“Numa” di Luigi Garofalo: un saggio sulla figura del secondo Re di Roma
“Anzitutto divise l’anno in dodici mesi secondo il corso della luna, ma poiché i mesi lunari non arrivano a trenta giorni, e complessivamente mancano alcuni giorni per fare l’anno intero, che corrisponde al giro del sole, inserì nel calendario dei mesi intercalari, ordinandoli in modo che ogni venti anni i giorni concordavano, tornando allo stesso punto dell’orbita solare donde era partito il ciclo ventennale del calendario. Egli fissò pure i giorni fasti e nefasti, ritenendo cosa utile che in qualche giorno non si potessero discutere le questioni politiche davanti al popolo.” – Tito Livio. Ab Urbe condita I,19

Numa è il secondo libro della collana I Re e il Diritto edita per il Mulino nel 2022. Questo volume è a cura di Luigi Garofalo e si occupa della figura del secondo re di Roma: Numa Pompilio.
Come in Romolo, di cui abbiamo già parlato, le pagine sulla figura del secondo sovrano dell’Urbe occupano non tanto la storia del personaggio quanto la sua opera legislativa.
Ora che Romolo aveva creato Roma come renderla una città? Perché, parafrasando uno dei nostri illustri ma passati uomini di politica, una volta fatta Roma bisognava fare i romani.
Romolo è ormai assunto al seggio celeste di Quirino quindi tocca a Numa fare di Roma un’entità che non sia solo conquista e assembramento di genti, bisogna che le genti si sentano un popolo e per fare questo ci vuole un disegno legislativo che si adatti alle nuove esigenze.
Numa Pompilio è famoso per la sua saggezza e per la sua prudenza, a volte anche per la sua inflessibilità ma soprattutto è noto che la sua opera fosse ispirata da una musa: Egeria.
Ma come? L’uomo che regolamentò la condizione della donna romana ebbe il consiglio di una donna? Sì, ma bisogna precisare che Egeria non era una donna propriamente detta. Egeria è una ninfa, pertanto una creatura di sangue divino.
Non dimentichiamo che Numa è colui che si interessò di dare forma ai culti romani, legiferò in merito ai rituali che riguardavano tali culti e istituì lui stesso i collegi sacerdotali che su tali rituali dovevano sorvegliare. Gli dèi sono parte della vita degli uomini ma non sono loro pari. Anche quando l’operato degli dèi è ad usufrutto degli uomini non bisogna mai dimenticare il loro potere, è pericoloso avere a che fare con loro se non si officiano i rituali che li riguardano nella giusta maniera. Le fonti riferiscono che Numa contratto con lo stesso Giove su come i sacrifici in loro onore dovessero essere effettuati e in cosa essi dovevano consistere.
Numa è il re dei confini. Dove Romolo aveva lasciato i confini aperti all’espansione e alla conquista, lì Numa intervenne per dare requie alle guerre e concentrarsi sulla forma interna e sociale di Roma.
Chiuse le porte del tempio di Giano e divenne l’umile servitore del dio dei confini, dei nomi, dei rituali, delle leggi e delle porte.
Numa adoperò una riforma del calendario scandendo il tempo secondo i giorni del mercato, istituendo i giorni fasti e nefasti, istituendo una vera e propria riforma a misura d’uomo. La cadenza del tempo della città era una sorta di invito a portare la convivenza tra uomo e divino in una forma, o un confine, che la comunità potesse comprendere e razionalizzare secondo il proprio modo di concepire la vita.
Attribuibile al saggio Numa vi è anche una riforma importante che riguarda il diritto penale di Roma: la distinzione tra omicidio volontario e involontario.
Chi ha un po’ di confidenza con i termini legali avrà modo di apprezzare, tra le pagine di questo libro, il saggio di Luigi Garofalo in merito all’omicidio e quello di Paola Lambrini sulla terminologia legata alla parola Dolo.

Numa è l’unione di sei saggi atti a far comprendere sia l’opera del sovrano sia la società romana della sua epoca ma non solo. Infatti, dato che le fonti che ne riportano la storia sono più tarde, non si può pensare che la trascrizione dell’operato di un re lontano nel tempo non sia filtrata attraverso gli occhi di autori che vivono in una “storia” differente da quella degli albori dell’Urbe e questo fattore, oltre ad essere un oggetto di esame da parte degli studiosi dell’epoca regia, è fonte di ulteriori elementi antropologici sulla cultura dell’epoca coeva alle fonti.
Non si può fare a meno di apprezzare questo libro, come anche il precedente riguardante la figura di Romolo, non solo per la precisione dei saggi inseriti ma anche per l’offerta di spunti atti ad aguzzare lo spirito critico del lettore e invitarlo ad avere una sua opinione in merito alle prove storiche e ai risultati ottenuti dalla ricerca.
Si potrebbe scrivere per ore in merito alle informazioni contenute tra le righe di questo volume ma è giusto lasciare al lettore la possibilità di scoprire fino a dove l’opera di Numa si estendeva e quali fossero i suoi significati più intrinsechi nascosti dietro alla facciata di rigido formalismo che non si può credere gli sia davvero appartenuta senza che avesse una ragione a fornirgliene il senso.
Written by Altea Gardini