Intervista di Emma Fenu a Maria Lidia Petrulli, autrice di “Attraverso il cristallo”
“È strana la vita, eh? A volte è come se ci infliggessimo un castigo per punirci di una colpa che noi stessi facciamo fatica a identificare.” ‒ Guillame Musso
Non è la prima intervista che rivolgo a Maria Lidia Petrulli, scrittrice, psicoterapeuta e psichiatra, una donna completa, concreta e profonda, amante dei viaggi e della vita intensa.
I suoi romanzi la rispecchiano, sono caleidoscopici e avvincenti, raccontano fatti vissuti nella mente e trattano temi di interesse.
Oggi è ospite su Oubliette Magazine per interagire con me e con voi lettori in merito al suo ultimo romanzo, Attraverso il cristallo, edito da Scatole Parlanti nel 2023.
E.F.: Cosa ha ispirato la tua storia? Un’esperienza professionale o una sintesi di varie esperienze?
Maria Lidia Petrulli: Grazie, Emma, per questa intervista che mi permette di parlare di un frammento di vita reale che mi sta molto a cuore. “Attraverso il Cristallo” si ispira a una storia vera di cui sono stata spettatrice durante i miei anni di lavoro in Francia, una storia talmente particolare ed emblematica che ho pensato fosse giusto “portarla alla luce”, che il problema dei figli nati da una violenza, quando non sono accettati, è da tenere presente perché altera l’intera personalità dell’individuo, distruggendogli la vita e potendo provocare seri problemi di identità. Inoltre ho pensato che almeno questo la vita glielo doveva, (al protagonista), che il suo vissuto non doveva andare perduto o passare inosservato, che poteva aiutare tante altre persone. Naturalmente ho scritto di lui col suo benestare. Ci tengo a sottolineare che l’intento non è solo professionale ma anche emotivo, durante il racconto leggerete di emozioni forti, a volte estreme ma sempre fortemente sentite da chi le ha sperimentate. Molti fatti sono stati romanzati, altri sono molto vicini alla realtà, ho cambiato nomi e luoghi, ambientando il romanzo nella regione cui sono più affezionata in Francia: la Bretagna. Ma non è stato solo questo a spingermi a scrivere questo romanzo, volevo approfondire il senso di colpa cui nessuno di noi sfugge nel corso della nostra vita. E l’elaborazione del lutto, altro elemento spinoso che non risparmia nessuno. Affronto tutto questo attraverso i due personaggi principali che animano la storia, Yann e Lucille.
E.F.: La scrittura è un tuo modo per metabolizzare il vissuto personale e professionale?
Maria Lidia Petrulli: A volte di sicuro, non sempre, non in questo caso in cui ho voluto condividere con il lettore delle problematiche che possono riguardarlo da vicino, e in questo modo fare qualcosa per aiutarlo. I libri ci fanno viaggiare, ci fanno sperimentare situazioni che, altrimenti, non avremmo mai conosciuto, ma possono anche rispondere a domande che ci poniamo, offrirci dei punti di vista diversi per guardare una situazione e fornirci delle soluzioni. Un romanzo è una storia che si plasma sul momento che viviamo.
E.F.: I protagonisti del tuo libro sono estremamente vivi e alle prese con destino e libero arbitrio, tematiche non facili e originali nel panorama letterario. Quale messaggio hai voluto veicolare?
Maria Lidia Petrulli: Sono consapevole del fatto che questo romanzo sia “poco commerciale” se lo guardiamo secondo l’ottica editoriale, ma credo anche che sia una di quelle storie di cui abbiamo bisogno perché ci fanno riflettere e ci regalano tante emozioni, un sentire che, altrimenti, resterebbe sopito. Le storie di cui parlo nei miei romanzi ci toccano da vicino, le abbiamo dentro, anche se a volte ci fanno paura, o meglio, ci fa paura affrontarle, è umano. Quando scelgo un libro da leggere, lo faccio su queste basi, cerco letture che mi diano una scrollata, che mi aprano la mente, che mi facciano cogliere aspetti della realtà che ancora non conosco, e da lì far partire un cambiamento, una nuova ricerca. Siamo vivi finché questa fiamma rimane accesa.
Il problema del libero arbitrio richiederebbe una riflessione lunga, ma senza andare a scomodare i filosofi, il libero arbitrio esiste quando c’è uno scambio con situazioni diverse da quelle cui sei abituato, quando ti confronti con una persona che ti offre punti di vista diversi. Allora si può innescare quel meccanismo che porta al cambiamento e alla scelta, che rivoluziona la vita. Il libero arbitrio, il confronto con la realtà occidentale e un diverso modo di vedere la donna, anche se di strada ne dobbiamo fare ancora tanta, è quello che sta portando le donne e gli uomini dell’Iran a cercare di cambiare il loro paese, non per essere come noi ma come loro vogliono essere, stanno chiedendo il diritto di scelta, di non doversi più conformare a regole stantie.
Questa è la nostra storia attuale, quella spinta al cambiamento, l’affermazione della dignità dell’essere umano che in passato hanno portato alla Rivoluzione Francese e a quella Russa. Questo è il mio messaggio: cerchiamo di saperne il più possibile, interroghiamoci su chi siamo e vogliamo essere, se siamo felici così o se possiamo aspirare a qualcosa di diverso, e a quel punto fidiamoci delle nostre capacità di scelta. Il libero arbitrio dà accesso a quella rivoluzione personale che poi dilaga a formare un oceano. Tanto il Caso non dimentica mai di provocarci con situazioni continuamente diverse.
E.F.: Prossimi lavori in cantiere?
Maria Lidia Petrulli: Devo “limare” un noir/thriller che ho ambientato durante il primo lockdown, ho anche iniziato un romanzo “corale” dove vorrei inserire molti personaggi femminili provenienti da culture ed esperienze diverse, inoltre vorrei scrivere un seguito al noir/thriller di cui sopra… Insomma, molte idee che richiedono tempo, ricerca e positività.
Chiudo con un grazie di cuore rivolto a Emma la vulcanica e a tutte/i le sue lettrici e lettori altrettanto vulcanici. Mi fa sempre piacere ricevere le opinioni di chi mi legge, siano esse positive che negative, per cui invito chiunque a scrivermi per avere un confronto.
Written by Emma Fenu