La Via Francigena: la strada che da Canterbury portava a Roma ed a Gerusalemme
“Pur percorrendo ogni sua via, tu non potresti mai trovare i confini dell’anima: così profonde sono le sue radici.” ‒ Eraclito

La Via Francigena, via di comunicazione che si snoda attraverso l’Europa, affonda le sue radici in età medievale. All’epoca era un itinerario destinato al pellegrinaggio di coloro che si recavano a Roma presso la tomba dell’apostolo Pietro, oppure, proseguendo verso la Puglia, si imbarcavano per raggiungere la Terra Santa.
Percorrendo, in molti casi, non solo la via ufficiale, ma anche i sentieri minori, al fine di essere meno esposti ad aggressioni, e al contempo ricevere ospitalità lungo il percorso.
Partendo da Canterbury, la via Francigena attraversava la Francia e poi la Svizzera, offrendo ai viaggiatori di godere non soltanto delle bellezze paesaggistiche che affiancavano il cammino, ma anche di assaporare millenni di storia.
“Per gli uomini non esiste nessun dovere, tranne uno: cercare se stessi, consolidarsi in sé, procedere a tentativi per la propria via ovunque essa conduca.” ‒ Hermann Hesse
Tutto nasceva, se così si può dire, dal viaggio dell’abate Sigerico, nominato arcivescovo di Canterbury intorno al 990, che, percorrendo la Via Francigena, raggiunse Roma per ricevere il pallio dalle mani di papa Giovanni XV.
Tornato in Inghilterra, l’arcivescovo di Canterbury stendeva una relazione in latino, più propriamente un diario, dove raccontava minuziosamente la sua esperienza di viaggio, diventato un riferimento per i pellegrini che volevano cimentarsi nella stessa impresa. Rappresentativa, all’epoca, soprattutto quale atto di penitenza.
A diffondere il resoconto di Sigerico fu soprattutto il passaparola, visto che l’impiego della stampa non era d’uso, in quanto non era ancora stata inventata.
La pratica del pellegrinaggio, grazie al viaggio di Sigerico, si diffuse rapidamente fra pellegrini e crociati che intendevano raggiungere Roma e poi la Terra Santa, attraverso un percorso disseminato di luoghi di sosta accoglienti per i pellegrini, grazie anche alla presenza di abbazie.
In questo modo la Via Francigena diveniva non solo un percorso per raggiungere luoghi di culto, ma anche un mezzo per diffondere l’idea di un’Europa più unita di quanto lo fosse stata in precedenza. Tracciando, inoltre, un ponte tra la cultura dell’Europa anglosassone e quella dell’Europa meridionale.
In seguito la Via Francigena fu percorsa anche per scopi commerciali, quali il trasporto di spezie e sete che dall’Oriente rifornivano i mercati del nord Europa.
“Al mondo vi è un’unica via che nessuno oltre te può fare: dove porta? Non domandare: seguila.” ‒ Friedrich Nietzsche
Riconosciuta ufficialmente nel 1994 quale ‘Itinerario culturale del consiglio d’Europa’, la Via Francigena venne anche nominata Via Romea per la sua destinazione previlegiata, ovvero il soglio di Pietro.
Le principali tappe dell’intero percorso erano e sono tutt’ora quattro; ad ogni tappa corrisponde il nome dello stato in cui si trova il tratto di strada.
Il tratto italiano ha inizio nei pressi del passo del Gran San Bernardo, per attraversare poi la Val d’Aosta e il Piemonte, quindi la Lombardia; guadando poi il fiume Po, a bordo di un’apposita imbarcazione, il pellegrino può raggiungere l’Emilia fino al passo della Cisa.
Per proseguire poi oltre, verso la Toscana e il Lazio, precisamente nella zona della Tuscia presso le località intorno a Viterbo e a Bolsena. Per avvicinarsi quindi alla meta finale, ovvero alla basilica di San Pietro.
“I sentieri si costruiscono viaggiando.” ‒ Franz Kafka
Negli ultimi anni la via Francigena ha visto aumentare l’interesse di molti viaggiatori intenzionati a cimentarsi in un’impresa di non semplice realizzazione, ma gratificante, anche perché l’itinerario si snoda attraverso un percorso millenario che ha contribuito a fare la storia d’Europa.
Oggi, la via gode di un periodo di rifioritura, aprendosi a viaggiatori e pellegrini in cerca sia di spiritualità che di un alternativo modo di muoversi rispetto al viaggio tradizionale. Con soste che prevedono l’accoglienza presso strutture religiose, o centri preposti per ospitare i viandanti.
Organizzata in tappe di varia percorrenza, il viaggiatore può scegliere di affrontare l’intero percorso, misurandosi con le proprie capacità fino a raggiungere un traguardo personale, oppure percorrerne un segmento.
La Via Francigena si può interpretare, inoltre, come la metafora di un viaggio nella propria interiorità, oltre che un viaggio alla scoperta di tracce del passato.
Per accedere alle strutture disseminate lungo l’itinerario, i pellegrini devono essere in possesso di una sorta di carta d’identità del pellegrino da compilare durante il viaggio, al fine di mostrare le proprie credenziali nei luoghi di sosta, lì dove è possibile alloggiare e rifocillarsi, dimostrando di voler raggiungere i luoghi di culto.

Ottenendo, infine, una volta terminato il viaggio, una pergamena, così come accadeva in epoca medievale, quando il pellegrino dimostrava all’autorità ecclesiastica che il voto, oggetto del pellegrinaggio, era stato sciolto.
“Non si può toccare l’alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.” ‒ Khalil Gibran
Si può quindi affermare, in definitiva, che la via Francigena, attraversando territori ricchi di storia e di tradizione, è un patrimonio culturale da custodire; un incontro tra passato e presente da mantenere vivo, in quanto bene collettivo. Che offre ai viaggiatori l’opportunità di immergersi in villaggi e città storiche dall’atmosfera rimasta sospesa nel tempo, e di rivivere la quotidianità degli abitanti che hanno fatto parte di quei luoghi.
“Spesso si incontra il proprio destino nella via che si era presa per evitarlo.” ‒ Jean de La Fontaine
Written by Carolina Colombi
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