Contest letterario gratuito di poesia “Lettere a Sofia”
“Scrivere è dimenticarsi della parte peggiore di se stessi, è ritrovare la propria energia, è riconciliarsi con il mondo intero, è relativizzare il dolore, è contestualizzare la propria esistenza.” – Giovanna Fracassi
Regolamento:

1.Il Contest letterario gratuito di poesia “Lettere a Sofia” è promosso da Oubliette Magazine, dall’autrice Giovanna Fracassi e dalla casa editrice Tomarchio Editore. La partecipazione al contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.
La partecipazione al Contest è gratuita.
Tema libero.
2. Articolato in una sezione:
A. Poesia (limite 100 versi)
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando (a fine pagina) indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via e-mail ma nel modo sopra indicato.
Importante: cliccare su Non sono un robot, è un sistema Captcha che ci protegge dallo spam. Per convalidare la partecipazione bisogna cliccare sulla casella.
Ogni concorrente può partecipare con una sola opera.
4. Premio:
N° 1 copia del libro “Lettere a Sofia” di Giovanna Fracassi edito nel 2022 dalla casa editrice Tomarchio Editore.
Saranno premiati i primi tre classificati della sezione A.
5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 12 febbraio 2023 a mezzanotte.

6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Editor in chief)
Giovanna Fracassi (Poetessa e scrittrice)
Carolina Colombi (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Stefano Pioli (Studioso e Collaboratore Oubliette)
Rosario Tomarchio (Poeta ed Editore)
Katia Debora Melis (Poetessa e Collaboratrice Oubliette)
Filomena Gagliardi (Poetessa e Collaboratrice Oubliette)
7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per e-mail: oubliettemagazine@hotmail.it indicando nell’oggetto “Info Contest” (NON si partecipa via e-mail ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook:
https://www.facebook.com/OublietteMagazin
10. È possibile seguire l’andamento del Contest ricevendo via e-mail tutte le notifiche con le nuove partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvertimi via e-mail in caso di risposte al mio commento”.
11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (Gdpr 679/2016). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
Buona partecipazione!
Accetto il regolamento
Ho imparato
Ho imparato a centellinarmi la vita
Ho aperto il libro pedagogico della Natura
immaginando che il tornaconto dell’ape
sia nel profumo del fiore
Che le note musicali gemano
nel reticolo di ogni strumento
Ho imparato la fede inconsapevole
dall’animale
Sono impazzita davanti allo spettacolo di uno sguardo
Sempre gli egoismi della normalità mi incantano
Bellissima poesia che fa riflettere sull’immensa meraviglia che suscita la natura.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
LA PERSISTENZA
DEL PIANO TRAVERSO
(La Fenêtre Ouverte)
Feriti s’incurvano
gl’ossi della vela,
di due relitti, di franti ormeggi,
– intemerate gòrgoni –
sommersi nimbi in fiamme
d’impietrati scalmi
dove sguernite file di spine dorsali
fendono mucciate sponde.
Riemerge a riva, intatta,
la statua dell’indolenza
si richiude la fenêtre ouverte
su fondine di lavezzo,
sul debito scontento,
ruba l’ombra all’immortale breccia
che dell’ulivo serra il respiro tra le foglie.
Cadono ghiande da querce secolari,
greggi dileggiano smutate fiere
dove nevate mani conservano,
su nebulati colli,
dissalate monadi tra scomposte pieghe.
Di che vita parli se evapora
la chioma di arboreti
nell’imballo di petunie,
spaghi di verdi lauri
sfuggono all’alberata?
Faci s’oscurano dell’Orsa
in decussate cale,
innumera il cantore
ammatassati nuclei di lucerne,
dell’interrata stele
smuore l’acqua di tettoie
sulle vetrate unte;
nereggiano su iemali stampi
la lunata doglia, la sueta direzione,
rinfiora il petalo che scivolò dagl’occhi…
E mi ricama il palmo la pioggia
sulle porte, l’avaro bacio della sconfitta
che nel distacco perse un dì
sul fianco del camaleonte.
Thea potresti non scrivere il nome, le tue poesie sono riconoscibili subito! Mi incuriosisce molto lo stile aulico e barocco che usi, da dove viene questa scelta? È puramente estetica o attraverso di essa comunichi qualcosa?
La poesia è percezione, è rappresentazione, è contatto con la propria anima, con la realtà circostante…è l’albero che guarda, che ascolta, e non si muove; è la visione onirica che contorna la sostanza delle cose…
(ACCETTO IL REGOLAMENTO )
AFFINITÀ INVISIBILI
Al mattino
esco per strada
tra colate di gerani.
Quasi ci si perde
nella luce del cristallo
che riflette arcobaleni
negli androni dei palazzi.
E sono rondine che cavalca
I’ onda del sereno, fresco di cielo.
E con le mani in tasca
ed archi tersi sulla testa
catturo un colore
senza chiedermi
che tempo farà domani.
Ed inseguo un suono,
quello che per affinità invisibili
mi viene incontro
dalla campagna incolta.
Poi mescolo il colore ed il suono
ai miei passi lenti,
e alla folata pregna
che emana il vento
mentre mi spettina i pensieri,
linee tonde su un foulard.
Ed io lo lascio fare
mentre mi carezza piano
sull’ uscio muto della sera;
ne sento il profumo,
inseguo la sua traccia,
ed imprimo il suo ricordo
nel nitore di una goccia.
Rosita Matera
Bella ed evocativa, una Poesia con la maiuscola! Grazie!
Accetto il regolamento
Dipingi la tela
Dipingi pittore, con la tua tela
rappresentala la vita che vedi.
Un colore per il mare, la vela
ed un colore per quello che credi.
La tua anima è dipinta su tela
insieme ai colori. Come me vedi
colori sulla tela della vita;
noi, che lei non l’abbiamo mai tradita.
Dipingi pittore, con il pennello
e le sfumature sei a poetare.
Tessi l’emozioni con l’acquerello
o le tecniche che a me sono ignare.
Nel creare arte tu mi sei fratello,
la bellezza dell’animo fai amare.
Oh pittore pittura con ardore,
delle umane emozioni sei cantore.
Ines Zanotti – Accetta il regolamento
VERSI IN GALLERIA
Or vivo in un respiro
evaporando nubi
dalle sfumature ambiziose.
Desio d’artista aspiro in cuor
che trasognar mi fa:
liriche mie incorniciate,
eccitate di declamar
chi udir vorrà.
Son poesie concepite
in grembo all’animo meo,
per generar passioni.
Pure t’aspettano quei versi parlanti,
che di lucente inchiostro grondanti
sanno d’amor dissetar, ogni anelito.
Ecco, fremo richiamar in seno
l’aura di Apollo Citaredo
“Oh aulica creatura,
l’ispiro poetico sospingo
onde comporre ancor
mirabili canti…devi!”
11 Gennaio 2023
Accetto il regolamento
UNA TRACCIA
Ecco, una traccia,
parole che lascio agli occhi,
miei o di altri non ha importanza.
Ma sono parole che rimangono,
non vengono disperse nel vento,
non possono essere irrimediabilmente dimenticate.
Loro sono qui, sotto i miei occhi,
sotto gli occhi di chi vuole.
Ecco, una traccia,
un segno per quanto labile,
magari solo per mia fruizione,
ad urlare a me ed a chi vuole ascoltare,
che esisto, che sono vivo.
Una traccia, per convincermi,
per convincervi, che non siamo solo pensieri,
ma anche parole, sangue, carne.
Ecco, una traccia, un’impronta,
che quando ritroverò,
mi darà il conforto di aver vissuto.
* Colma di attesa e di speranza
degli istanti buoni che verranno,
sono nella mansueta goccia
che lambisce la rassegnata foglia,
o nell’occhio smarrito di un passero
che tenta la recalcitrante zolla
e dal sommo della nuvola corrucciata
e della realtà tutta,
in questa aurorale brezza
guardo squadernarsi
la Risposta.
Accetto il regolamento
* poesia di una carissima mia amica, Anna Coltro.
Angelo Napolitano
Accetto il Regolamento
AROMA GUERRIERO
Tutto dipende da cosa scriviamo
sui fogli bianchi che ci sono dati.
Con te la Bellezza
ha saputo di chiamarsi Bellezza;
la Donna di chiamarsi Donna.
Non c’è nulla che abbia più di te;
di tutto hai tutto,
e Tutto si compiace in te.
Generi e regali frumento
del quale tu stessa ti nutri;
le tue mani preparano
pane e regni,
offerti per cene che durano una vita.
Il vino speziato dei tuoi occhi
riempie il vaso d’argilla
così come la coppa dorata.
Passano i venti e le tempeste
e nulla di te portano via,
né l’acqua che ti scorre nel sorriso,
né la spuma dall’aroma guerriero
che feconda la tua vita.
Mi spieghi alcune cose?
1) A chi ti riferisci quando scrivi “Non c’è
nulla che abbia più di te?
2) di chi parla la poesia? La natura?
L’eterno femminino? Una persona
concreta? O il lettore ha libera
interpretazione? Grazie!
Un’altra cosa: “Tutto dipende da ciò che scriviamo…” Anche la Bellezza che canti?
Accetto il regolamento
ALLA VITA
Diamo voce ai nuovi inizi,
con coraggio e resilienza.
Dove vi è turbamento e tristezza,
dove è gioia e luce.
in continuo cambiamento,
viviamo con passione,
vinciamo l’oscurità.
Faccio due passi sull’arcobaleno,
accanto al sole, che mi accompagna.
M’inebrio dei suoi colori,
non indugio e guardo avanti.
Siamo anime e corpi,
fatti d’amore e passione.
lo, me stessa ed io,
sempre unite e sempre in lotta,
con lo sguardo verso l’alto
e il coraggio nel cuore.
Alessia Colantoni
COMPLEANNO
Nel mattino che un anno ti lascia
e il nuovo ti prende,
Chi entra nella tua stanza dalla finestra che spalanchi,
con l’aria fredda di ricambio
e i pochi rumori della via?
Per Chi ristendi le lenzuola,
attenta che i bordi cadano uguali
e lisci le pieghe della coperta,
mani veloci come ali?
E quindi, amica mia (“L’ombretto, lo metto? Rossetto, perfetto!): qualcuno (Qualcuno) verrà,
A rompere la rima,
a sconvolgere la trama?
Accetto il regolamento
Marco Leonardi
P.S: ho già occupato il mio spazio con la poesia di Anna Coltro, non so se questa mia posso pubblicarla, fate vobis!
E sono ancora qui
a scrivere di te.
Anche se a volte
non trovo le parole.
Ma quando questo amore
non lo so spiegare,
mi basta guardare
nei tuoi occhi
– gli occhi che mi hanno trovato
dove nemmeno io sapevo –
e tutto si fa chiaro.
Daniela Giorgini – sezione A – Accetto il regolamento
Clotilde Ghizzoni
Sezione A
Accetto il regolamento
Porto di lacrime
La musica di un fado piangente
vibra tra le corde tese
di una chitarra nomade.
Artigli di vetro infranto
pizzicano la mia fragile esistenza.
Sotto il vento di traversia
ondeggiano rammendi
di seta nerissima.
Come tanghera triste
volteggio nei fiori di porpora e sangue.
Il fiato delle navi
affoga il porto lontano
nelle ombre indefinite dell’inganno.
Tra i demoni della mia tristezza
i fumaioli sbuffano nebbia e lacrime.
Il tempo batte il tacco acuminato
sulle onde assopite
nella banchina delle disillusioni.
partenze su navi già affondate
arrivi di navi mai approdate.
Lezzo di alghe putride
spiffera dalla valigia
tracimante di scheletri in fiamme.
Brucia il combustibile delle illusioni
spettri di fuoco mi divorano il cuore.
Meissa Biasin
Accetto il regolamento
Nella notte
E’ nella notte che ti penso, ti cerco, e nei sogni ti rapisco.
E’ nella notte che afferro le tue mani, ma che sfuggono al mio risveglio.
Per favore, afferrami, catturiamo questo mondo che circonda,
il nostro essere, la nostra follia, e ci sbalza fuori dalla realtà
invadendo il nostro amore…
lacrime disperse dalla nostra separazione, nel silenzio, si..di queste
lacrime amare, che scendono prepotenti nel fiume della speranza,
dentro i nostri cuori.
zitta, si rimaniamo in questo silenzio che parla per noi.
zitta, ascolta ciò che non ti dico, ascolta il vento che cattura questo mondo.
zitta, ascolta il battito veloce, di chi ti cerca nel silenzio…
il mondo ci appartiene.
il mondo ci divora…lasciamo che ci rapisca, noi due insieme,
separati dalla vita.
è nella notte che ti penso, ti cerco, e nei sogni ti rapisco.
è nella notte che afferro le tue mani, ma che sfuggono al mio risveglio.
per favore, non svanire nell’oscurità, fatte di ombre e tormenti.
per favore, non farmi svegliare, voglio ancora sognare…sognarti,
voglio ancora viverti, non andar via, ti afferro, ma sento che le nostre
mani si stanno separando, sento che le tue mani mi sfuggono…
nel risveglio di un’altro giorno, che vivo senza te.
nella realtà della mia solitudine, dove ti cerco e non ti trovo.
afferrami in questa notte fatta di sogni, di pura follia, la nostra!
zitta, si rimaniamo in questo silenzio che parla per noi.
zitta, ascolta ciò che non ti dico, ascolta il vento che cattura questo mondo.
zitta, ascolta il battito veloce, di chi ti cerca nel silenzio…
è nella notte che ti penso, ti cerco, e nei sogni ti rapisco.
è nella notte che afferro le tue mani, ma che sfuggono al mio risveglio.
ora vado, si vado incontro al nulla, in questa realtà dove tutto è cieco,
dove tutto è nulla.
ma so che stanotte ti ritroverò, per favore, continua a cercarmi nei nostri sogni.
so che stanotte, afferrerò nuovamente le tue mani.
adesso vivo la mia follia diurna, ma questa notte, sò che sarà per sempre nostra.
so che tu sei mia….per sempre nella notte.
L’IMPOSSIBILE
Vedere sotto il mare la pioggia,
e le nuvole nella roccia;
Ammaliare le sirene con il canto,
far ridere fino alle lacrime il pianto;
posso, quando ti guardo negli occhi,
mentre il tuo bimbo infinito
contempli e tocchi
(accetto il regolamento)
Accetto il regolamento
Si fa sera.
Hai colto ciò che tutti hanno guardato,
hai ascoltato ciò che tutti sentono,
nel mentre, pensi a ciò che nessuno aveva immaginato.
Tacciono i rami,
verdi un tempo, le foglie mutano svelando i nidi,
ancora calde le uova aspettano… chi li battezzerà?
All’improvviso, La Grande Mano apre il cielo come un sipario,
e sei lì, con amore e coraggio,
In marcia verso la fusione degli orizzonti.
Da quanto tempo?
Chi te lo fa fare?
Cosa farai?
Lambire le autostrade per vederli sfrecciare perché in fondo:
Non sei mai stato… sei.
Ma ora si fa sera.
La comparsa della Grande Mano mi ha ricordato la poesia di Montale che inizia con: “Forse un mattino andando in un aria di vetro…” (se ricordo bene!). Grazie!
Accetto il reglamento
TRAMONTO
Da dove viene questo colore
che annuncia il miracolo eterno
della notte? Quale fremito
agita la natura
in attesa? La vita serpeggia
dove non appare acqua,
restiamo incapaci di parlare,
l’ultima luce dilava ogni roccia.
Sofia
sogna tesoro sogna
non avere fretta di crescere
usa tutta la tua pazienza
la vita ti aspetterà
se le darai il tempo che ti chiederà
sali su quella nuvola, togli il freno a mano
aggrappati al vento senza paura
chi ti ama ti proteggerà
sogna tesoro sogna
non aver paura delle parole
lasciali dire che perderai
sparlano di te; sei troppo bella
stanno cercando di colpirti
il corpo, la mente, il cuore
sogna tesoro sogna
passa le tue labbra su quel viso
che ti ha regalato la vita
l’amore la purezza dell’anima
l’intelligenza del corpo e della mente
se un giorno ti chiederanno di correre
fallo ma senza strafare
non inciampare nell’ingiustizie della vita
mantieni la serenità e il tuo sorriso
comunque sia ricorda, io sarò li con te
seduto sulla panca, della mia fragile vita
aspetta i tuoi sogni, non lasciarteli sfuggire
sono sicuro che un giorno li realizzerai
quando incontrerai l’amore
una realtà che ti toglierà il respiro
proteggilo con tutta te stessa
non fartelo rubare dal destino
sogna tesoro sogna
(Accetto il regolamento)
Accetto il regolamento
Attore
Sono l’attore di me stesso
sulla scena voluttuaria di ciò
che mi accade tento di
ripassare un copione non
ancora definito tra battute
imprevedibili e colpi di scena
quando la fame di applausi
mi contorce sul tavolo
imbandito dell’amore
sono l’attore che vive
senza pubblico che brucia
sotto le lampade arroventate
delle mille domande che fanno
di questa mia vita il rebus
che soltanto un tuo bacio risolverà
Ammirazione
Ammiro il contadino che semina nei campi,
grazie al suo lavoro noi possiamo saziarci e vivere in tanti …
Con lui ammiro il panettiere
che grazie al suo mestiere
il pane fresco tutti i giorni noi possiam mangiare …
Ammiro l’allevatore di bestiame con le sue stalle e i suoi animali,
è con il suo lavoro curato che riusciamo a sopravvivere in molti …
Ammiro l’ingegnere che progetta strade e ponti,
grazie al suo ingegno viaggeremo in tanti …
Ammiro l’architetto che progetta le abitazioni,
grazie alla sua matita avremo un rifugio sicuro quasi tutti …
Ammiro il muratore che costruisce le nostre case,
grazie alle sue callose mani
avremo più o meno tutti un tetto sicuro …
Ammiro gli artigiani che lavorano sui cantieri,
grazie alle loro capacità nella comodità vivremo in tanti …
Ammiro il costruttore di veicoli,
grazie a lui ognuno di noi potrà circolare
e il mondo intero potremo visitare …
L’intelligenza umana ha inventato e costruito molto,
anzi di tutto … magari perfino di troppo …
ed ora nessuno si ferma più !
Chissà se ci saranno solo vantaggi per molti
o se ad un certo punto
ci saranno poi troppi svantaggi per tutti ?
accetto il regolamento
Buonasera, Osvaldo! Che piacere leggere una tua poesia dopo quelle pubblicate in “Come fiori…”
Petali
Guardo il tuo volto che sorride,
lo imito,
poi mi rifletto nel passo
del nostro tempo
ed insieme percorriamo
i sentieri delle grandi promesse,
dei dolci abbandoni.
Ora, non ho più lusinghe, nè percorsi
dove tenderti la mano
che per te scrisse poesia;
mi resta il tuo sorriso
che scolpisce il mio,
come petali della tua rosa.
– accetto il regolamento
Chi sceglie le immagini da affiancare ai nomi? A parte Daniela, chiaramente terrestre, le altre sono forme di vita di Aldebaran IX…
(facciamoci due risate, dai!)
SFACCIATI
Disposti sempre siamo
A far credere
Di essere ricchi e perfetti
Benestanti e privilegiati
Pronti a difendersi
Con le unghie
Come avvoltoi rapaci
Per ridere degli altri
Calati nel ruolo
Di persone di successo
In attesa di ammirazione
Eterne menzogne
Per mascherare la totale
Incapacità di avere
Saldi legami affettivi.
Grazie di cuore per il tuo gradito commento. Un caro saluto
Abbi cura del cielo
fragile e immenso
tra le lunghezze del mare
nel divagare cristallino
di un solido silenzio
ai confini solitari del Blu.
Arianna Di Presa
accetto il regolamento
I numeri sui muri
Infine
ogni mattino
ha lo stesso sapore,
un gusto languido.
Con i crepitii
d’un neon spompato
prova a esprimersi un’insegna
e creature di foglia
s’infilano tra le ruote
dell’autobus in ritardo.
Le linee
quasi assenti
della carreggiata
vanno verso un punto
che non è segnato,
singhiozzando
sull’asfalto vecchio
di vent’anni.
I numeri sui muri
conteggiano
lo spazio dispari
in eterna contrapposizione
con ciò che sta davanti,
immobile.
Un’altra giornata
s’incammina al patibolo
tra l’inutile vociare
e la disillusione.
Stefano Peressini
Accetto il regolamento
Sorella Saffo
Di Chiara Catanese (da “Scintilla”, LFA Publisher, 2022)
Accetto il regolamento
Dunque oggi mi insegnerai
cosa significa per una donna
perdersi tra le cosce di una ninfa
dagli occhi orientali?
Viva nel mondo come pietra preziosa,
nelle notti di luna ti svesti
ed è un’oasi di chiaroscuri e profumo.
E attendo i tuoi occhi,
e aspetto la vela dei tuoi capelli neri,
promessa nuova
e ancora nuova
d’un piacere gemello.
Buon giorno Chiara, mi permetto un piccolo appunto: nella poesia ti rivolgi a un’altra persona, a un tu… allora perché viva e non vivi? (buon appetito!)
Buongiorno Marco. Viva per sottolineare quanto la sua presenza sia vivida, vitale, viva… Perché lei è viva. Grazie del tuo commento
Buona serata, permettimi una controreplica : anche vivi esprime lo stesso concetto e mantiene il tu con cui ti rivolgi all’altra donna. Comunque, parere mio opinabilissimo! (devo dire che è una delle poesie dove termini usati, ritmo e “musicalità” sono perfettamente coerenti con ciò che vuoi dire… Grazie!)
Sai, in effetti sulle prime ero indecisa tra “viva” e “vivi” quando ho scritto la poesia. Ha prevalso poi il “viva”, per i motivi che dicevo. Grazie a te del tuo commento, dell’apprezzamento e per aver letto con attenzione i miei versi. La musicalità è qualcosa che cerco sempre di raggiungere quando scrivo. :) buona serata
Passami il sonno
Passami il sonno e portalo sul cuscino
spolvera la mia mente, restringi le energie
sollazza l’anima esausta
Aspergi di stelle l’aureola antica e
nel limbo che vorrai concedermi
lasciami fluttuar leggera
Essere supremo, ultima speranza
ebbi da te certezza che
tra il mio spirito vagante e te
abbonda polvere di stelle.
– accetto il regolamento
SOGNI E LOTTE
Quanti sogni ho vissuto
ancora il mio cuore ne ha tanti
come quel ponte che ha visto
da sempre lo scorrere dell’acqua
ma mai allo stesso modo
pur se il viaggio è verso il mare.
Così la mia vita ha percorso
intere notti di speranze
nelle stanze di fumo riempite
riunioni per decidere il futuro
slogan con parole d’ordine
manifestazioni scioperi e cortei.
Conquistare i diritti assenti
per una società più giusta
per i lavoratori ed i meno agiati
il riscatto della classe
che da sempre da le braccia
senza mai sentirsi stanca.
Sarà forse per l’età che avanza
oppure guardando questa politica
che faccio fatica a riconoscere
stesse ricette quasi identico medico
la differenza è solo nel chiamarsi
destra centro oppure sinistra.
Tutti grandi imborghesiti
partiti liquidi e di tanto social
con roboanti enfatici annunci
diretti alla pancia della gente
non al cuore ed alla mente
di chi ci crede ancora e veramente.
Sono deluso non nascondo
ho un archivio pieno di ricordi
di appunti e verbali degli incontri
di quando finanziavi il tuo partito
impegnando gli iscritti mensilmente
che rispondevano dando fiducia.
Oggi non riescono a stare in piedi
manca il finanziamento ai partiti
scendere dalla sedia non conviene
andare casa per casa e fuori luogo
confrontarsi con chi soffre e lotta
è difficile da fare si perde tempo.
Ed io guardo svanire le conquiste
ottenute con il sudore della lotta
con le privazioni e sacrifici
si è consegnato ad altri il paese
nato dalla nostra “Resistenza”
ma al peggio non vi è mai fine.
Giuseppe D’ACCHIOLI
accetto il regolamento
Accetto il regolamento
TEMPO IN SCADENZA
A biglietto scaduto
scenderò in una piazza
bellissima,
come cento da noi;
a Torino o Venezia,
Roma o Palermo.
Vi vedrò tutti lì,
ad aspettarmi,
felici per me
e io
dovrò solo
abbracciarvi.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
SCRIVI POETA
Quando la sera vai giù lungo il sentiero
a respirare la brezza della natura
lascia che voli con il vento il tuo pensiero
la pera con il suo tempo si matura
Se lungo il cammino incontri un forestiero
stanco affamato e pieno di paura
dimostra il tuo cuore nobile e sincero
dagli alloggio e le sue ferite cura
Quando passeggerai lungo il viale
fermati ai piedi dell’albero piangente
fa come fosse una stanza d’ospedale
un fiume asciutto, una secca sorgente
Ricordati di chi è povero e sta male
Scrivi ciò che ti passa per la mente
.
Scrivi poeta, i passaggi della vita
la primavera l’estate, l’autunno, l’ inverno
descrivi quant’è dura la salita
il purgatorio, il paradiso l’inferno
Scrive il vate che vede tutto e tace
sa che nella vita pochi sono i felici
in questo mondo anche il più audace
viene tradito dai suoi migliori amici
Scrivi poeta scrivi, tanto non fa male
in un mondo dove è sempre carnevale.
@Vito Bologna
Accetto il Regolamento
Poesia
Titolo
“Torneremo a sognare”
Ero Sofia, sulle colline spremute dal sole.
Nei cunicoli di vento dove l’anima risplende.
Sulle rose di maggio cariche di spine.
Nei rivoli indecenti d’acqua e sassi.
Sui tramonti dipinti di gioia e speranza.
Nelle alcove dei desideri dove il Cielo si è
smarrito.
Nelle cattedrali del senso dove ho ricamato favole bianche.
Ero Sofia di terra e alberi. Di semine aulenti e
di profumi fragranti. Di corse nei prati, tra margherite d’amore e farfalle ispirate dal sentimento.
Correvo nell’alba di un infinito presente.
Smarrendo il cuore negli ultimi istanti di vita.
Riversa sul letto della Tua stessa morte, Sofia,
ritorneremo a sognare!
LA NOTTE
È la notte che pesa, che tace.
Vicine, lontane luci, immobili e silenziose.
Nessun movimento, né suono, né sussulto,
né rumore.
Il treno non corre più sui binari
né illumina le gallerie di fronte.
L’incanto bloccato.
Un profondo inconscio sgomento mi assale.
Ovunque invisibili fossi di trincea,
repentinamente scavati.
Le serrande di locali depressi
scese a nasconder
la microscopica assassina verità.
Un senso d’abbandono percorre le deserte strade.
La costrizione regna sovrana dappertutto,
depositaria di bugiardi segreti.
La solitudine ramifica rigogliosa, non solo al buio.
Il consueto panorama più l’anima non consola:
di antiche, triste memorie, la riveste.
L’accompagna l’eterea paura.
Muta, s’insinua negli anfratti della nostra esistenza.
Rintanati in attesa stiamo.
Affinché questo virale pericolo cessi,
eseguiamo la nostra parte, necessariamente indefessi,
prigionieri di un ingranaggio, a volte persuasivo, altre stridente,
altre ancora compiacente.
Ma la notte il suo posto cederà.
L’anziana stella madre allora,
forse, scalderà, una vita nuova.
– accetto il regolamento
(Accetto il regolamento)
Il turbine d’ amore si placa
l’estate prosciugherà quel che rimane
anche le cicale esultano
il loro frinire risuona beffardo.
Il tempo è scaduto,
la strada è conclusa.
Dolce Signora in nero,
hai sprecato l’ultima mano,
il club di mezzanotte ha chiuso.
Una civetta fende la notte
ne raccoglie il respiro,
nessuno la ascolterà,
eppure freme instancabile.
Il mio cuore la segue.
IL MIELE
Tu mangi lo stesso
miele,
perché ha il sapore
dell’illusione
Ma io,
io un giorno,
aprirò gli alveari,
mutilerò
tutte le api.
– accetto il regolamento
Inquietante.
Segni d’amore
In questo mondo senza sensibilità e senza
calore. L’amore
sembra pertanto una
cosa noiosa pertanto consueta pertanto
superflua ma come farò a sostenere
la vita senza il tuo
amore ?
e non sentirmi lo stesso
noioso consueto superfluo come
farò se
ogni giorno di più si
rimuovono I ricordi di
quell’amore che unico io afferravo
e che solo tu
accettavi. E
ricordo che quanto apparve
per te è solo
dolore e non conforto e
per me è solo
conforto e non dolore. Piango
e piango tutto il giorno
rimasto.
– accetto il regolamento
ACCETTO IL REGOLAMENTO .
Al tempo delle mele .
Troppo tempo è passato da quando ti corteggiai
troppo e , le foglie d’autunno son cadute,
le mie labbra si sono screpolate
si sono arse nei baci dei nostri desideri .
Cercami ,ho bisogno d’amare !
Di te del tuo calore ove il mio cuore si ciba ,
dal tuo corpo estraggo la prima pioggia
dei nostri incontri mano nella mano tra le foglie .
E fu al tempo delle mele che ti raccolsi
come una fragola gustai le tue labbra ,
sotto cieli falsi ti trovai in una nuvola libera
tra le roride rose i tuoi occhi incredibili .
Suderò lacrime di gelo !
Di brividi il torpore ,le vibrazioni virili ,
nell’anima frammenti di sublimi istanti
soventi si lacerano i fremiti ed io respiro .
E già mai riavrò la tua beltà ignuda !
Io che ruppi la magia del fato,
mi son reso inutile ,ho fallito …
ho rotto l’incantesimo ,l’arpa dorata della mia musica.
Prendimi femmina ovunque tu sia tu vai!
Io sconsolato voglio ancora amore ,
albeggiare con te i colori della vita
varcare un giorno gli arcani mondi .
Prendimi ho bisogno di brezze suadenti
il mio cuore non è più solo ha te la generosa primavera,
la mia durezza è poca cosa ed è solo gelosia …
l’ho lasciata nella valle dei pentiti .
Giovanni Maffeo -Poetanarratore.
Essenze d’amore
di Lauricella Giuseppina
(Accetto il regolamento)
Era solita ammirare
la bellezza che brillava,
se ne stava ad ascoltare,
a contemplare persone
che dipingeva ritraendole
con destrezza.
Ogni pagina della loro storia
scorreva dinnanzi a lei,
il battito di ciglia si faceva pennello
e l’alchimia di sfumature creava forme:
volti di essenze d’amore.
ROSA DI BOSCO
– Che cosa ti farei rosa di bosco
se ti adagiassi adesso al mio destino
cruda rugiada che grida nella notte
affabulante brivido in cammino?
– Non so, dimmelo tu cane da briglia
è tesa la mia pelle ad aspettare
il sobbollire languido di labbra
che cercan precipizi con urgenza.
– Ti ho vista in sottofondo mia scintilla
come di un fuoco fatuo d’indecenza
ti morderò la bocca senza appiglio
ti sdraierò su me collo con collo.
– Allora fallo, vieni con me adesso
prima che il sole invada la pianura
e che il delirio spasimi e si spanda
a me, a te, a questo folle incontro.
– …
Accetto il regolamento. Roberto Marzano
Buonasera Roberto, una delle poche poesie con le rime! Una cosa soltanto: sul mio pc termina con -… È voluto? O manca qualcosa?
Accetto il regolamento- Katia Schiavone
A noi, genitori derubati dei nostri figli… ma anche a voi che non potete capire e non avete colpa.
Noi, non dobbiamo vergognarci di condividere e mettere a nudo il nostro dolore. E’ un modo per arginare quella ferita dolorosa dell’anima che sanguinerà per sempre, ma anche per far capire a voi, fortunati, che avete il privilegio di vivere una vita normale e non riuscite ad apprezzare l’inestimabile tesoro che possedete.
Non siamo mostri, né pazzi o malvagi! Ma un dolore così grande amplifica le emozioni e i sentimenti. Ogni piccola cosa diventa faticosa. Vivere, è una gran fatica, per cui lasciamo defluire dalla nostra anima ogni sentimento negativo.
Ci aiuterà ad alleggerirla.
Perdere un figlio è un esperienza terrificante, insopportabile, inaccettabile per chiunque, e quando ti succede, è come se un pezzo ti te ti venisse strappato a crudo e portato via. Quel figlio desiderato, atteso, fatto venire al mondo e cresciuto, si porta via le tue aspettative, i suoi progetti, la voglia di vivere, il suo ed il tuo futuro. E’quello l’inizio della tua fine…
Con lui si spezza la catena dell’immortalità…della continuità delle generazioni. Ti viene tolta la possibilità di prolungare la tua vita attraverso la sua.
Ti cresce dentro un dolore lancinante, mostruoso, impossibile solo da immaginare e meno che mai da sopportare.
Non può essere vero, non può essere mio figlio! Forse sto sognando e improvvisamente mi sveglierò e scoprirò che è stato solo un incubo spaventoso…
L’angoscia come acqua torbida t’invade l’anima e l’affoga. Nella testa pensieri vorticosi. Confusione, incredulità, inconsapevolezza…tuttavia, la realtà si insinua e ti obbliga a fare scelte, prendere decisioni, organizzare.
E resti in piedi… guardi… ascolti… parole e consigli. Parole non richieste che fanno solo male, consigli non voluti e che rifiuti di accettare.
Sai bene che nelle intenzioni c’è il desiderio di offrire aiuto a una famiglia piegata dal dolore, ma è facile sopportare quello degli altri e altrettanto facile è dispensare belle parole e consigli che arrivano a essere crudeli.
Poi quelle domande: “come va?”, “come stai?”. Domande che prima risultavano necessarie per iniziare un discorso, diventano adesso una coltellata in pieno petto. Impossibile rispondere, impossibile spiegare.
Non si può capire se non si è provata la stessa terribile esperienza. Ormai, rispetto agli altri viviamo su pianeti diversi.
Poi… quel percorso lungo, doloroso e in solitudine che ti porta alla ricerca di qualcosa che ti faccia accettare quel dolore disumano.
Non esistono ricette o medicine e ognuno reagisce come può, vivendolo più o meno intensamente e cercando in se stesso la strada per poter sopravvivere.
Ti accorgi che più passa il tempo, più diventa difficile passare di fronte a una cameretta vuota, sedere accanto a un posto vuoto a tavola, non sentire più nemmeno la sua voce.
Non si possono consigliare strade da percorrere e ognuno deve affrontare il problema come ne è capace, come gli consiglia l’istinto di sopravvivenza.
Inizialmente rimuovi completamente l’accaduto, poi, con immenso coraggio lo recuperi dal fondo dell’anima e lo elabori:
Con il pensiero, il modo più doloroso poiché si innescano i perché, i ma, i se che ti spingono in una spirale soffocante;
Con il cuore, ma ti accorgi che non ce l’hai più, perché l’hai chiuso nella bara accanto a tuo figlio;
Con la fede, immaginandolo tra gli angeli in un luogo di pace e serenità, e chiedi disperatamente un po’ di pace anche per te.
L’ultima ipotesi è l’unica consolante, ma ti conforta fino a quando la fede non crolla…
Per il famoso “come va?” e “come stai?” è presto detto! Hai qualcosa dentro che ti rode continuamente, un veleno che goccia dopo goccia ti annienta lentamente. La tua mente continua a lavorare incessantemente e gira a ritmi vorticosi instaurando un clima di sfinimento e d’impotenza totale. Lo stomaco si chiude… ma tuttavia sopravvivi, per ricordare tuo figlio… per portare ogni giorno un fiore sulla sua tomba, sopravvivi per te stesso e per chi resta, anche se, forse sbagliando continui a pensare a chi non c’è più e non a chi è rimasto. Ma è un pensiero più forte di te…un ossessione!
Questo è quanto si prova!
Quanto sono graditi in quei momenti, i silenzi delle persone che incontri, gli sguardi semplici e partecipi e non da scrutatori d’anima o peggio, di pena e di compassione.
Quanto è gradito un banale “non ho parole”, una fugace toccata di mano, un abbraccio silenzioso, un semplice “ciao”…
Specchiera
Ho fiducia nell’uomo
che accetta il dolore
e lo trasforma
in coraggio morale.
Parole forti,
sature di una cristianità
che non è Chiesa,
perché la tua fede dimorava
solinga nell’interiorità,
era una scelta
che sfiorava le intime
corde dell’anima.
In fondo anche tu fosti
uno dei tuoi miserabili “cafoni”,
un “terrone ”
come ti definisti.
Nei tuoi occhi
una suprema malinconia
di sguardi protesi
alla distesa del Fucino,
a quella terra
predata alle acque,
a quelle lontananze prestate
alle mani dei contadini.
Nella distanza dell’esilio,
per contrasto,
ti riscopristi marsicano
e pescinese.
Poteva far male e lo fece,
dichiarare che la legge
andasse sostituita con l’amore,
poteva far male
ai famigerati fascismi
persino quello “rosso”.
E quando d’estate
mi vengo a specchiare
dove svetta la croce di ferro
della tua tomba,
io rivedo il mare limpido
dei tuoi occhi
e mi sovvien l’azzurra speme
dei campi gravidi.
Te stesso il destino volle
e fece terra,
tu che ne fosti il custode innamorato
e il cantore,
terra di more e di montagne,
Pescina mia.
—
La poesia “Specchiera” è dedicata a Ignazio Silone.
—
accetto il regolamento
INFINITESIMI PLANETARI
E quando quel giorno verrà,
ora che il mio tempo
è più nel passato che nel futuro,
voglio andarmene silenziosamente solo:
né un pianto, né una lacrima
manco un vago pensiero,
nella certezza che tutto è finito,
mentre l’universo continuerà a vagare
nel tempo e per il tempo dell’eternità,
appagato d’essere stato per un istante
un insignificante granello
degli infinitesimi planetari!
– accetto il regolamento
Accetto il Regolamento – Silvia Vercesi
Biscottini rossi
Sola al tuo tavolo,
come ogni giorno, attendi…
…attendi che lui arrivi…
per raccogliere quell’ordinazione
che è sempre la stessa,
sempre uguale,
e che lui conosce ormai a memoria…
Sola al tuo tavolo,
fantastichi e sogni,
che lui si accomodi
in quel posto vuoto di fronte a te,
che è anche dentro di te,
che ti racconti di sé
e che ti chieda di te…
… ma non osi, non riesci e non sai perché,
e così attendi solo che ti porti
il tuo caffè e…. due biscottini rossi da the…
Solo al tuo bancone,
come ogni giorno, attendi…
…attendi che lei arrivi…
per raccogliere quell’ordinazione
che è sempre la stessa,
sempre uguale,
e che tu conosci ormai a memoria…
Solo al tuo bancone,
fantastichi e sogni,
che lei ti chieda di sederti
in quel posto vuoto di fronte a lei,
che è anche dentro di te,
che ti racconti di sé
e che ti chieda di te…
… ma non osi, non riesci e non sai perché,
e così attendi solo di portarle
il suo caffè e…. due biscottini rossi da the…
Mi colpiscono le poesie come la sua, Silvia, i cui mattoncini sono le cose di tutti i giorni.
Grazie!
Accetto il regolamento /Teresa Argiolas
Io e te
A quattro mani
con i pennelli della fantasia
pitturiamo la tela
della nostra vita
Sfumature di blu
fanno nascere onde
che infrangendosi
su grandi scogli
liberano tutta
la nostra rabbia
Il tuo pennello
si tinge di verde
cercando nella profondità
degli abissi
quel tocco di mistero
che ti rende speciale
Il mio pennello sfiora
le nubi
serve un tocco di bianco
per issare la vela
e con il vento in poppa
nessuno ci ferma
Aspettando la sera
incrociamo i pennelli
rubando al sole
tutto il suo calore
lasciando un
“tocco”
del nostro amore
Accetto il regolamento
Sergio Borghi
La barca di cristallo
Sulla spiaggia erano in tanti, l’attesa era finita,
sfidavi grandi onde tra mille turbamenti,
azzardavi anche la morte per rifarti un’altra vita,
la speranza dissennata alimentava i sentimenti.
Hai ceduto tutto quanto per pagare gli scafisti
e quante volte hai pianto celando gli occhi tristi.
Quel momento fu uno sputo, un passo mai compiuto,
per il sogno che hai inseguito han preteso il tuo denaro
non lo avresti mai voluto e nemmeno più scordato
quel momento così amaro ti costava molto caro.
Abusare del tuo corpo fu un affronto nauseante
era stato un duro colpo sottostare a quella gente.
Lasciavi la tua terra e navigavi verso un’isola italiana,
ma quel mare freddo e ostile ti sembrava di metallo
tu, musulmana che fuggiva da una guerra disumana
pregavi un Dio che non stava su quella barca di cristallo.
Era forse troppo preso, lui che stava lassù in cielo,
fosse stato più pietoso t’avrebbe udita dietro al velo.
La barca solcava i flutti e oltrepassava le barriere
le onde gelide del mare ti venivano a lambire,
non potevi che sperare in una vita un po’ migliore,
sognar d’essere felice e inseguir la tue chimere.
Stringevi forte al petto tua figlia con le braccia,
quante volte le avevi detto ch’era forte come roccia.
Ma una stella luminosa incrociava il tuo destino,
non era Dio né la cometa ad apparire nella notte
ma la speranza più concreta di qualcuno lì vicino,
quella nave già sapeva e ti cercava sulle rotte.
Quella vista in lontananza era un punto di partenza
riaccendeva la speranza di ritrovare una coscienza.
Ti venivano di fronte col timone tutto a dritta
gli uomini del mare ce l’avevano messa tutta,
era esatta quella rotta, non dovevi essere afflitta,
ti venivano a salvare quando ormai eri distrutta.
Quel sorriso sul tuo viso, non potevi farne a meno,
dopo la pioggia, d’improvviso, era come arcobaleno.
Ma quel buio mare nero è come un gran mantello
che avvolge un cimitero di barche di cristallo,
di sogni intrappolati, rinchiusi in un castello,
di corpi abbandonati su di un letto di corallo.
Sulla barca di cristallo eravate in quattrocento
sopra un mare di corallo andavate incontro al vento.
Accetto il regolamento. Sabrina Porro
Titolo: Casa di Nonna
“Mamma posso dormire da nonna stasera?”
È la prima frase che ho sentito stamattina da un bambino accanto a me, ricapultandomi in un attimo nel passato.
Per me casa di Nonna è amore, dove le lancette dell’orologio prendono una vacanza insieme a noi.
Casa di Nonna non sono i ricordi dei miei piatti preferiti perché non ama cucinare,
non sono i 500 lire che mi infila nelle tasche con tanti sacrifici,
il bigliettino natalizio senza regalo che mi consegna con amarezza lontano da tutti, continuando a domandarmi:” Mi vuoi bene lo stesso, vero?”… come non volerti bene…
Casa di Nonna sono i pomeriggi ad ascoltare rapita le sue poesie, aneddoti o storie improvvisate,
la sua grafia d’altri tempi,
i suoi occhi malinconici ma profondi,
le sue mani tremule ma sicure.
È un abbraccio unico, avvolgente, dolce, infinito, che profuma ancora oggi dopo diciassette anni di rosa e borotalco.
Se potessi fare una richiesta ora, di tutte le richieste del mondo, avrei chiesto la stessa cosa:
” Posso dormire da nonna stasera?”
Magari ti avrei distratto dai tuoi, ormai miei, meglio nostri… mostri…
Poesia di un morto
Lungo le stelle
Attraverso il cielo
colorandomi di sole
con un cappello arcobaleno
dichiarerò guerra all’amore
per sentirla esplodere dentro il volo del silenzio
guardando te dall’alto,che lo so, che m’hai amato cosi tanto.
Mi cambio i vestiti e li getto nel mare
non servon più da quassù.
E tra cent’anni farò il giro del mondo per ritrovare il bene profondo
che m’ha lasciato proprio sul più bello…
Com’era bello quel sole d’agosto
sembrava un autunno in arrivo troppo presto
e i tuoi occhi di quel giorno non li scordo più
o forse si
perchè delle stagioni quassù nessuno ne parla e non si parla per non pensare mai.
A volte c’e’ luce
a volte c’e’ il buio
e non mi aspettate perchè non torno finche’ non capisco cosa succede.
Adesso vi lascio ai vostri pensieri.
Qua come ho già detto si parla per non pensare mai
ed io voglio dormire un sonno profondo
non so se e’ permesso
ma ci provo lo stesso a fare le cose che ho fatto fino a ieri.
Intanto mi son scordato il mio vero nome
e voi non scordatemi mai più
e non dichiarate guerra all’amore…
laggiù dove c’è il mare,il sole ed un leone
ci sarà sempre un illuso vincitore.
Com’era bello quel sole d’agosto
sembrava un autunno troppo presto
e i tuoi occhi di quel giorno non li scorderò più.
Di ROCCO MICHELE
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Note di base
Riconosco le note di fondo
del tuo profumo più rotondo
come riconoscerò sempre il sonoro
della tua voce in mezzo al coro.
© Franco Carta
ACCETTO IL REGOLAMENTO
VAGHE OSSA di Sandra Ludovici
Un giorno,
mi solleverò dalla tomba,
del teschio il pianto
asciugherò al vento
dalle tenere dita.
Sfregherò la pietra focaia
del filaccioso cuore
ché sprigioni faville,
così da destare i frusti sensi.
Feconda, allora, sarà la speme,
dolce colomba il desio,
a volar sugli obliati giorni,
sul rinfiorare del tempo.
E tu, di nuovo, Amore
sarai soavità e tormento,
preludio d’arpa proibita
sulle segrete fibre.
E qual sudore ribelle
colerai sul carcame sfatto,
in turbinio di passione
già canuta nel dolore.
Da smontato ceppo, poi,
staccherò i brustolati lembi,
languenti lenti,
al presto ceneri strutte, per te,
mio ultimo belletto.
Accetto il regolamento.
Accetto il regolamento
“Colombi al tramonto” di Alberto Rossignoli
Come nuvole
Di colombi
Al tramonto,
L’anima tace
Su ogni destino.
(A. Rossignoli)
Accetto il regolamento
San Silvestro
Nei giorni in cui gli anni
si rapprendono intorno a un saluto,
le parole sanno il silenzio dei passi
e tutti gli istanti accaduti uno alla volta.
Solo le labbra sperano.
Ci sono calici
che somigliano a una promessa,
faranno di questa notte
un gesto vicinissimo
a un nuovo orizzonte.
di Elisabetta Liberatore
Accetto il regolamento Annamaria citino
Ali
Vorrei darti ali
Per volare lontano dal dolore
Toccare l’infinito.
Respirare ancora a fondo la vita.
Questa vita
che ti ha messo le catene.
Che ti inchioda
in un metro quadro.
In un letto.
Non di rose,ma,di spine.
Spalanchi gli occhi,
verso il sole che abbaglia.
La luce offende,la tua vista.
Ti ritrovi ad amare l’oscurità,
che copre le piaghe,
del tuo cuore raggrinzito.
Cerchi in me un sostegno
Ma,io vacillo insieme a te papà
SVELAMENTO
Rimanimi accanto e tienimi la mano
le paure trasformerò in coraggio
Abbracciami adesso e parlami piano
delle mie promesse ti farò omaggio
Stringimi al cuore fino a togliermi il fiato
il tuo petto sarà ricetto e ti sarò grato
Prendimi ora in questo momento
denudami di tutto ma non del sentimento
L’amore griderò a un cielo stellato
sarà eco di un segreto al mondo svelato.
– Accetto il regolamento –
CATTIVITA’ di Roberto Pierucci (accetto il regolamento)
Prima il dovere
e poi il piacere
diceva mia nonna
Pensa agli altri
prima che a te stesso
predica il prete
Vota il bene comune
non importa l’ideologia
sostiene il politico
Ho trovato il vero amore
ma non posso lasciare la famiglia
lamenta l’amico
Vorrei fare la scrittore
ma non posso abbandonare il lavoro
sussurra il collega
Un bar sulla spiaggia
ma è solo un sogno
ride amaramente il commesso
La libertà … eh sì
una bella utopia
arringa mestamente il vecchio
Rimettiamoci il giogo
Chiudiamo le celle
Spegniamo le aspirazioni
Bruciamo la fantasia
Uomini,
animali in perenne cattività