“È giunto il maestrale” raccolta poetica di Samuel Fernando Pezzolato: sensibilità espressa in versi
“Sentirsi avvolto dalla pace
il silenzio si interrompe col vento
e con un flusso di energia
descrivi i tuoi millenni!”

Sviluppato in quattro parti, il testo poetico È giunto il maestrale di Samuel Fernando Pezzolato sollecita numerose riflessioni. Sull’amore, sulle forme in cui questo si declina e su molto altro ancora.
Riflessioni, che incatenate le une alle altre, danno vita a liriche evocative racchiuse in un unicum davvero appassionante.
Pubblicato da Tomarchio editore nel 2022, È giunto il maestrale lo si può considerare innanzitutto un tributo alla Sardegna, isola dall’indiscusso fascino paesaggistico e luogo tanto caro all’autore, che accompagna i suoi versi frutto di una fervida creatività. Ed è anche in virtù dei richiami geografici e ambientali inclusi nel testo, che i versi di Samuel Fernando Pezzolato si fanno suggestioni che si aprono su di uno scenario poetico davvero avvincente.
Lì, dove ogni lirica è motivo per celebrare una terra custode di un sapere arcaico che si perde nelle nebbie del tempo; laddove il maestrale, da cui il titolo del testo, è anch’esso protagonista di un luogo che si fa luogo dell’anima dell’autore. Che, in un connubio di parole e frasi esplicita una forma di sensibilità espressa in maniera diretta, quasi colloquiale, partecipando il lettore al proprio sentire.
Il quale si svela per quello che è: profondo e teso a captare emozioni sollecitate anche dalla dedizione con cui si dedica all’arte poetica.
“In ogni istante saremo diversi/ Pur rimanendo noi stessi”
Nato a Torino nel 1993 Samuel Fernando Pezzolato, da sempre appassionato d’arte in ogni sua forma, ha fatto della poesia un modo di esprimere il proprio universo. Vincitore di alcuni concorsi dedicati alla poesia, è autore di altre pubblicazioni sempre con Tomarchio editore.
“Ancora è buio./ Nel silenzio mi allontano/ In questi passi rimasti assonnati…”
È una forma di introspezione quella offerta dal volume È giunto il maestrale, dove versi densi di un lirismo profondo esprimono un’affettività colma di momenti fugaci, che non è soltanto tributo alla Sardegna, terra pregna di elementi ancestrali che si fa espressività dell’universo emotivo dell’autore, ma è strumento evocativo che, in un volume di circa 130 pagine, rivela una delicatezza d’animo non comune.
Una sensibilità manifestata con versi che si inanellano fra loro in liriche di sicuro pregio capaci di emozionare il lettore, anche il più distratto e meno avvezzo a riconoscere alla poesia il ruolo di importante impatto emotivo che ricopre.
E ciò, malgrado la poesia sia spesso considerata una forma d’arte piuttosto superata. Non è dunque facile parlare oggi di poesia; occorre, infatti, un certo ‘coraggio’ per esternare la propria vena poetica, così come ha fatto Pezzolato, nel momento in cui si dedica a un’arte che spesso viene considerata minore.
La società odierna ha forse paura della sensibilità insita nell’animo dei poeti?
La società è forse aliena dal fatto di ostentare emozioni e sentimenti che non sono espressione non certo di mascolinità, intesa in senso tradizionale, così come la società odierna talvolta impone?
Domande a cui è arduo rispondere, se non attraverso le liriche di Pezzolato pregne di suggestioni, che si aprono su di una scenografia ampia ed emozionale dove il poeta si mette a nudo.
“Pensiero notturno/ che nella notte buia tu mi svegli/ e nel mio immaginar/ tra una lacrima e un sorriso, rendi veloci le mie ore…”
Seppur in qualche caso brevi, le liriche di Pezzolato rappresentano, da un punto stilistico, sferzate emotive che prendono per mano il lettore conducendolo nei meandri di un mondo abitato dall’affettività, dove la figura femminile non incarna la donna angelicata di letteraria memoria, seppur la visione della donna sia delicata e contempli una forma di rispetto che va oltre il mondo che lega sentimentalmente un uomo a una donna.

“Tra il vagar della mia mente, a guardar bene è già l’alba,/ che dalla sottile luce poni fine al mio dormire”
Intrise di delicatezza, le poesie di Samuel Fernando Pezzolato si depositano sul cuore del lettore come un balsamo, in grado di lenire, in molti casi, ferite inferte da una società che ammette poche esternazioni sentimentali dettate da una sensibilità non comune, come quella che appartiene all’autore, per l’appunto. Che ha dipinto con parole e frasi, in un connubio assai vincente anche da un punto di vista stilistico, pennellate impresse su di una tela il cui sfondo ha la limpidezza del mar di Sardegna.
Lì, dove la natura si manifesta con la sua forza dirompente in uno scontro di forze vitali che abitano un’isola ricca di suggestioni ambientali. Che si fanno rimandi dell’universo emotivo dell’autore espresso in versi, capaci di catturare il lettore che non è spettatore passivo ma entra dentro ai sintagmi evocativi dell’autore.
“Vorrei scriverti di quando l’arancio acceso/ lascia posto all’imbrunire./ L’accendersi delle stelle riflesse nello specchio notturno delle onde./ Il loro fruscio e il leggero vento fresco:/ il modo migliore per addormentarsi/ vedendo questo incantevole splendore./ La libertà che regala tutto questo…”
È giunto il maestrale è dunque uno scrigno prezioso di parole e frasi che si intrecciano in ricami pregiati, e sono capaci di restituire emozioni grazie alla lettura, anche da parte del più distratto dei lettori, emotivamente parlando, o da quello meno avvezzo a percepire pulsioni trasmesse dalla poesia come disciplina a sé stante.
Disciplina che fruisce dell’intensità dei versi di Pezzolato che si manifesta anche attraverso ricordi i quali, emersi da un limbo, si dissolvono in parole messaggere di una verità raccontata con limpidezza.
Ed è proprio grazie a questi versi, sviluppati in modo diretto e quasi colloquiale, che l’autore esprime il proprio universo emotivo partecipandone gli altri. Un universo interiore volto a cogliere sfumature dei propri diversi stati d’animo rappresentativi di un’acuta sensibilità.
“Non è la realtà che ci impressiona,/ ma ciò che alla nostra mente appare”
Written by Carolina Colombi
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