La casa dei Tarocchi #33: “I Sentieri degli Angeli” di Giordano Berti con Daniel Missori e Letizia Rivetti
I Sentieri degli Angeli si aprono davanti a me. Compiere un viaggio in compagnia degli Esseri di Luce, spiriti alati brillanti, messaggeri che parlano un linguaggio capace di unire il cielo alla terra? Decisamente, l’idea mi solletica l’anima incitandola a compiere il primo passo.
Lo scrittore Giordano Berti, noto storico dell’esoterismo e grande esperto di simbologia arcana, autore ‒ tra gli altri libri che ha scritto e curato ‒ del saggio Storia dei Tarocchi. Verità e leggende sulle carte più misteriose del mondo, un testo che ho avuto il piacere di recensire proprio all’interno di questa rubrica “La casa dei Tarocchi“, ha creato e pubblicato insieme a Daniel Missori un cofanetto di carte meravigliose in 999 esemplari per ArabaFenice.
Le splendide illustrazioni sono di Alessia Coppola, la grafica è di Letizia Rivetti, designer che ha realizzato la confezione per Rinascimento – Italian Style Art.
Ricordo vividamente un sogno che mi visitò durante l’infanzia. Avevo sette o forse otto anni ma quando penso a quell’Angelo arcano sembra che i decenni siano trascorsi in un lampo. La creatura alata si presentò invitandomi al centro di un giardino, lo stesso che potevo osservare dal terrazzo della mia abitazione al quinto piano di un edificio milanese.
Un calore affettuoso, un abbraccio senza tocco, una gioia aerea, che comprendeva però una certa malinconia, mi accolsero e si diffusero nell’ambiente. Avrei desiderato partire e non tornare più, avrei voluto sollevare il mio corpo in volo in compagnia di quell’Essere misterioso, avrei voluto restare con lui per sempre.
“Non si può” ‒ ha sussurrato il personaggio (senza muovere la bocca!) ‒ “tu sei una bimba terrestre e io sono venuto qui solo per farti sapere che ci sono. Sei piccina adesso ma un giorno ritornerò e potremo finalmente stare insieme. Nel frattempo, mentre vivi e cresci, ti lascio un dono molto importante.”
Ho già raccontato questa storia all’interno della rubrica, perché è di certo anche un po’ merito di quel visitatore angelico se oggi sono diventata me stessa, se mi riconosco partecipe della vita. Sparito l’arcano dalla vista onirica, mi sono ritrovata con una piuma azzurra tra le mani. Una grande penna, in realtà, pronta ‒ forse ‒ per offrirmi l’arte della scrittura. E così è stato.
Se penso oggi ai due (quasi tre!) romanzi noir che ho generato, alle fiabe e alle filastrocche, ai saggi di Psicologia, non posso fare altro che inchinarmi e ringraziare quell’amico trasparente, dentro il corpo del quale potevo scorgere un mondo di vene e arterie rosse/blu a proteggere un cuore pulsante, e una voce che risuonava dell’eco dell’intero universo.
Di fronte agli Angeli dell’oracolo di Giordano Berti mi trovo oggi a ricordare nelle linee e nei colori il mio caro sconosciuto… riconosciuto.
Sul retro di ogni immagine c’è una galassia brillante a richiamare il dinamismo delle ali di quello che mi appare come lo spirito divino nella propria manifestazione: è un moto a spirale di piume bianche, come se un ingresso misterioso potesse indurre noi consultanti a sperare nell’incontro con l’Angelo custode o con l’Angelo associato al momento che stiamo vivendo.
La simbologia del caso è troppo complessa per essere affrontata in questa sede, ma a noi basti ricordare l’eco che fa degli antichi dei i precursori delle gerarchie alate nel cristianesimo, e l’associazione del tema archetipico in questione con gli uccelli, creature realmente tese al cielo eppure in grado di posarsi qui, sulla terra, per poi riprendere il moto ascendente.
Nel procedimento alchemico immaginale studiato e descritto da Carl Gustav Jung come affine al percorso individuativo, gli uccelli sono associati ai valori che si alzano e si abbassano mentre dal piombo va creandosi un oro simbolico che rigenera la psiche.
La luce, inoltre, è di certo un elemento che gli amati Angeli comprendono bene, poiché essi sono proprio fatti di luce, e noi scopriamo questi lumi intelligenti in ogni icona che li rappresenta attraverso i secoli.
Ancora memorie, non posso farne a meno. La poetica della vita si riflette nel pensiero del qui e ora. Gabriele l’Arcangelo messaggero è sempre stato il mio preferito, con l’idea mercuriale dell’Annunciazione come momento Kairos che ti cambia la vita ‒ e a Maria l’ha mutata di certo, così a noi miseri umani arriva un raggio di significato.
Successivamente, lo scettro è andato a Michele, con quella Forza arcana che gli brilla negli occhi e il senso chiaro della Giustizia ‒ di fatto, questa figura in alcuni mazzi, come ad esempio i Tarocchi dorati degli zar di Atanassov, è associata proprio all’arcano numero VIII ‒ entrambe virtù decisamente ben inserite nel mazzo dei Tarocchi, ad aver trovato spazio nella mia narrazione esistenziale. Michele mi ha affascinata e spinta ad approfondire il tema almeno dal punto di vista immaginale.
Dai volti e dai nomi del mazzo I Sentieri degli Angeli non estraggo però i noti rappresentanti del regno divino, non sono i celesti bellissimi ideali a guidare i lettori e le lettrici, i consultanti tutti, lungo l’Albero della Vita in trentatré carte.
“In quest’opera stiamo parlando di un genere particolare di Entità spirituali: gli Angeli dell’Albero della Vita. Anche per loro il compito consiste nell’ascoltarci e illuminarci sui nostri dubbi, siano essi di carattere materiale, psicologico o spirituale. Inoltre ci donano la forza per superare un momento difficile. (…) Hanno la facoltà di guidarti sui Sentieri più elevati della Creazione invisibile: l’Albero della Cabbala.”
Ed è ancora più intrigante l’associazione tra i portatori di luce e la vitalità del sefirotico tronco, dei rami e della rigenerazione che cresce passo dopo passo. Il modo migliore per procedere, a mio avviso, richiederebbe di dedicare qualche giorno a ogni carta andando in ordine, dalla prima ‒ Kether ‒ all’ultima, Tav.
In ogni caso, il libretto-manuale che accompagna il mazzo offre un’ampia gamma di suggerimenti per utilizzare la mappa. Ogni Angelo offre un barlume della luce intelligente che “può guidarti ovunque se sei consapevole dei limiti e delle possibilità che hai”, ed è proprio la coscienza del confine morbido tra piano di realtà e mondo immaginale a permetterci di seguirne le tappe.
Psiche stessa è l’anima alata e ci dona il soffio vitale, il volo leggero della piuma.
Cominciamo il viaggio, dunque, da Keter ‒ la corona. Situata a Nord sul percorso arboreo è la numero uno e ci offre il fine celato nel senso della partenza. L’Angelo di questa Sephira indica due possibilità: per conquistare le nostre corone dobbiamo agire con Forza e Giustizia. Guarda il caso, ritornano le qualità arcane che preferisco! Nell’Albero vitale Keter sta sopra, nel triangolo simbolico che la unisce a Hokmah e a Binah.
Quest’ultima, lo confesso, è una carta che percepisco importante per me, perché come Angelo della voce interiore lei/lui mi dice che la conoscenza non si trova solo nei libri e mi rimanda alla Papessa in riflessione sulla carta dei Tarocchi. Binah è la terza immagine e ci invita all’ascolto della voce interiore.
Con Binah e Da’at ‒ carta senza numero ‒ le immagini continuano a suggerire di scoprire o riscoprire le cose segrete grazie all’intuito, funzione psichica da affinare. Nessuna di queste figure ha intenzione di cancellare l’Io con le sue pretese razionali, ma spinge ad affinare la percezione grazie a suggerimenti utili per ampliare lo sguardo.
Rivelazioni angeliche sono benvenute senza catastrofi, perché solo osservando con sguardo benevolo tra le pieghe della notte della coscienza possiamo scorgere le luci degli Angeli e affinare la consapevolezza.
Non voglio rimescolare le carte adesso. Preferisco guardarli tutti, questi Esseri, seguendo le tracce di piume, così incontro al quarto posto Chesed seduto sopra una panca di pietra. L’Angelo osserva la luce dell’alba, dove una stella splende su di noi. Sussurra alle mie orecchie: “prega, accendi un’altra luce nel tuo cuore e nei tuoi pensieri”.
Tutte le carte del mazzo mi donano un respiro di sollievo e serenità.
Nel giardino ligure della casa dove abitano i miei genitori mi sono trovata più volte a osservare le stelle e nella mia ignoranza astronomica ho individuato come sempre solo pochi punti fissi. Vega, per esempio, lei che sarà la nuova Stella Polare tra tantissimi anni. Vega è una stella che spesso ritorna nei miei sogni per connettere il presente al futuro. Ho ammirato Cassiopea, una costellazione facile da riconoscere, ma di certo non sono quelle lì le stelle, i lumi che stanno distanti, le luci che la carta ci suggerisce di seguire. Le stelle alle quali la formula rimanda sono quelle arcane, i sogni e i vissuti interiori, e anche, perché no, i punti del nostro complesso esistenziale, ciò che fa di noi creature con limiti, errori, sintomi e opportunità.
Procedo di carta in carta, ma nel mentre vi invito a compiere a vostra volta il tragitto, vi dico che occorre provare per credere, e poi magari mi racconterete le vostre emozioni.
Al quinto posto mi accoglie l’angelo di Gevurah, con la sua bilancia, la stessa di Maat, e la piuma ‒ la piuma! ‒ sul piatto. “Pesa ai tuoi pensieri e i tuoi sentimenti, prima di agire o di parlare”: ecco un rimando alla moderazione, qualità tanto cara alla nostra Giustizia.
Il viaggio di carte di Angelo in Angelo collega l’anima al senso di un percorso che della cabala si nutre ma ne alleggerisce il peso intellettuale usando la possibilità di esplorare dentro il nostro quotidiano le sue possibilità spirituali. I Sentieri degli Angeli di Giordano Berti guidano dunque alla ricerca con istruzioni per dialogare con gli Esseri intelligenti e migliorare la nostra vita.
Come leggere i sentieri degli Angeli?
Ci sono diversi modi, dice Giordano Berti, e nella piccola pubblicazione che accompagna il mazzo ‒ io posseggo quello conservato dentro un sacchetto di tela di cotone ‒ ci sono delle linee guida che possiamo seguire, come ad esempio il riflettere a partire da un consiglio giornaliero o il seguire una risposta a una domanda o cogliere dei suggerimenti in previsione degli eventi.
Ma attento! ‒ suggerisce l’autore ‒ perché sarebbe un errore paragonare questi metodi ai tradizionali schemi cartomantici. In realtà, questo approccio si basa sulla fiducia che si ripone nella luce. Certo, è un modo immaginale di conoscere le energie celesti.
Usa queste carte, scrive ancora Giordano Berti, non solo quando ti trovi in difficoltà… e io dedico lo stesso invito a voi.
Written by Valeria Bianchi Mian
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