“L’ombra di Goya” docufilm di José Luis López-Linares: le ossessioni partorite dalla mente

“È sempre molto affascinante penetrare nell’intimità di un pittore, indagando ciò che ha fatto per sé e non per gli altri” – Jean Claude Carrière    

L’ombra di Goya di José Luis López-Linares
L’ombra di Goya di José Luis López-Linares

Realizzato da Nexo Digital per La grande arte al cinema, L’ombra di Goya è un docufilm che nei giorni 6, 7 e 8 marzo 2023 si affaccia nelle sale cinematografiche italiane.

Dedicato a Francisco Goya, il racconto filmico esplora l’universo artistico e la vita del pittore spagnolo vissuto a cavallo fra ‘700 e ‘800.

Ad accompagnare lo spettatore in un viaggio davvero avvincente, in cui cultura cinema e pittura si incontrano, è il drammaturgo e filosofo Jean Claude Carrière, intellettuale poliedrico. Che si fa tramite per illustrare allo spettatore l’ampia produzione del Goya e lo stile che lo ha sempre contraddistinto.

Nato nel 1931 e scomparso nel 2021, Carrière è stato grande amico e collaboratore del regista Luis Buñuel, altro spagnolo da ricordare, più volte evocato nel documentario in un parallelismo quanto mai proficuo.

Carrière, spirito libero e attento studioso, ha dato al cinema e al teatro un ampio contribuito, che gli è stato riconosciuto con un Oscar onorario per il cinema nel 2015, mentre per l’adattamento teatrale de La tempesta di Shakespeare è stato premiato nel 1991.

Come raccontato da Carrière, l’incontro fra Luis López-Linares, regista del docufilm, e Luis Bunuel, prima che quest’ultimo morisse, ha fatto sì che i due intraprendessero un percorso sulle orme di Goya, trovando nel percorso stesso fonte di ispirazione.

L’ombra di Goya, diretto da José Luis López-Linares, regista eccellente, già autore di Bosch. Il giardino dei sogni, altro documentario di successo, gode dell’impianto scenografico elaborato proprio da Carrière in collaborazione con Cristina Otero Roth.

Arricchito da numerosi interventi di addetti ai lavori, tra cui Julian Schnabel, l’intenzione del film è     decodificare la cospicua e variegata produzione di un artista dalle immense risorse espressive.

A riferire del pittore spagnolo e ad esplorare il suo mondo anche un medico, un otorino, che dà conto della sordità da cui era affetto il pittore, le cui conseguenze sono evidenti in alcune delle sue opere.

“Mi piace pensare che faccio film anche per i morti, per i miei genitori e i miei amici, per Chesterton e Miguel de Cervantes, per il mio bisnonno Alfredo che ha combattuto ed è morto a Cienfuegos, per Goya naturalmente e per Jean-Claude Carrière…” – José Luis López-Linares

Considerato il precursore dell’arte moderna, il pittore e incisore spagnolo Francisco Goya nasce a Fuendetodos (Aragona) nel 1746. Ragazzo dal temperamento vivace, si distingue fin da giovanissimo per la sua innata creatività.

L’ombra di Goya docufilm di José Luis López-Linares
L’ombra di Goya docufilm di José Luis López-Linares

A riconoscere in lui la vocazione per il disegno e per la pittura è suo padre, già maestro doratore, che lo introduce presso una bottega d’arte della località in cui vive la famiglia. Ed è un’opportunità questa, che spinge il giovinetto ad affinare la propria inclinazione, rispondendo con prontezza alle sollecitazioni che gli vengono da capolavori del rinascimento e del barocco italiano, con un’accesa predilezione per il Tiepolo. E che lo incitano a studiare e a migliorare la propria tecnica, grazie anche al suo trasferimento nel 1763 a Madrid, all’epoca città ricca di un notevole fermento artistico.

“Spero che da dove si trova ora, questo film possa piacergli. Volevo che lo spettatore percepisse il più fedelmente possibile ciò che la sordità di Goya ha cambiato nella sua vita e nella sua arte. Il nostro approccio è stato quello di cercare di scavare un buco nelle Pitture nere di Goya per vedere cosa c’era dietro.– José Luis López-Linares

Considerato un pittore già ‘contemporaneo’, la produzione di Goya non segue un univoco percorso pittorico; la sua pittura non è perciò ascrivibile a un genere ben preciso, così come il suo estro creativo: non lo si può etichettare entro uno schema artistico predefinito.

Il momento storico in cui Goya si trova ad operare attraversa una fase di transizione, che vede un tipo d’arte in cui sono presenti non solo le peculiarità artistiche degli artisti, ma anche tematiche di tipo introspettivo.

Per alcuni aspetti il Goya aderisce ai modelli dell’arte neoclassica, per l’uso bidimensionale dello spazio e per la stilizzazione delle immagini, per esempio. Tuttavia, la sua pittura risente delle sue aspirazioni illuministiche tese al concetto di razionalità, oltre che degli impulsi irrazionalistici di natura già romantica.

In una dicotomia tra ragione e sentimento, che spinge il pittore a superare l’accuratezza dello stile neoclassico raffigurando scene del quotidiano, o ancora, scene ispirate dalla sua immaginifica fantasia aperte a istanze proprie del romanticismo.

Dotato di grande sensibilità, Goya matura un suo stile originale dal linguaggio vigoroso e ricco di libertà d’espressione: uno stile che va oltre gli schemi accademici.

Alla morte del Tiepolo, nel 1770, Francisco Goya raggiunge l’Italia e Roma, dove rimane estasiato di fronte alle opere dell’arte italiana.

È il 1786 quando diviene pittore presso la corona spagnola, seguendo il filone della ritrattistica esegue numerosi ritratti della famiglia reale.

Ma intorno al 1793 la sordità interviene a limitarne l’operato, fino a conferire alla sua arte una sorta di cupezza insieme a una visione pessimistica dell’esistenza; in contraddizione con la sua crescente popolarità.

La sua è una pittura fondata sulla centralità del proprio mondo interiore, momento che coincide con l’abbandono della corte spagnola per trasferirsi in Andalusia. A quel punto, per Goya, dipingere significa esprimere una visione soggettiva del mondo. Che è momento della sua maturità, durante la quale la sua produzione si concentra su temi dai toni onirici e dal contesto allegorico.

Interpretate dal pittore come istanze razionalistiche, il quale vede nella ragione lo strumento per rivelare la parte più intima e nascosta dell’uomo, quella da cui nascono gli istinti. Tra la ragione e la dimensione intimistica il pittore non trova alcuna contraddizione, semmai una dialettica.

L’ombra di Goya docufilm di José Luis López-Linares
L’ombra di Goya docufilm di José Luis López-Linares

Un esempio artistico eclatante di questo momento è l’opera Il sonno della ragione genera mostri (El sueño de la razón produce monstruos), diventata un’icona per il forte impatto emotivo, tale da suscitare nello spettatore riflessioni di natura esistenziale. Immagine di grande forza comunicativa, l’uomo dormiente è assediato da ‘mostri’ che gli svolazzano intorno in una realtà non visibile, dove non è presente alcuna coordinata spaziale e alcun punto di riferimento.

Il sonno della ragione genera mostri è un’opera emblematica che rivela come si pone rispetto all’Illuminismo, e la didascalia che aiuta la comprensione. Infatti, la didascalia si sofferma sul duplice significato della parola ‘sueno’, la cui accezione può essere ‘sonno’ e ‘sogno’, il quale può suggerire che la ragione partorisce idee e al contempo angoscia.

Altro esempio sono i suoi capolavori denominati Capricci, una raccolta di 80 incisioni realizzate ad acquaforte intorno agli anni 1797-1799, dove i temi affrontati sono quello della menzogna e dei pregiudizi sociali, che il pittore espone con spietata sincerità.

La Maja desnuda, dipinto audace per l’epoca e chiaramente ispirato all’arte di Diego Velazquez, viene realizzato da Goya negli anni dal che vanno dal 1790 al 1800. Così pure la Maja vestida, di poco successiva.

Infine, per concludere questo breve profilo di un artista che ha segnato fortemente il panorama artistico, un accenno al periodo più oscuro di Francisco Goya. Quello che culmina con il ciclo delle cosiddette Pitture nere.

Una serie di dipinti ad olio in cui la presenza di scene oniriche e criptiche rappresenta una riflessione del pittore sul male, inteso come entità onnipresente nel mondo. Dipinti nel periodo che va dal 1918 al 1823 presso la Quinta del Sordo, la sua casa di periferia a Madrid. Il più noto dei quali è Saturno che divora uno dei suoi figli.

Dopo di ché, disilluso, decide di trasferirsi a Bordeaux dove, nonostante la sua completa sordità, realizza ancora dipinti importanti fino al 1828, anno in cui ha termine la sua esistenza.

“Come regista, mi comporto come un archeologo sensibile, un passante che propone idee, emozioni nascoste dietro ogni scoperta…” – Luis Lopez-Linares

Sviluppato con rara perizia, quella già conosciuta di Nexo Digital, L’ombra di Goya è un documentario eccellente. Nato su di un progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital, L’ombra di Goya racconta, attraverso la raffigurazione delle ossessioni e dei fantasmi partoriti dalla mente, quelli che spesso abitano l’essere umano, un viaggio nel mondo interiore ed artistico di Francisco Goya.

Abbiamo passeggiato nei luoghi in cui Goya ha vissuto e dipinto. Jean-Claude Carrière ha condiviso i suoi pensieri su ciò che questi spazi, queste opere e l’atmosfera che regnava in questi luoghi gli ispiravano via via. La sua conoscenza della materia era enciclopedica e le sue riflessioni vivaci…” – Luis Lopez-Linares

 

Written by Carolina Colombi

 

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