“La casa delle voci” di Donato Carrisi: gli estranei sono il pericolo

Ho letto altri romanzi di Donato Carrisi e lo apprezzo come scrittore. Specializzato in criminologia e scienza del comportamento, i suoi studi lo aiutano a creare dei personaggi ben delineati e, soprattutto, a descrivere le loro difficoltà o le loro patologie.

La casa delle voci di Donato Carrisi
La casa delle voci di Donato Carrisi

La casa delle voci mi è piaciuto particolarmente, perché tocca diversi argomenti quali la famiglia: la follia, quando ancora c’erano i manicomi aperti e succedevano cose che, come i pazienti, rimanevano rinchiuse anch’esse nelle strutture.

“Il San Salvi era l’inferno dei poveri, per chi non poteva permettersi nemmeno di andare anzitempo in quello vero”.

Pietro Gerber è uno psicologo toscano la cui specializzazione è l’ipnosi sui bambini, viene chiamato l’addormentatore di bambini.

Un giorno viene contattato da una collega australiana, che gli manda una donna per sottoporla all’ipnosi; Hanna, questo il suo nome, è convinta di aver ucciso il suo fratellino.

Lei, coi genitori, abitavano in Toscana e scappavano di casale in casale, vivendo lontani dagli estranei, ritenuti un pericolo, portandosi appresso una scatola contenente il cadavere del fratellino.

Fin da subito la donna inquieta lo psicologo che da una parte la teme, ma dall’altra ne è attratto; non fisicamente, ma mentalmente.

Anche lui ha il proprio segreto, e questo ha a che fare col padre, che per tutto il libro viene chiamato il signor B, dopo la metà del romanzo si scoprirà il perché di tale soprannome.

Sotto ipnosi Hanna rivela la propria incredibile storia, ma questa va a intrecciarsi anche con quella di Pietro, tanto che lui ne esce sempre più confuso.

Gli parla delle tante case delle voci e spiega anche il motivo per cui venivano chiamate così: “Regola numero tre: non dire mai il tuo nome agli estranei. Dopo aver deciso come battezzarci, mamma ci fa eseguire il rito per purificare la nostra nuova dimora. Consiste nel correre per le stanze e urlare i nostri nomi nuovi di zecca… Ecco perché ogni nuova casa diventa per me la casa delle voci”.

Gerber si ritrova all’interno di un cerchio che si sta chiudendo: allontana la moglie e il figlio per paura che Hanna sia psicopatica e possa fare qualcosa di male. Mentre lui resta a continuare nel suo lavoro, anche se già ha compreso tante cose.

Rimangono lui, Hanna, la giudice Baldi e la psicologa australiana.

A un tratto sembra quasi di stare nella trama di un racconto paranormale, con personaggi che hanno nomi strani: la strega viola, Lucignolo, Vitello, il Neri… e Hanna che, come un moderno pollicino, lascia cadere briciole a terra, ma non per tornare sui suoi passi, bensì per condurre Gerber sulla strada giusta.

Lo psicologo finisce per diventare una sorta di investigatore improvvisato per andare a scovare tutti gli indizi che Hanna gli ha lasciato e scoprire così la verità; non solo quella su Hanna e sulla sua famiglia, ma anche su suo padre e su di sé.

Un thriller che si legge tutto d’un fiato, che cattura, coi capitoli che finiscono quasi sempre con una nuova domanda che vedrà la soluzione nelle pagine successive, quasi obbligandoti a proseguire nella lettura.

Donato Carrisi
Donato Carrisi

Dal Corriere della sera: “Carrisi ridefinisce qui lo statuto del thriller psicologico: porta il male e la paura un gradino più in là, fa un passo dentro il buio profondo dell’animo umano”.

 

© 2020 SuperTea
ISBN 978-88-502-6020-1
Pag. 397
€ 5,00

 

Written by Miriam Ballerini

 

 

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