La promessa di Giulio Cesare: conquisterò Sanremo
“I tuoi fantasmi riuniscono/ in certe trame il pulviscolo/ anche i migliori falliscono/ cercando me/ cercando te/ È vero gli anni feriscono/ ma le ferite già esistono/ il primo giorno di ergastolo/ cercando me/ cercando te/ […]” ‒ “Rolling Stones” di Giulio Cesare
Giulio Cesare è il nome d’arte di Giulio Marchetti, conosciuto come poeta e visual artist che, quest’anno, ha esordito anche nel campo musicale con il brano “Rolling Stones” (video con regia di Lorenzo Catapano, prodotto da Leo Pari, etichetta Matilde Dischi e con protagonista Anastasia Kuzmina) e, qualche settimana fa, con il secondo singolo “Un sorso di te” (video con regia di Lorenzo Catapano, prodotto da Leo Pari, etichetta Matilde Dischi e con protagonista Martina Stella).
Un mix di pop elettronico che riporta agli anni ’80 e che nei testi sente la presenza della componente poetica di Giulio che ha esordito con la prima silloge nel 2008 (“Il sogno della vita”, seguono nel 2010 “Energia del vuoto” con prefazione di Paolo Ruffilli, nel 2012 “La notte oscura”, nel 2014 “Apologia del sublime”, nel 2015 con Giuliano Ladolfi editore la raccolta “Ghiaccio nero”, nel 2020 “Specchi ciechi” con prefazione di Maria Grazia Calandone, postfazione di Vincenzo Guarracino ed una nota di Riccardo Sinigallia) ricevendo con tutte le raccolte premi di importante rilevanza. Le immagini fornite dal testo delle canzoni ci riportano anche alla creatività lucida e contestatrice mostrata da Giulio come visual artist nelle opere “Dramazon”, “Modern Heart”, “Easteria” e “Brain Friday“.
Delle importanti collaborazioni (Achille Lauro, et cetera) si potrà leggere sottostante perché per gentile concessione dell’artista e del canale Instagram di Musica Urban Tv vi possiamo presentare l’interessante intervista pubblicata sullo stesso canale, che vi consigliamo di seguire per conoscere tutte le novità musicali più gettonate.
M.U.: Quando hai pensato per la prima volta che la musica sarebbe diventata la tua vera passione?
Giulio Cesare: Il ‘97 è stato un anno magico per il britpop d’oltremanica. Be Here Now degli Oasis, Urban Hymns dei Verve, Ok Computer dei Radiohead e Blur dell’omonima band ne sono esempi eclatanti.
M.U.: Il tuo primo approccio con la musica?
Giulio Cesare: Pianoforte da bambino, costretto da mio padre. Poi da adolescente ho imbracciato la chitarra. A vent’anni però non mi sentivo sicuro come strumentista e mi sono dedicato alla poesia con ottimi risultati. Poi mi sono sperimentato anche come visual artist ed è in questa fase che mi è capitato di collaborare con Achille Lauro. Insomma, la musica, passando per l’arte visiva, mi ha riportato alla musica. Peraltro si è da poco conclusa la mia mostra “Arcipelago Esistenziale” che ha visto la partecipazione di Valeria Marini nel ruolo di madrina, accompagnata da numerosi altri ospiti VIP (tra cui Diana Del Bufalo, Stefania Orlando, Milena Miconi e Manila Nazzaro). La curatela del progetto espositivo è stata firmata da Gianluca Marziani, curatore in Italia di Banksy, uno dei maggiori artisti viventi.
M.U.: Da dove prendi ispirazione per le tue canzoni?
Giulio Cesare: Parto quasi sempre dalla melodia. Poi inserisco una metrica con un testo provvisorio e appoggio questa struttura su accordi che la sostengano dignitosamente. Infine, revisione generale e lavoro di lima.
M.U.: A questo punto parlaci dei tuoi primi due singoli…
Giulio Cesare: “Rolling Stones” (Matilde Dischi), è stato prodotto da Leo Pari, già producer di Gazzelle e tastierista dei Thegiornalisti, nonché “guru” dell’Indie e dell’Itpop. La protagonista del videoclip è arrivata direttamente dalla prima serata di Rai 1: Anastasia Kuzmina di Ballando con le stelle.
M.U.: “Rolling Stones” è stato applaudito anche dalla Berté… è vero?
Giulio Cesare: Sì, quella di Loredana Bertè è una delle segnalazioni illustri del mio primo singolo, insieme a quella del giudice di Amici Stefano De Martino, già conduttore di “Tim Summer Hits”.
M.U.: E che ci dici di Martina Stella?
Giulio Cesare: Dopo la Kuzmina, Martina Stella è il volto protagonista del videoclip del mio secondo singolo, “Un sorso di te”, che solo pochi giorni fa è stato trasmesso in anteprima nazionale su Tg Com.
M.U.: Un bel risultato. Quali ritieni siano i punti forti che ti differenziano e contraddistinguono come cantautore?
Giulio Cesare: Sono un ottimo topliner ed uno dei poeti contemporanei più affermati in Italia. Questo non è poco per scrivere canzoni.
M.U.: Come ti descriveresti in tre aggettivi a livello artistico?
Giulio Cesare: Noel Gallagher si definiva “Fuckin’ Genius” ma io sono un ragazzo educato e non vorrei risultare così scurrile.
M.U.: Come pensi quindi che sia possibile farsi riconoscere in un mercato così pieno di musica?
Giulio Cesare: C’è chi punta più sul personaggio che sulla musica. Come Rosa Chemical. Chi invece fa l’opposto, come Brunori Sas, diventa forse il miglior cantautore italiano, ma non ottiene miracoli in termini di popolarità. Poi c’è chi nasce indie e cede subito all’ultrapop in cambio di notorietà. Ogni riferimento ai Pinguini Tattici Nucleari è puramente casuale. Infine c’è chi costruisce hit a tavolino e chi è particolarmente dedito al mercato dei tormentoni estivi.
M.U.: A tal proposito, qual è il tuo tormentone preferito di quest’estate 2023?
Giulio Cesare: Italodisco – The Kolors. Una bomba rara.
M.U.: Ci sembra di capire che nella tua considerazione ci siano artisti che stimi e altri che ti convincono decisamente meno.
Giulio Cesare: Credo sia normale.
M.U.: Ritieni forse che ci sia qualche tuo collega sopravvalutato?
Giulio Cesare: Direi che Madame gode di buona stampa. Ariete ad esempio è una sua coetanea ed ha scritto lo stesso numero di buone canzoni, ma indubbiamente non ha il medesimo impatto chic sulla critica imbolsita.
M.U.: Ci saranno colleghi che invece stimi?
Giulio Cesare: Apprezzo gli artisti che danzano in equilibrio tra l’indie e il pop. Direi Colapesce, Dimartino, Coma Cose. Anche Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale si destreggia con un certo stile tra indie e mainstream.
M.U.: E per quanto riguarda la scena internazionale?
Giulio Cesare: La scena contemporanea ed il mio cuore sono dominati dai Fontaines D.C. Come gusto personale poi ho sempre adorato la rockband The Gaslight Anthem. Per il resto, dopo gli anni zero, sono emersi progetti musicali di assoluto valore come gli Editors e The National.
M.U.: Riferimenti più storicizzati? Le tue canzoni preferite di sempre?
Giulio Cesare: Your Song – Elton John, Imagine – John Lennon, After the Gold Rush – Neil Young, There Is a Light That Never Goes Out – The Smiths, Step Into My World – Hurricane #1
M.U.: Proseguiamo con una serie di domande a risposta chiusa per capire ancora meglio i tuoi gusti musicali, che sembrano essere piuttosto definiti, ma anche variegati. Beatles o Rolling Stones?
Giulio Cesare: Beatles.
M.U.: Battisti o De André?
Giulio Cesare: Battisti.
M.U.: Oasis o Blur?
Giulio Cesare: Oasis.
M.U.: Vasco o Ligabue?
Giulio Cesare: Vasco.
M.U.: Roger Waters o David Gilmour?
Giulio Cesare: David Gilmour.
M.U.: Il tuo eroe musicale?
Giulio Cesare: John Lennon. Tatuato sul braccio destro.
M.U.: Il tuo sogno più grande?
Giulio Cesare: Vincere Sanremo. Non in generale. Il prossimo Festival. 2024. P.S. Non sto scherzando. Più che un sogno è un obiettivo.
M.U.: Quindi sei un appassionato di Sanremo? Lo segui regolarmente? Pareri sull’ultima edizione?
Giulio Cesare: Tananai, con Tango, ha scritto un capolavoro immortale.
M.U.: E Giulio Cesare? Come nasce il tuo nome d’arte?
Giulio Cesare: Mi chiamo Giulio come nome di battesimo. L’associazione più immediata e ambiziosa era Giulio Cesare. Immagino sia un procedimento simile alla creazione del nome d’arte di Achille Lauro. Del resto, “Nomen omen”…
M.U.: A proposito di Achille Lauro… come è stata la collaborazione di cui ci hai parlato?
Giulio Cesare: Non sarebbe male replicare.
M.U.: Si tratta di un invito indiretto a Lauro?
Giulio Cesare: Chissà.
Info
Sito Giulio Marchetti/Giulio Cesare
Canale Instagram Giulio Marchetti/Giulio Cesare
Canale Instagram Musica Urban Tv