Alberto Asor Rosa e Carlo Muscetta: due critici militanti
Rigoroso indagatore del Novecento, Alberto Asor Rosa (1933-2022) non poteva di certo lasciare indifferenti con la sua personalità dalle molteplici sfaccettature.
Prima che studioso, fu senz’altro un critico militante.
Nacque nel 1933 a Roma, insegnò dapprima nei licei e poi alla Sapienza. Alla sua attività da critico e da storico della letteratura, ha sempre associato un impulso politico, un’aderenza ai problemi della contemporaneità interrogandosi sulla figura dell’intellettuale e sul suo ruolo nella società del tempo.
Ora che Asor Rosa è scomparso e nel cento decimo anniversario della nascita di Carlo Muscetta (1912-2004), occorre recuperare quel momento storico che assurge a massima oratoria letteraria ovvero il 19 gennaio 2015, quando ad Alberto Asor Rosa venne affidato il compito di rievocare la figura di Carlo Muscetta nella giornata che il Centro Studi “Guido Dorso” aveva organizzato.
Questo evento rappresenta un’importante occasione per riflettere sul rapporto tra letteratura e politica, analisi testuale e giudizio di valore, attraverso alcuni concetti chiave come realismo, storicismo integrale e carattere militante della critica, elementi questi che hanno da sempre animato l’attività letteraria di entrambi.
Asor Rosa si rivolge principalmente ai giovani presenti in sala: «[…] parlare di Muscetta per me è una amichevole sollecitazione a ritornare ad alcuni momenti della mia gioventù, a quei tempi in cui io e Carlo siamo stati protagonisti. La mia storia si intreccia con la sua, in più occasioni. In primis, un mentore comune, il prof. Natalino Sapegno, di cui Muscetta era assistente. Quando chiesi a Sapegno la tesi in Letteratura Contemporanea, decisi di dedicare i miei studi a Vasco Pratolini e al suo neorealismo. Quando però Vasco pubblicò il “Metello”, il primo romanzo della trilogia “Storia Italiana”, sembrò che quell’epoca fosse finita per dare spazio a quella del realismo. Carlo Salinari, l’altro assistente del Sapegno, la pensava così. Per il rivoluzionario Muscetta, invece, no: gli sembrava di essere ritornati alla struttura del romanzo ottocentesco. Tra le due opzioni, tra i due assistenti del Sapegno, decisi di scegliere Muscetta e la sua teoria, nonostante questa costituisse un motivo di rottura tra me e Pratolini, con il quale avevo a lungo discusso e instaurato un rapporto amichevole».
Occorreva, secondo Asor Rosa, preservare il portato di una ricerca letteraria e umana di notevole pregio, avendo Carlo Muscetta, contribuito a costruire quel tessuto connettivo che funge da base portante di tutte le ideologie dei giovani degli anni tra il cinquanta ed il settanta: «Bisogna salvare Muscetta dall’oblio, perché l’assenza di memoria è una caratteristica del presente che sta cancellando lentamente il passato».
Lo studio storico e critico della letteratura accompagnato dalla volontà di indagare i meandri di ogni agire umano, la partecipazione impegnata e combattiva all’azione di diffusione e di sostegno di un movimento di idee, l’aderenza realistica, sono queste le matrici comuni che condividono questi due studiosi (Alberto Asor Rosa e Carlo Muscetta), che ci insegnano ad essere scolari e maestri di noi stessi in nome di un’esigenza comunemente avvertita di preservare e al contempo fondare una nuova cultura.
I loro precetti si ergono a costanti immutabili, a paradigmi della nostra storia letteraria, d’altronde “Il futuro ha un cuore antico”…
Written by Manuela Muscetta