
Tu squarci la mia fascia d’ozono;
Tu abbatti gli argini, fai tracimare il Canuto Tamigi,
Risposta ad ogni prece del Demonio;
Io vedevo il mio discernimento sprofondato in un cumulo di solida roccia;
Ma tu sei l’etereo terremoto sottominante;
che porta il mondo alla follia.
Tu ci hai tarati a 100 Celsius,
sebbene tu ti ritenga “tiepido”;
Tu ‒ la fine di ogni elemento,
Tu ‒ Eco Tempesta di Tuono.
Tu – dell’Alef e del Tau
‒ Raggio
Che trasmuti la nerezza della notte in ardente meriggio.
(Per gentile concessione del poeta David Russell. Traduzione e riscrittura approvata dall’autore).

Il conto alla rovescia è iniziato… tic, tac.
Una poesia dell’Apocalisse, una meditazione sul potere, un inno ai cicli che regolano la vita da quando è emersa dal brodo primordiale, e sui giochi di forze che hanno messo in moto il meccanismo che stritolerà l’uomo del Novacene reo dell’hybris verso la Natura in cui vive e a cui appartiene.
La morte si rivela sia come parte della natura sia come distruttrice delle aspirazioni umane.
Una poesia potente e sarcastica venata di misantropia, un attacco caustico alla razza umana, alla sua ingordigia, cecità e vanità che la condurranno alla sua stessa abdicazione.
Dai versi di Russell travalica una rabbia che ben si adatta alla capacità della natura di trascendere anche i peggiori eccessi della razza umana specialmente quando viene antagonizzata.
“Eco Thunderstorm” è il genere di poesia che si aspetterebbe da un cantautore e musicista come David Russell. Probabilmente è una canzone ‒ ne è prova la presenza di un ritornello ‒ e, tuttavia, la presenza di rime e assonanze la riconducono agli stilemi della poesia.
David Russell è un autore caratterizzato da una straordinaria ed inesauribile vena creativa e stile sperimentale. Un linguaggio immaginifico ‒ un vero e proprio lubrificante dell’immaginazione ‒ che si presenta come un flusso di immagini e dipinti pennellati dalle parole. Una singolare alchimia di immagini, termini e simboli che spaziano dall’alchimia all’ecologia, dalla psichiatria alle immagini distopiche sci-fi.
Il poeta londinese si ispira a diversi autori anglosassoni: R.D. Laing, J. MacLeod, P.K. Dick, J. Wyndham, D. Gascoyne, J.G. Ballard, J. Reed e D.H. Lawrence.
La poesia suesposta è tratta dalla raccolta Quadrilateral Utterances (Cyberwit.net – 2022) ‒ inedita in Italia. L’aggettivo “quadrilateral” del titolo allude apparentemente alla struttura quadripartita del volume suddiviso in quattro aree tematiche: Poesie – Eros – Distopia – Prosa. Un apparente ossimoro se comparato allo stile poliedrico, oserei definire frattale, del poeta londinese in grado di trasportare il lettore verso altre dimensioni. Una delle diverse carriere parallele di David Russell ‒ quella di cantante/cantautore ‒ emerge in molti dei suoi scritti: ritornelli e lirismo prorompente conducono il lettore attraverso violente tempeste ecologiche, contemporanei Tribunali dell’Inquisizione, Brexit e i Ladri della “Modern-Britain”. Altrove l’autore produce una commistione efficace tra prosa poetica e canto di protesta.
La poesia di David Russell non è poesia destinata alla semplice lettura, è poesia che deve essere declamata. Il lettore in tal caso scopre una nuova dimensione della poesia in cui allitterazione, il risuonare della parola, l’assonanza e la dissonanza si spingono al limite dello scioglilingua.
Per David Russell la Vita è un fiume, un eterno flusso, testimone della storia, che scorre perennemente attraverso il tempo, contenendo e assorbendo la natura, la creazione umana e la memoria. Il fiume ingoia l’inquinamento, la melma, la guerra, i monumenti, i palazzi e li purifica. Una poesia in cui i fenomeni naturali come balene, terremoti, tempeste ecologiche, scorpioni si fondono con le più varie manifestazioni della natura umana come panico, progresso, sogni, lettere d’amore fino alla cremazione. L’uomo è in continuo negoziato con il fiume della vita: ci sono disastri naturali e disastri causati dall’uomo con cui l’umanità è portata a fare i conti con se stessa. Con questi presupposti nella poetica di Russell si coglie uno sguardo globale che al contempo si fonde all’osservazione microscopica per illuminare l’essenza del transeunte, di ciò che è apparentemente insignificante. Il poeta elenca puntualmente ogni causa di disperazione senza fare sconti lasciando tuttavia spazio alla luce e alla speranza. Quella di Russell può essere definita Eco-poetry, ma è più di questo. È un monito per ricordarci che facciamo parte di un Tutto più grande, che nonostante tutto, anche se a volte danneggiato o riparato, continua inesorabile.
David Russell, nato nel 1940 e residente in Gran Bretagna, è un autore multimediale il cui lavoro comprende critica letteraria, prosa (racconti erotici, romanzi, speculative fiction), poesia, pittura e altre forme d’arte, musica e cantautorato. David ha tradotto dallo spagnolo in inglese e pubblicato The Araucana di Ercilla y Zuniga (2013). Ha pubblicato le seguenti raccolte poetiche: Prickling Counterpoints (1998), Sensual rapsody (2015), An Ever River (Palewell Press – 2018), Quadrilateral Utterances (Cyberwit.net – 2022) Ha pubblicato le seguenti opere in prosa: Rock Bottom (2005), Pearlman (2018), High Wired On (2020) ed inoltre Self’s Blossom, Explorations, Further Explorations, Therapy Rapture, Darlene, An Estatic Rendezvous (tutti pubblicati da Extasy – Devine Destinies). Cantante e cantautore/chitarrista (molti brani dell’autore sono disponibili su You Tube alla voce “Dave Russell”) ha pubblicato i CD albums “Bacteria Shrapnel” e “Kaleidoscope Concentrate”.
Written by Federico Ielusich