“Credi davvero (che sia sincero)” di Roberto Ottonelli: un ennesimo caso di femminicidio
“Ma poi perché non posso decidere io per me stessa?” – Roberto Ottonelli
“Credi davvero (che sia sincero)” si ispira liberamente a un fatto di cronaca realmente accaduto qualche anno fa, un ennesimo caso di femminicidio.
L’autore del libro, Roberto Ottonelli, ha voluto dare voce direttamente ai protagonisti di questa vicenda, che nel romanzo si chiamano rispettivamente Martina e Antonio.
I due si alternano nella narrazione di capitolo in capitolo, assumendo la prima persona e raccontando lo stesso fatto da due punti di vista diversi.
L’effetto è duplice: da un lato ogni capitolo, considerato da solo, è un monologo, o anche un soliloquio; dall’altro ogni coppia di capitoli rappresenta un dialogo, seppure in differita e a distanza, fra i due personaggi principali, o meglio fra i due antagonisti.
La struttura teatrale, performativa del racconto assume, a mio avviso, due scopi. Da un lato conferisce realismo alla vicenda, con il chiaro intento di denuncia morale e sociale; dall’altro anticipa alla lunga l’attività attuale dell’autore del libro, Roberto Ottonelli, che sta portando la storia fuori dalle pagine per trasferirla sul palcoscenico di molti teatri in modo da renderla ancora più viva e paradigmatica.
A questo effetto, restando ancora sul piano della scrittura, contribuiscono le scelte linguistiche operate dai narratori interni e, in ultima istanza, dall’autore; l’uso dei verbi al presente rende i fatti attuali, mentre il lessico realistico, quotidiano, colorito, rende l’immediatezza della reazione dei personaggi di fronte ai fatti narrati. In particolare Antonio, uomo che per una serie di motivi (ambientali, educativi, caratteriali) presenta una scarsa educazione sentimentale, unita alla gelosia, alla possessività, al vittimismo e alla mania di controllo, usa spesso dei termini di registro medio-basso e avverte la necessità di descrivere con dovizia di dettagli i rapporti intimi con Martina.
Questa tendenza, che sulle prime potrebbe infastidire il lettore, risponde alla pura necessità di rivelare il mondo interiore del personaggio maschile e farne un prototipo, in negativo, di tutto quello che una donna non deve e non può accettare.
Anche Martina, giovane estetista laboriosa, indipendente, emancipata, si esprime con un linguaggio diretto che però nel suo caso serve a rendere i valori autentici che caratterizzano la donna: autonomia, importanza dell’amicizia, dedizione al lavoro.
Nel corso della vicenda l’incontro con Antonio, manipolatore, violento, aggressivo, tramuterà dal profondo l’anima della nostra eroina, rendendola più incline al lamento, ad un eloquio più spezzato, pieno di dubbi, insicurezze, paure, labile tra l’incapacità di ribellarsi alla sua sempre più evidente dipendenza affettiva e la rabbia scaturita, più avanti con il senno del poi.
Il rammarico più forte di Martina è quello di aver rinunciato a tutto per lui: alle uscite con le amiche, alla spensieratezza, alla libertà.
Anche il titolo del libro, riecheggiando una vecchia canzone, ripropone un dialogo fra un interlocutore esterno (l’autore? il regista? la voce della coscienza interiore?) e la protagonista; l’immagine di copertina, che ripropone il profilo di volto femminile rigato da una lacrima, su uno sfondo scuro, restituisce la nuda realtà della storia presentata.
Nell’arco di poco meno di duecento pagine si consuma un dramma già annunciato fin dall’inizio. Come per tutte le performance che si rispettino, c’è spazio per un epilogo e per i ringraziamenti.
Nell’epilogo è Antonio a raccontare l’orrore di cui è stato capace, con un tono consapevole, lucido, ma poco pentito, ancora una volta concentrato solo su se stesso, anche se incapace di spiegarsi il perché dei fatti accaduti. Un’ulteriore dimostrazione di vittimismo?
Alla fine non ci sono risposte, ma solo domande: “Mi chiedo ogni giorno: si può amare e uccidere? Io sono capace di provare un qualunque sentimento?”
I ringraziamenti sono di Roberto Ottonelli che prende la parola per raccontare come è nato il suo libro e per omaggiare tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione.
Un pensiero particolare alle lettrici affinché siano attrici attive di un nuovo dialogo di civiltà.
Ad maiora
Written by Filomena Gagliardi
Bibliografia
Roberto Ottonelli, Credi davvero (che sia sincero), Bertoni, 2021, 199 pagine, 16 euro