“Il giudice Selah Lively” poesia di Edgar Lee Masters tratta dall’“Antologia di Spoon River”
Siamo nel Middle West americano e precisamente in un cimitero di villaggio nel quale i morti chiacchierano l’uno dell’altro, di se stessi e dei vicini ancora in vita.
Nell’aldilà ogni ipocrisia è caduta ed i morti rivelano i segreti nascosti durante la vita: le parole presenti nelle tombe e scelte dai propri cari sono smentite da epitaffi che raccontano seduzioni, amori colpevoli, odi repressi, inganni, invidie, rancori, illusioni, fallimenti e suicidi.
Il lettore, con l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters (1868-1950), si trova davanti una tela di scandali di una comunità corrotta che, descrivendo gli effetti dell’industrializzazione in una cittadina americana, è pari ad un trattato sociologico in versi.
La poetica di Masters è classica e moderna, provinciale e metropolitana, sofisticata ed arcaica.
La poesia “Il giudice Selah Lively” ha avuto molto successo in Italia perché ispiratrice della celebre canzone “Un giudice” di Fabrizio De André.
“Il giudice Selah Lively”
Immaginate d’esser alto un metro e cinquantotto,
e d’aver cominciato come garzone di droghiere,
studiando legge al lume di candela,
fino a diventare avvocato.
E immaginate che grazie al vostro zelo,
e all’assidua frequentazione della chiesa,
siete diventato il legale di Thomas Rhodes,
che incassa cambiali e ipoteche,
e rappresenta le vedove
nelle cause di successione. E che tutto il tempo
vi burlino per la statura, e vi scherniscano per gli abiti
e gli stivali lucidi. Infine
siete divenuto giudice di contea.
E Jefferson Howard e Kinsey Keene
e Harmon Whitney e tutti quei giganti
che vi avevano beffato, sono costretti
alla sbarra a dire: «Vostro onore» –
be’, non vi pare naturale
che gliel’abbia fatta pagare?
In lingua originale
“Judge Selah Lively”
Suppose you just stood five feet two,
And had worked your way as a grocery clerk,
Studying law by candle light
Until you became an attorney at law?
And then suppose through your diligence
And regular church attendance,
You became attorney for Thomas Rhodes,
Collecting notes and mortgages,
And representing all the widows
In the Probate Court? And through it all
They jeered at your size, and laughed at your clothes
And your polished boots? And then suppose
You became the County Judge?
And Jefferson Howard and Kinsey Keene,
And Harmon Whitney, and all the giants
Who had sneered at you, were forced to stand
Before the bar and say “Your Honor” –
Well, don’t you think it was natural
That I made it hard for them?
Edgar Lee Masters nasce a Garnett il 23 agosto del 1868 e muore a Melrose Park il 5 marzo del 1950. Masters è stato un poeta, scrittore e avvocato statunitense, noto soprattutto come autore dell’Antologia di Spoon River.
Edagar Lee Masters, nel 1890, dopo aver lavorato presso l’ufficio legale del padre, ebbe l’abilitazione alla professione di avvocato nello stato dell’Illinois. Nel 1898 si sposò con la figlia di un avvocato, Helen M. Jenkins, dalla quale ebbe tre figli.
La figlia Marcia si dedicò alla poesia, mentre il figlio Hilary Masters divenne romanziere e scrisse, insieme al fratellastro Hardin, una biografia del padre.
Le fonti d’ispirazione per l’Antologia di Spoon River furono l’Elegia scritta in un cimitero campestre di Thomas Gray e gli epigrammi greci dell’Antologia Palatina, letture suggerite all’avvocato-scrittore dall’amico William Marion Reedy, direttore del Reedy’s Mirror nel 1913, appare probabile che l’autore abbia letto la novella “la morta” di Guy de Maupassant.
Tra il 29 maggio 1914 e il 5 gennaio 1915 il giornale pubblicò con regolarità quasi tutti i componimenti dell’Antologia, a partire da La Collina. Quando, nel 1916, uscì la versione definitiva dell’opera in volume il successo fu immediato soprattutto in USA e, più tardi, in Italia. Dopo lo scarso esito di “The New Spoon River” pubblicato nel 1924, abbandonò definitivamente la professione di avvocato per dedicarsi alla scrittura. Negli ultimi anni le difficoltà economiche fattesi pressanti lo obbligarono a ricorrere all’aiuto degli amici per poter sopravvivere.
Morì in miseria e dimenticato, di polmonite, il 5 marzo 1950 e fu sepolto nel cimitero Oakland di Petersburg. Il suo epitaffio include la poesia To-morrow is My Birthday tratta dall’opera Toward the Gulf. Solo a partire dagli anni ’60 gli sarà riconosciuta una grandezza mondiale.
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