“La regina e l’imperatrice” di Alessandra Necci: Maria Antonietta e Maria Teresa, due destini tra l’assolutismo e il dramma della Rivoluzione
“Non l’aspettano anni facili, ma almeno – grazie all’appoggio magiaro – ha gli strumenti per difendere l’Austria, l’Impero, i suoi popoli, i suoi figli. Continuerà a farlo, come una missione, tutta la vita…”
È un saggio storico tutto al femminile il volume La regina e l’imperatrice. Maria Antonietta e Maria Teresa, due destini tra l’assolutismo e il dramma della Rivoluzione pubblicato da Marsilio editore nel 2022 per la collana Gli specchi di Alessandra Necci.
Ed è attraverso una ricostruzione fedele ai fatti, che l’autrice indaga sulle figure di Maria Teresa d’Austria e di sua figlia Maria Antonietta, inserite nel contesto storico e temporale di cui sono state protagoniste.
Due donne, le sovrane, che hanno attraversato il Settecento rivestendo ruoli istituzionali epocali, tanto da lasciare segni importanti del loro passaggio. I loro destini, uniti da un inalienabile legame di sangue, hanno fatto sì che la Necci sviluppasse un testo corposo di oltre cinquecento pagine soffermandosi sulle figure delle due, tratteggiando anche l’affresco di un’epoca. Affresco, su cui gli storici hanno sempre dibattuto per l’impatto che ha avuto sulla società di allora tempo come su quelle a venire.
“Da Vienna, la sovrana è molto preoccupata per il comportamento dissennato delle figlie, che rischia di pregiudicare l’avvenire della più piccola, Maria Antonietta. Ovvero l’ultima pedina che le è rimasta per suggellare l’alleanza con la Francia, alla quale tiene moltissimo…”
Nell’Europa del Settecento il ‘dovere’ della moglie di un re o di un aristocratico, era soprattutto dare alla luce un figlio maschio per garantire la continuità dinastica. In assenza di un erede maschio, caso mai la donna non lo avesse generato o fosse mancato in tenera età, alla morte del sovrano regnante si creava un vuoto di potere, che in alcuni casi era motivo di conflitto fra le monarchie del tempo.
Carlo VI, Imperatore del Sacro Romano Impero e regnante accorto, per evitare quest’eventualità metteva in atto, nel 1713, la Prammatica Sanzione. Condizione dinastica, la quale stabiliva che in assenza di un erede maschio, anche la figlia femmina dell’imperatore o del regnante avrebbe potuto godere del diritto di successione. Ma alla morte del sovrano, 1740, pur avendo sottoscritto e aderito all’accordo, le monarchie europee di allora non intendevano affatto rispettare le clausole del documento.
Anzi, il provvedimento veniva messo in discussione con l’ascesa al trono di Maria Teresa. Considerato un fatto inaccettabile, che faceva inorridire le case reali d’Europa, perché ritenuta inadeguata al ruolo che doveva ricoprire. In conseguenza del quale, il diritto di Maria Teresa d’Austria, prima figlia femmina di Carlo VI, a essere sovrana degli Asburgo era seriamente compromesso. A smentire tali pregiudizi, però, Maria Teresa, che salirà al trono alla morte del padre, si rivelerà lungimirante e ben determinata.
Dunque, che fare per ostacolare l’operato della giovane sovrana, se non compiere un attacco militare?
A metterlo in pratica fu la Prussia, che si rivelava la più aggressiva delle nazioni, la quale occupava la Slesia, una delle province più floride dell’Austria, che si trasformava in un conflitto sanguinosissimo terminato poi nel 1763.
Nonostante la sua giovane età, Maria Teresa, mostrando di essere all’altezza della situazione, rispondeva all’attacco con forza ed energia respingendo l’aggressione con l’aiuto dell’Ungheria. Anche se purtroppo sarà costretta a rinunciare alla Slesia, che resterà in mano nemica.
Risoluta a occupare il posto che fu del padre, Maria Teresa sarà modello di determinazione e di coraggio. Coniugando egregiamente il suo ruolo di madre con la ragion di stato, dopo aver sposato Francesco Stefano di Lorena che la renderà madre di una numerosa prole.
“L’Europa, infatti, spia ogni suo gesto, cerca il punto dove colpirla. Chi sarà a ‘scagliare la prima pietra’? Chi darà inizio a quella che in francese si chiama la curée, la spartizione delle prede dopo la caccia? Il più pericoloso e senza scrupoli è Federico II. Ha in testa piani di conquista, per portare a compimento i quali si avvale di velocità, astuzia, segretezza, dissimulazione…”
Il regno di Maria Teresa sarà sì disseminato di conflitti e di guerre, ma anche di alleanze e accordi al fine di consolidare un impero quanto mai composito.
L’impero asburgico comprendeva infatti una popolazione di lingue, nazionalità usi e costumi variegati. Difficile dunque tenere coese realtà così diverse fra loro. Ma lei, Maria Teresa, oltre ad avere un bell’aspetto era anche una governante illuminata. Mediatrice d’eccellenza, si dimostrerà ferma e capace di attuare riforme importanti per dare un volto nuovo al suo Impero, che avrà la durata di circa 40 anni. La più notevole delle quali fu quella dell’istruzione pubblica.
“La depressione la ghermisce, con i suoi implacabili artigli. La nostalgia dello sposo scomparso è lancinante, il dolore non la lascia mai. Benché non avesse dato prova di attitudini guerriere né di leadership, Franz è stato un padre e marito affettuoso…”
Nonostante lo stretto legame di sangue, Maria Teresa e Maria Antonietta erano figure diametralmente opposte. Se la prima era saggia e risoluta, la seconda era abitata da una frivolezza connaturata alla sua indole.
Andata in sposa a soli 14 anni al delfino di Francia, futuro re Luigi XVI, al fine di consolidare l’alleanza fra Vienna e Versailles, la giovanissima sarà vittima anche della sua stessa superficialità.
A differenza della madre, dotata di alcuna tempra caratteriale, Maria Antonietta aveva una forte inclinazione verso tutto ciò che era sfarzoso e volubile. Aspetti questi che non piacevano alla sua gente, che vedeva in lei una regnante pronta soltanto a soddisfare i propri bisogni trascurando quelli del suo popolo.
Anche se la fama negativa che ha sempre seguito Maria Antonietta non è forse del tutto corrispondente al vero. Un giudizio negativo che ha generato preclusioni sulla giovanissima sovrana, fin tanto che è stata oggetto di una campagna denigratoria per demolirne l’immagine.
Portandola, almeno in parte, a essere ostaggio anche di sé stessa.
È stata forse il capro espiatorio di un disegno politico più grande di lei?
Riflessione che si evince dal contenuto de La regina e l’imperatrice di Alessandra Necci. Un disegno politico che si completava con la sua fine. Che la porterà ad affrontare la sua sorte disgraziata con una onorabilità di cui non la si credeva capace. Sfilerà infatti fra la folla inferocita con dignità prima di essere ghigliottinata: era il 16 ottobre 1793.
“Ancora una volta, e da tempo, la madre l’ha messa in guardia da quella fissazione di isolarsi…”
Il saggio, realizzato dall’autrice con assoluta dovizia di dettagli, mostra equilibri interni al regno d’Austria ed intrighi di corte raccontati con l’abilità che le è propria, e di cui i lettori sono già venuti a conoscenza attraverso altre sue pubblicazioni.
E ciò, grazie ad una eccellente ricostruzione storica, affrescata con pennellate vivide e minuziose dei fatti che hanno visto Maria Teresa e Maria Antonietta protagoniste della loro epoca.
È dunque un saggio di ampio spessore storico La regina e l’imperatrice di Alessandra Necci, il cui cuore pulsante narrativo è proprio il profilo di due donne unite dalla vita e dagli intrecci politici del Settecento.
Un racconto che propone una visione d’insieme di un periodo complesso e variegato offerto da un interessante punto di vista, dove la transizione tra la fine della monarchia e le nuove istanze di libertà sono illustrate con la perizia descrittiva tipica dell’autrice.
“Dopo mesi di capovolgimenti rapidi e terrificanti, nella capitale è scoppiato l’ennesimo tumulto. Non è casuale, anzi. A Palais Royal e in altri luoghi di potere è stato studiato nel dettaglio. L’obiettivo è riportare il re, e con lui l’Assemblea Nazionale, a Parigi, sotto il controllo diretto del popolo e dei rivoluzionari. L’idea astuta è usare le donne, le popolane, invece che gli uomini, contro cui l’esercito farebbe fuoco…”
Written by Carolina Colombi