“Monuments Men” film diretto da George Clooney: la ricerca delle opere d’arte trafugate durante la Seconda guerra mondiale
Monuments Men (The monuments Men), coproduzione statunitense-tedesca del 2014, è un film diretto e interpretato da George Clooney, basato su una storia vera.
Con coprotagonisti Matt Damon, Bill Murray, John Goodman e Cate Blanchett, attinge dal libro omonimo del 2009 scritto da Robert Edsel.
La storia reale è quella del programma Monuments, Fine Arts and Archives svoltosi durante la Seconda guerra mondiale.
La produzione ebbe un costo di 70 milioni di dollari e un incasso di quasi 155 in tutto il mondo.
Il personaggio di Matt Damon, James Granger, inizialmente fu affidato a Daniel Craig, che rinunciò al ruolo perché impegnato in altre riprese.
La trama è articolata e accattivante: lo studioso d’arte Frank Stokes ottiene dal Presidente degli Usa il permesso di costituire uno sparuto nucleo di esperti affinché recuperino opere d’arte storiche trafugate in Europa da Adolf Hitler, provenienti non solo da musei ma altresì da famiglia ebree deportate nei campi di sterminio, come si evincerà nel corso della storia.
Mette così in piedi un gruppo di sette soldati-artisti, i Monuments Men, appunto, che, invero poco esperti di vita militare, si troveranno coinvolti con la loro azione di recupero nelle vicende belliche europee.
James Granger-Matt Damon otterrà, dopo non poche riluttanze, l’aiuto dell’esperta d’arte Clear Simòne (Cate Blanchett), ex collaborazionista nazista che fornirà un inventario secretato per il ritrovamento dei reperti, celati per lo più all’interno di miniere, ove verranno rinvenute anche 100 tonnellate di lingotti d’oro, la riserva aurea nazista.
Il film ha un ritmo molto dinamico: lo humor brillante dei dialoghi non lo rende ‘impegnativo’ nonostante l’argomento bellico.
L’andamento della storia si velocizza ulteriormente quando due eventi intervengono a smuovere lo status quo: la scoperta di un ordine del Führer di distruzione di tutte le opere (“«Se distruggi la cultura di un popolo è come se non fosse mai esistito: è quello che vuole Hitler, non lo possiamo permettere»”) in caso di sua morte e sconfitta della Germania e l’imminente arrivo dell’esercito sovietico con la resa della Germania.
Le ultime scene d’azione coronano il ritrovamento della Madonna di Bruges di Michelangelo, in difesa della quale il soldato Jeffries ha perso la vita: “«Dott. Stokes, pensa che un’opera d’arte valga la vita di un uomo?» «Lo penso»”.
Dal libro:
“Ma se vi dicessi che esiste una storia importantissima sulla Seconda guerra mondiale che non è mai stata raccontata, una vicenda davvero significativa, al cuore dell’intero sforzo bellico, che ha coinvolto il più improbabile gruppo di eroi che possiate immaginare? Se vi dicessi che ci sono stati uomini al fronte che hanno letteralmente salvato il mondo come lo conosciamo? Persone senza mitra o carri armati, e nemmeno alle dipendenze dello Stato. Questi eroi sconosciuti erano i Monuments Men, vale a dire “gli uomini della Monumenti”: un gruppo di soldati che prestò servizio dal 1943 al 1951 nella MFAA (Monuments, Fine Arts and Archives), dell’esercito anglo-americano.
La loro responsabilità iniziale era limitare i danni al patrimonio artistico dovuti ai combattimenti, soprattutto quelli agli edifici storici: chiese, musei e monumenti. Con l’estendersi del conflitto, quando si varcò il confine tedesco, la loro missione si incentrò principalmente sulla localizzazione di opere d’arte trasportabili e altri beni trafugati dai nazisti, o comunque dispersi.”
Written by Barbara Orlacchio