“Il calendario degli animali” di Alberto Cocco: un luogo dove non esiste il tempo, ovvero la Sardegna
Chiudi l’ultima pagina con la sensazione di aver attraversato un lungo fiume azzurro, placido e ricco di metafore come fiori galleggianti. Ci hai messo dodici mesi ad attraversalo con la tua piccola barca della fantasia. O forse no, la fantasia non ce l’hai messa tu, ma te l’ha tirata dietro sulla tua scia Alberto Cocco, l’autore.

Sì, ma l’hai vista tu perché era in te. Insomma, si può sapere chi l’ha portata la fantasia?
La fantasia è la magia del romanzo, che si nutre di pagine di parole. Sempre, ma qui in maniera speciale.
Sto parlando del libro che ho appena chiuso: Il calendario degli animali (La Zattera Edizioni, 2022) di Alberto Cocco. Un’opera traversale alle epoche e alle età, centrata sul senso dei valori umani. Così dichiara l’autore, con la sua voce calda, impostata da consumato presentatore, negli incontri coi lettori.
Infatti il romanzo è ambientato nei dodici mesi del 1999, quando telefonini e social non erano dirompenti come ora. Quando un amico non valeva quattro distratti “mi piace”, ma un caffè bevuto insieme. Quando ci si parlava guardandoci in faccia, senza fare altro. Parlarsi per parlasi, raccontare, comunicare, ascoltare, con al centro sguardi, toni della voce, espressioni del viso. Non messaggini mentre guardi il televisore, o segui i commenti di un post illuminato, sui social di qualunque tipo.
Infatti il romanzo è ambientato, oltre che nell’anno del Signore 1999, nei non luoghi. Come il silenzio, la solitudine, incontri con persone che sono incontri d’anima, dove ci si tocca dentro, e si dà e si prende. Così, senza fare la somma algebrica, solo perché è bello.
Capitoli e pagine per farci rimpiangere il tempo zero della nuova comunicazione veloce. Quella che scambia milioni di informazioni in un nanosecondo. E invece no, così non ci piace, ci strizza l’occhio dalle sue pagine l’autore. Ma nel tempo attuale, lontano dai rimpianti, si può ancora capire e ragionare che la vita non è quella frettolosa e infreddolita fuori del calore umano.
Anche questo, Alberto Cocco, lo ha detto nella presentazione spalancando gli occhi con un sorriso e stringendo la mano in un gesto rapido come per acchiappare qualcosa che vola. Che vola come un’occasione che poi si perde per sempre, ma che devi saper fermare, se sei vivo. Ribadendo che questo libro viene da quel piacevole galleggiare nel fiume dei rapporti veri, viso a viso, umani.
Quando, dopo umani, non c’è altro. Perché era tutto prima.
Così Il calendario degli animali racconta il viaggio in Sardegna di un giovane fotografo freelance. Venuto nell’Isola portandosi dentro il viatico dei suoi demoni. Ma l’incontro con la terra sarda scatena passioni, curiosità forse infantili per poter credere alle favole, ma vere. Allora il suo ingaggio razionale e serioso, di fare un calendario con bellissime fotomodelle, si dissolve un po’ nel vento solitario della Sardegna. Mentre attirano la sua curiosità, la sua passione e l’obbiettivo della sua fotocamera l’incontro con luoghi, persone e animali fuori del tempo.
In realtà l’autore ci racconta di una nuova dimensione del tempo senza tempo. Perché Germano, il protagonista, ci mette un mese per ogni scatto, e uno scatto per ogni mese. E il mese nel romanzo è l’unità di misura del tempo. Si avanza piano in un pianeta dove non esiste la fretta.
Un anno è il contenitore più grande e poi dodici mesi per dodici capitoli. Gennaio, febbraio, marzo… senza arrabattarsi, perché il tempo è speso bene fermandosi a riflettere e capire tutto il necessario e il superfluo nelle anse placide del fiume della vita.
Gennaio, febbraio, marzo… ogni mese a scoprire l’anima di un luogo diverso della Sardegna; ogni mese a incontrare qualcuno che scava nella sua anima e la fa rivelare anche a lui; ogni mese a conoscere un diverso animale che lo contamina di sensazioni.
Gennaio, febbraio, marzo… in un viaggio perenne di formazione. E non è un caso che sia nella nostra isola nuragica, dove pietre, profili della terra, mare e pioggia ispirano solitudine, pensiero, introspezione silenziosa e infinita. Il tutto rimandato anche alle sensazioni delle tavole illustrative di Seyna Suffiotti, importante artista cagliaritana, che traduce in disegni il messaggio onirico.

Ma attenzione, è un vero viaggio magico, non una noiosa introspezione. In ogni luogo, in ogni mese Germano arriva, conosce, scopre, soffre e impara qualcosa. Così diventa un viaggio per cercare il senso della vita. E lo può scoprire insieme a noi accorgendosi che ce l’hanno gli animali, più degli uomini che vanno di fretta senza capire. E mano mano si rende conto che non sta facendo il calendario delle modelle, ma il Calendario degli animali.
In realtà lo capisce subito, fin dai primi contatti con la grande madre Isola. Ma lo accetta perché la sua missione è scoprire la sua anima e fotografare le emozioni che ci trova dentro.
L’altra ambientazione è la scrittura stessa di Alberto Cocco. Le sue righe disegnano paesaggi, sensazioni. Si può galleggiare sul fiume della sua narrazione passando da metafora a metafora come saltando da un sasso affiorante a un altro per attraversarlo. Metafora, astrazione, sogno, visione, visione reale, da conservare. La sua prosa poi diventa lirica, giocando sulla frammentarietà delle immagini retoriche. Vedi questo, ed è racconto, vedi quell’altro ed è ritratto di una sensazione. Vai avanti, giri pagina e ancora, e ancora. Non c’è bisogno di vivisezionare minuziosamente i dettagli per raccontarli, bastano due flash che smontano una parte e descrivono un arco di sensazioni che rivela tutto il passaggio letterario.
Un libro dovrebbe fare così: parlare agli occhi che scorrono sulle righe, e far sognare sulle ali della fantasia. Sono metafore, sono chimere, sono sogni, sono scatole che si aprono nella mente. Non vi disturbate a capire, cercate di sentire, e allora il libro avrà un senso compiuto.
Written by Pier Bruno Cosso