Dario Neira e la tecnica del collage: parole scritte con la pelle

Il corpo di ogni uomo si interfaccia con l’ambiente in cui vive grazie a un organo molto importante, l’epidermide; un paio di metri quadri di un sottilissimo tessuto che ci avvolge, ci protegge e ci consente di conoscere chi e cosa abbiamo vicino.

Parole nude di Dario Neira - Photo by Marco Salvario
Parole nude di Dario Neira – Photo by Marco Salvario

È esclusivamente grazie alla pelle, di cui l’epidermide è lo strato più esterno, che il nostro cervello può ricevere informazioni relative alle caratteristiche dei corpi con cui entriamo in contatto e reagire di conseguenza.

Questa provvidenziale buccia è il materiale che Dario Neira utilizza come elemento base per i suoi collage. Sia chiaro, non è vera pelle: nessuno umano, uomo o donna, giovane o vecchio, ha subito il terribile supplizio di San Bartolomeo e di Marcantonio Bragadin, per permettere la realizzazione dei suoi lavori; semplicemente, Neira attinge alle illustrazioni di giornali e riviste, dove la pelle nuda è sempre esposta con generosità eccessiva, soprattutto per ammiccanti e ingannevoli scopi pubblicitari.

Invece nessuna speculazione erotica o pornografica è nei collage; la pelle è solo considerata come una finestra aperta verso il mondo, verso il nostro prossimo.

Una finestra e un limite, una frontiera e una zona di scambio.

L’armonia di forme e le sfumature di colori nelle composizioni di Neira affascinano chi le osserva e non ci si rende subito conto, che spesso le forme risultanti rappresentano lettere e che le lettere compongono o suggeriscono frasi; ad esempio, quando alle lettere della parola “Collage” si aggiunge una “r”, questa la trasforma e ne suggerisce altre – “Corage”, “Core”, “Rage”, “Ore” – in una specie di raffinato e dinamico Scarabeo.

Altre opere permettono di leggere: “Educazione sentimentale” o “Tutte le mie mancate vite”. In quest’ultimo caso, soprattutto quando non si è più giovanissimi come me e come l’artista, si rischia di smarrire il valore artistico del quadro per perdersi nei pensieri e meditare sul testo del messaggio, sulle mancate vite che non abbiamo percorso nel nostro passato, sui rimpianti piccoli e grandi, sui rimorsi spesso dolorosi che ci siamo lasciati alle spalle. Si pecca per pensieri, opere e per omissioni.

Chi non ne ha dubbi sulle scelte che ha fatto, scagli pure la prima pietra.

Eppure questo è un ambiguo gioco di significati, livelli sovrapposti in cui si rischia di perdersi. Ci facciamo, io per primo, catturare ingenuamente da uno slogan e questo dimostra la nostra debolezza; è il messaggio che ha scritto, quello che voleva comunicarci l’artista, oppure, proprio al contrario, voleva metterci in guardia dal tradire i nostri giudizi personali per accettare passivamente, entusiasti e ciechi, quelli altrui, già pronti e confezionati?

Per apprezzare appieno un lavoro, cataloghi e riproduzioni digitali sono strumenti utili, ma spesso assolutamente inadeguati. Nel caso dei collage, la visione diretta permette di valutare il lavoro di costruzione, gli strati sovrapposti che, pur nel loro minimo rilievo, apportano una sensazione di tridimensionalità.

Questo è particolarmente vero per queste opere.

Parole nude di Dario Neira -- Photo by Marco Salvario
Parole nude di Dario Neira — Photo by Marco Salvario

L’ultima mostra personale di Dario Neira, curata da Olga Gambari, ha come azzeccatissimo titolo: “Parole Nude”.

“Nude” perché scritte con la pelle, “parole” perché indagano sull’interfacciarsi semplice eppure complesso, tra l’individuo e il mondo che è fuori da lui.

La mostra è ospitata, per il periodo che va dal 27 gennaio all’11 marzo 2023 (con proroga sino al 4 aprile), dalla galleria d’arte contemporanea “metroquadro”, nata a Rivoli nel 2008 e dal 2016 trasferitasi a Torino in Corso San Maurizio, a poca distanza da Piazza Vittorio Veneto.

 

Dario Neira è nato a Torino nel 1963. Medico chirurgo, esperto di biomedicina e psicoanalisi, trasporta tali conoscenze nella propria arte, e l’abilità con cui sa usare gli strumenti della sua professione di chirurgo, bisturi e forbici, gli è sicuramente utile nel taglio preciso e sicuro con cui dà forma agli elementi compositivi dei suoi collage.

 

Written by Marco Salvario

 

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