“10 ottobre” di Paola Barbato e Mattia Surroz: la morte cammina al nostro fianco
Ho aspettato di scrivere questa recensione dopo aver letto il quarto e ultimo volume della serie edita da Sergio Bonelli nella collana Audaci, curiosa di scoprirne il finale che non mi ha delusa.

La storia è ambientata in un mondo distopico in cui non esistono malattia, povertà, problemi quotidiani, un mondo dai toni pastello alla “Pleasentville” (film 1998) in cui gli abitanti vivono senza porsi dubbi, mantenendo le convenzioni e le regole dettate dallo Stato senza che vengano messe in discussione.
In fondo è un mondo dorato in cui tutti vorremmo vivere e potrebbe essere un futuro da sventolare come ideale per la campagna elettore di questi giorni. Eppure perché tutto questo possa essere così perfetto, almeno all’apparenza, c’è una regola fondamentale: la morte è amica.
Ogni personaggio del fumetto ha una data di scadenza, quella del proprio compleanno con sei cadenze predefinite.
10 ottobre è anche la data di nascita (o di morte) del protagonista, Richie, il bambino che appare già nella prima copertina e sarà fondamentale per l’intero percorso narrativo.
La tensione sulla data di scadenza non provoca nella maggior parte dei personaggi nessun tipo di titubanza o paura, si sceglie persino il proprio funerale e la morte diventa argomento quotidiano da nominare anche a scuola.
La famiglia di Richie ha già perso un suo componente e questo ha lasciato uno strascico e una tensione palpabile sin dalle prime pagine. All’inizio ci si trova spaesati in questa ambientazione così complessa, poi man mano si avverte la tensione e nuove sensazioni prendono il sopravvento.
Si vorrebbe leggere tutto d’un fiato, ma si rallenta la lettura per paura di perdere gli altri personaggi preferiti.
La storia di Paola Barbato, autrice nota per i suoi thriller di successo e per le sceneggiature di Dylan Dog, riesce a stupire, a farci riflettere ma soprattutto è anche azione e avventura. In fondo non tutti sono felici della situazione e trovano un modo per cambiare le cose, non anticipo niente per non rovinare le sorprese, ma c’è un gruppo di dissidenti che vuole salvare il futuro delle prossime generazioni.
La regolazione della morte è data meccanicamente all’interno di una “fabbrica” in cui gli ovociti vengono modificati per garantire loro di essere sani e di morire in una data stabilita.
Si può cambiare il mondo? Si può vivere in un mondo senza libertà? Se avessimo una scadenza come vivremmo?
La lettura fa riflettere e parteggiare per uno o per l’altro personaggio, trovando un alter ego di noi stessi nel fumetto.
I disegni di Mattia Surroz riescono a creare un’atmosfera innocente e patinata, sia con le linee morbide che con i suoi personaggi espressivi e pieni di vitalità, sia per i colori pastello che riescono a dare un’aurea di perfezione che con le copertine che richiamano i lavori di Norman Rockwell.

Le tavole non sono molto piene di dettagli, solo nelle scene importanti, penso a quella a doppia pagina in cui compaiono dall’alto tutti i personaggi, c’è molta cura dell’ambientazione.
Ho trovato la serie appassionante, riesce a tenere col fiato sospeso fino alla fine ed in questo caso la fine sarà proprio la morte?
La morte che accompagna ogni personaggio si riflette in un maggior attaccamento alla vita e forse nel finale si ha la chiave di ogni cosa sia per il mondo distopico sia per il nostro.
Come diceva Dante “l’amor che move il sole e le altre stelle”…
Written by Gloria Rubino