Sister Rosetta Tharpe: l’intraprendente ed audace madrina del Rock ‘n’ Roll

Il seme vibrante del Rock ‘n’ Roll si è schiuso in un terreno singolare, in una croce di strade tra i sacri confini ecclesiastici e l’ardente bagliore dei nightclub, trovando la sua musa nell’anima di una figura sorprendente: una donna nera, queer, di nome Sister Rosetta Tharpe.

Sister Rosetta Tharpe - Rock me lyrics -
Sister Rosetta Tharpe – Rock me lyrics –

Questo stesso suolo fertile era già abitato da lei molto prima che icone come Elvis Presley, Little Richard e Johnny Cash entrassero in scena. È stata Sister Rosetta Tharpe, la matriarca del Rock ‘n’ Roll, a trasmutare questo germogliante genere musicale in un fenomeno di portata internazionale.

Tuttavia, la storia della Tharpe non è così sorprendente, considerando le radici immerse nella musica fin dalla sua crescita. Nata Rosetta Nubin in Arkansas da Willis Atkins e Katie Bell, i suoi primi passi furono accompagnati dalle note di una famiglia di cantori religiosi, coltivatori di cotone ed evangelisti itineranti. La sua relazione con la chitarra ebbe inizio ancor prima dei cinque anni e a sei anni già accompagnava sua madre nelle esibizioni con un gruppo di predicatori itineranti nelle chiese del Sud.

Gli anni ’20 del secolo scorso la vedono poi insieme alla madre stabilirsi a Chicago, un luogo che divenne la fucina in cui forgiare la sua unica via musicale. Con la maestria di chi conosce le proprie radici, la Tharpe fuse il Delta blues, il jazz di New Orleans e le note gospel, creando così uno stile distintivo inconfondibile.

Tuttavia, nonostante la potenza della sua voce e la sua cifra stilistica fuori dagli schemi, siamo solo a metà degli anni ’30. In un’epoca in cui le chitarriste donne erano un’eccezione e ancor più straordinari erano i musicisti che mescolavano con audacia il sacro e il profano, il mondo gospel era perplesso.

Ciò nonostante la Tharpe, intraprendente e audace, sfidò queste convenzioni, osando sperimentare senza riserve con il suo suono. La sua dedizione trovò riscontri, tanto che nel 1938 entrò a far parte del Cotton Club Revue di New York, una tappa imprescindibile nel panorama culturale dell’era del proibizionismo.

A soli ventitré anni, l’impresa fu amplificata quando sfornò il suo singolo d’esordio “Rock Me”, una fusione ardita di gospel e Rock ‘n’ Roll, accanto a tre altre gemme gospel: “My Man and I”, “That’s All” e “Lonesome Road”.

I testi della Tharpe danzavano impertinenti con la sua apertura all’amore e alla sessualità, scuotendo la stessa essenza del suo pubblico gospel. “Rock Me”, che sposava il suo distintivo stile chitarristico con il blues melodico e la tradizione gospel, la innalzò a pioniera. Nel pronunciare le parole “rock me!”, la sua voce vibrava con autorevolezza, segnando un punto di svolta.

Con questa traccia, dissipò il confine delle credenze, dimostrando che le sue parole potevano superare la fede e plasmare in tempo reale la musica popolare. Giovane donna di colore operante in un’epoca dominata dagli uomini, la Tharpe non si lasciò intimidire nel sovvertire le consuetudini.

Collaborò con icone dell’epoca, come Duke Ellington e i Dixie Hummingbirds. Nel 1941, intraprese viaggi con la rinomata Lucky Millinder Orchestra, partecipando alla registrazione di brani di calibro come “I Want a Tall Skinny Papa”. Si unì perfino ai Jordanaires, un gruppo esclusivamente bianco, sfidando il pubblico in una variegata mescolanza di colori e culture.

Tuttavia, il razzismo persisteva: durante i tour, la Tharpe dovette cedere a pernottamenti su autobus, affrontando l’umiliazione di ritirare il cibo dal retro dei ristoranti.

Nonostante ciò la sua musica resistette, imperturbabile. Divenne una celebrità e, ai soldati neri combattenti nella Seconda Guerra Mondiale, regalò una leggenda. Nel dopoguerra, la sua collaborazione con Sammy Price diede vita al celebre singolo spirituale “Strange Things Happening Everyday” per la Decca Records. In sintonia con quanto racconta Gayle Wald nella sua biografia “Shout, Sister, Shout!: The Untold Story of Rock-and-Roll Trailblazer Sister Rosetta Tharpe”, questa canzone riflette gli avvenimenti sconvolgenti degli anni ’40: la fine della guerra mondiale, l’ombra della bomba atomica su Hiroshima, l’ingaggio di Jackie Robinson nelle major league.

“Strange things” si faceva eco dei turbamenti globali, una disarmonia che la Tharpe tradusse in note. Il brano divenne una delle sue hit più celebri e fu il primo canto gospel a sfondare nella top 10 delle classifiche R&B. In effetti, alcuni lo considerano uno dei precursori del rock ‘n’ roll.

Sister Rosetta Tharpe - Rock me lyrics - rock and roll
Sister Rosetta Tharpe – Rock me lyrics – rock and roll

Nonostante il suo ruolo fondamentale, Rosetta Tharpe ha trascorso troppo tempo nell’ombra nella cronologia del Rock ‘n’ Roll. Solo negli ultimi anni, giustamente, ha trovato la luce che le spettava, emergendo come una figura che ha demolito gli schemi per costruirne di nuovi, guadagnandosi un posto di rilievo nella gerarchia di “Turning the Tables”.

Fu una cantante gospel che aprì una strada musicale inedita, una donna queer che si esibì con coraggio, un’artista audace che abbracciò l’ardente ricerca di un suono originale. La sua voce inconfondibile e il connubio tra gospel e swing hanno forgiato un’eredità che risuona in Aretha Franklin, Chuck Berry e una schiera infinita di artisti. Nel corso di quattro decadi, la Tharpe ha tessuto la sua carriera con una combinazione di sicurezza e cruda autenticità, regalando notte dopo notte spettacoli senza paragoni, superando ogni definizione.

 

Written by Cinzia Milite

 

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