“Desperate Pleasures” di M.S. Harkness: relazioni affettive nell’era digitale
La graphic novel “Desperate pleasures” di M.S. Harkness è saldamente ancorata al nostro tempo, in cui le nuove relazioni e le emozioni dei personaggi si muovono in rete attraverso la nota applicazione Tinder.
Non per caso il primo volume della stessa autrice ha come titolo “Tinderella”, con gli stessi problemi irrisolti e le dinamiche relazionali incerte. Entrambi i volumi sono editi in Italia da Add editore, mentre in America è stato prima stampato da Kilgore Books e in seguito da Uncivilitized Books.
Il fumetto è autobiografico, l’autrice riesce a rappresentare se stessa con grande sincerità e senza inibizioni, sia per quanto riguarda la trama sia per i sentimenti e le implicazioni intime che emergono.
Usando Tinder ha modo di avere due relazioni parallele con due uomini muscolosi ed atletici, mentre svolge una vita quotidiana fatta di ripetitività come alzare i pesi e andare in palestra (l’autrice è sollevatrice di pesi professionista). L’unico svago è quello di utilizzare con insistenza l’applicazione già citata e sembra farlo soltanto per un piacere sessuale.
Come si evince dal titolo i piccoli piaceri che lei cerca non sono richiesti perché dettati dalla noia delle giornate o dalla sua leggerezza caratteriale.
I piaceri sono disperati nel momento in cui si aspetta la risposta in chat e non arriva, le certezze non sono conferme e le illusioni intorno a delle relazioni, più o meno profonde, si rivelano vani tentativi di trovare un’ancora di salvataggio.
Si scopre così un passato irrisolto della protagonista nell’immagine emblematica che ritorna più volte: lei che guarda l’orizzonte, mentre una nave è in lontananza. Una immagine poetica, prevedibile e utilizzata nell’iconografia comune riesce ad avere tutt’altro significato in questo fumetto.
L’autrice racconta molto di sé senza bavagli o paletti autoimposti, anzi spesso è autoironica e si rende molto simpatica al lettore. Non si cela dietro un passato difficile per spiegare il presente, ma lo fa vedere al lettore come a spiegarlo anche a se stessa e sembra dire: “ecco questa sono io”.
Nel filone dell’autobiografico a fumetti viene facile la similitudine con una autrice italiana come Fumettibrutti: il sesso e il rapporto con gli altri è un modo per raccontare se stessi, le proprie problematiche e il proprio bagaglio di traumi e desideri non corrisposti.
In questo caso il rapporto che si ha con Tinder e il digitale in genere, spessissimo la protagonista utilizza un cellulare invece del dialogo diretto per comunicare, diventa un modus operandi non soggettivo, ma che accomuna una intera generazione in crisi affettiva.
Il fine ultimo non è forse trovare qualcuno che non ti faccia sentire solo?
Nonostante ci siano molte vignette in cui i personaggi hanno atteggiamenti intimi, non c’è nessun tipo di volgarità. Le vignette sono essenziali, spoglie molto spesso, la città è quasi anonima e anche i personaggi non hanno grandi caratterizzazioni visive: la protagonista ha un ciuffo di capelli a renderla riconoscibile, altri la barba o una maglietta a righe.
Il tratto è spesso, molto scuro e sintetico. Pochissimi dettagli. Le prime strisce in cui si trova in palestra sono anche ironiche e fanno sorridere con pochi scambi di battute. Lo stile è riconoscibile, pulito e intenso soprattutto nell’uso del bianco e nero e delle campiture di colore. Quello che mi ha colpito è la sincerità della narrazione più dello stile, sicuramente contemporaneo e moderno proprio come l’uso del digitale nella sua vita.
Un fumetto che riesce a ribaltare anche pregiudizi del lettore, io per prima ho giudicato la protagonista, mentre con il procedere della lettura ho capito quanto il fumetto volesse indagare altro non solo del personale, ma anche di una generazione sempre più digitale e sola.
Written by Gloria Rubino