Italo Calvino: il doppio binario del realismo e della fiaba

“Allora usciva dai suoi silenzi e parlava, parlava, fino a tirar mattina sotto le stelle del lungomare di Sanremo e al chiarore soffuso della ridente luna.” ‒ Eugenio Scalfari

Italo Calvino - citazioni
Italo Calvino – citazioni

A Italo Calvino, scrittore poliedrico, va riconosciuta una squisita audacia narrativa, che lungo tutta la sua produzione letteraria si declina nella tradizione di generi letterari e stili molto diversi fra loro.

“L’uomo porta dentro di sé le sue paure bambine per tutta la vita. Arrivare a non avere più paure è questa la meta ultima dell’uomo.” ‒ Italo Calvino

Italo Calvino vede la luce il 15 ottobre 1923 a Santiago de Las Vegas (Cuba). È dunque il 15 ottobre 2023 che ricorrono i cento anni dalla sua nascita; occasione, per noi di Oubliette Magazine, di ricordarne la figura di scrittore sui generis.

Nato nell’isola caraibica, è però a Sanremo, in Liguria, che Calvino trascorre la sua infanzia. Che si consuma in un ambiente anticonvenzionale e colmo di stimoli multiculturali, che lo spingono a nutrirsi di letture di autori quali Kipling, Stevenson e Conrad, i quali concorrono alla sua formazione di intellettuale a tutto tondo.

Durante la Seconda guerra mondiale, nell’anno 1944 nello specifico, Calvino entra a far parte della Resistenza nelle brigate Garibaldi, trasferendo poi questa sua esperienza di vita nel suo romanzo d’esordio Il sentiero dei nidi di ragno (1947).

Terminata la guerra si trasferisce a Torino dove consegue la laurea in lettere. Per collaborare quindi con la casa editrice Einaudi, dove rimane per circa vent’anni, ricoprendo il ruolo di editor volto ai rapporti con gli autori italiani emergenti di allora, e offrendo loro lo spazio narrativo che meritano.

In tale contesto editoriale ha occasione di frequentare Cesare Pavese ed Elio Vittorini con cui condivide interessi comuni e ideali, quelli propri della società civile.

L’impegno volto a costruire una società più equa, per esempio, all’interno della quale idee diverse, accomunate dalla visione del bene collettivo, possano trovare confronto. Ed è in questa direzione che nel 1951 si iscrive al Partito comunista italiano, per uscirne però nel 1956 in seguito all’invasione dell’Ungheria da parte dei carrarmati sovietici.

Mentre nel 1959, in collaborazione con Elio Vittorini, fonda la rivista letteraria Il Menabò, all’interno della quale si occupa di critica letteraria. Il 1959 è una data decisiva nella vita di Italo Calvino, rappresentata da un lungo soggiorno negli Stati Uniti. Un’esperienza di vita ma anche professionale, che rappresenta una svolta importante nella sua produzione letteraria.

È il 1964 quando torna a Cuba per sposare Esther Judith Singer, traduttrice argentina, a cui rimane legato per il resto della vita. Dopo Cuba è la volta di Parigi, capitale in cui si trasferisce con la moglie, città dove il dibattito letterario è in quegli anni molto acceso.

Tornato nel 1980 in Italia, soltanto cinque anni dopo, 1985, Italo Calvino viene colpito da un ictus che lo porta alla morte.

“Se alzi un muro, pensa a ciò che resta fuori.” ‒ da Il barone rampante

La poetica di Calvino si muove sul doppio binario del realismo e della fiaba, durante la quale intreccia storia e fantasia con elementi fiabeschi che danno la cifra di una narrazione allegorica, che gli permette di esprimere, in virtù di un’inclinazione verso il genere fantastico, una propria autonoma visione del mondo.

Rivolgendo la sua attenzione, sia nei racconti come nei romanzi, al mondo della fantascienza che lo stimola a sviluppare un’intensa vocazione narrativa, dominata dall’esigenza di osservare le vicende reali da un punto di vista distaccato.

Che siano ambientate nel passato o nel futuro il bisogno dell’autore è poterle colmare di un senso.

Influenzato dall’esperienza americana, a partire dagli anni Sessanta del Novecento, Calvino matura in maniera più approfondita la consapevolezza della crisi della cultura umanistica.

Sono gli anni del boom economico, dell’affacciarsi di nuove tecnologie, con il progresso che si arricchisce di nuove conoscenze, ma che al contempo impone una riflessione sui limiti della conoscenza e sul posto occupato dall’uomo nel mondo: non più centrale, ma marginale.

Lo sguardo dello scrittore non è antropocentrico, in quanto Calvino considera l’uomo soltanto l’anello di una catena, che non ricopre un ruolo maggiore rispetto ad altri elementi dell’universo.

Riflessioni per cui avverte la necessità di immergersi in un universo sempre più eterogeneo, che trova insufficiente rispondenza nella sola cultura umanistica, un mondo che esige l’uso di un nuovo linguaggio e di una immaginazione che sia svecchiata.

L’esperienza letteraria, secondo Calvino, va integrata con la tradizione scientifica e con le nascenti tecnologie, pensiero questo che determina un’evoluzione nella poetica calviniana.

Il registro linguistico di Calvino punta sulla limpidezza, sull’essenzialità, sulla rapidità della comunicazione. La sua scrittura è sobria, priva di ornamenti superflui, pulita e concisa e mai approssimativa. Sebbene la sua lingua non risulti piatta o anonima.

La caratteristica fondamentale del suo stile letterario è la precisione, con costruzioni sintattiche chiare e nette, frutto di una selezione attenta e minuziosa. Con l’uso, talvolta, di un sapiente uso di elementi aulici.

I personaggi delle sue opere sono spesso dei bambini, ne è esempio Pin, personaggio de Il Sentiero dei nidi di ragno, oppure figure evanescenti, o ancora personaggi ridotti a voci puramente smaterializzate che non godono di un’introspezione psicologica.

Nelle sue opere Calvino rifugge dal parlare di sé; se ne parla lo fa in modo indiretto attraverso i suoi personaggi. Si può quindi affermare che la sua scrittura sia anti-autobiografica, nella quale l’IO è messo da parte per evidenziare l’equilibrio tra forma e contenuto.

La produzione letteraria di Italo Calvino, ampia e variegata, vede lo scrittore reinventarsi di continuo, come si evince dai racconti e dai romanzi diversi l’uno dall’altro, e talvolta permeati da una componente umoristica, a cui l’autore ricorre nel momento in cui che la narrazione assume un tono malinconico.

Il suo umorismo è sottile, pacato e ironico e mai sarcastico; semmai è finalizzato a creare una correlazione con le vicende narrate, mettendo in luce aspetti della realtà talvolta obnubilati.

“Di una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.” da Le città invisibili

Accusato di trasformismo, la critica ha stigmatizzato Calvino, considerandolo un autore non abbastanza impegnato e che ha preferito una scrittura, seppur brillante ma d’evasione. Ciò non corrisponde però a verità.

Calvino non trascura di osservare il lato oscuro del mondo con i suoi drammi. La sua scrittura non è un puro esercizio ludico, inteso come soluzioni narrative studiate a tavolino a prescindere dal contenuto.

Il suo sguardo letterario si posa su realtà drammatiche, tra i malati del Cottolengo di Torino, per esempio, contemplando il dolore che ne deriva da questa esperienza. Dietro all’apparente leggerezza di alcuni suoi scritti si può riscontrare un’ispirazione dai toni moralistici e la ricerca continua di un senso da imprimere alle sue opere.

Secondo questa interpretazione Italo Calvino è stato spesso contrapposto a Pier Paolo Pasolini, considerato un autore impegnato, con cui Calvino ha avuto più di un confronto durante il quale sono emerse differenti opinioni.

“È dunque il tuo modo di aver scelto l’attualità che ci ha divisi, non il mio, che non esiste; nell’attualità ho capito presto di non aver posto e sono rimasto da parte, magari rodendomi il fegato ma restando in silenzio.” ‒ Italo Calvino a Pierpaolo Pasolini

Dopo aver tracciato un profilo di Italo Calvino, il più vicino possibile al suo pensiero e al suo modo di intendere il mestiere di scrittore, uno sguardo alle maggiori opere della sua produzione letteraria. Come già accennato, è del 1947 la sua opera d’esordio Il sentiero dei nidi di ragno, dove Pin, il protagonista, è coinvolto nella Resistenza vivendola come fosse un gioco. Il tema della Resistenza non ha però intenzioni ideologiche o celebrative, ma è un’originale sintesi di realismo e fiabesco insieme.

Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino
Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino

Ultimo viene il corvo è una raccolta di racconti del 1949. Anche qui, lo sfondo delle vicende è rappresentato dalla Resistenza, vicende raccontate con toni da favola grazie all’inclinazione fantastica dell’autore.

Il visconte dimezzato è racconto del 1952 di un personaggio che esprime, metaforicamente, la bontà e la cattiveria, dove i due principi si fondono a formare un unicum.

Il barone rampante, romanzo del 1957 vede il protagonista rifugiarsi sugli alberi; giudicato pazzo dalla sua famiglia si ostina a osservare il mondo dall’alto continuando a restare sull’albero, quale segno di coerenza e di integrità morale.

Il cavaliere inesistente è romanzo del 1959 dove il protagonista è rappresentato da un’armatura che si muove sul campo di battaglia inconsapevole della propria esistenza vuole essere l’emblema dell’uomo robotizzato.

Marcovaldo, ovvero le stagioni in città è una raccolta di novelle scritta nel 1963. Venti episodi scritti per ragazzi, incentrati su Marcovaldo, ingenuo esemplare di sognatore che vuole esprimere gli aspetti negativi della modernità, dietro cui si nasconde una sorta di nostalgia per il passato, oppure la speranza per il futuro.

Infine, a conclusione del ritratto di un autore che attraverso le sue opere ha segnato il mondo letterario, si può registrare Italo Calvino come una figura di scrittore dotato di una globale e spiccata visione d’insieme della letteratura. Non una letteratura rinchiusa su se stessa, semmai aperta all’innovazione, complice la forza creativa insita nello scrittore: tanto da poterlo definire un maestro della fantasia letteraria.

“Ciò che conta più per capire se stessi è capire il mondo che ci contiene (e se mai, sé stessi in negativo).” ‒ Italo Calvino

 

Written by Carolina Colombi

 

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Leggi la recensione “Il sentiero dei nidi di ragno”

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