“I bastardi di Pizzofalcone” di Maurizio De Giovanni: dalla Sicilia a Napoli
“Giuseppe Lojacono se ne stava al volante sul sedile del passeggero, ritto sulla schiena, le mani ferme lungo le cosce. Sembrava proprio un cinese, come l’avevano soprannominato i colleghi; senza farglielo sapere, naturalmente: non era uno che concedeva confidenze…”
È una nuova indagine quella che vede impegnato l’ispettore Giuseppe Lojacono, già conosciuto nel romanzo giallo Il metodo del coccodrillo, e la squadra del commissariato di Pizzofalcone presso Napoli.
Trasferito dalla Sicilia perché sospettato di aver riferito informazioni alla mafia, Lojacono, almeno in un primo momento, è un pesce fuor d’acqua in una Napoli che non conosce e che non ama.
Per catalizzare poi su di sé l’attenzione nell’indagine che lo vede impegnato, raccontata e sviluppata nel romanzo di Maurizio De Giovanni I bastardi di Pizzofalcone, pubblicato da Einaudi nel 2013 per la collana Stile libero big.
Primo romanzo di una lunga sequela, adattata poi a una fortunata serie TV, e primo romanzo ambientato presso il commissariato di Pizzofalcone.
“Come seguendo un unico ragionamento, Lojacono prese il cellulare e fece il numero del commissariato…”
Al commissariato di Pizzofalcone e alla squadra dei poliziotti che ne fanno parte è toccata in sorte una cattiva eredità causata da corruzione di alcuni appartenenti delle forze dell’ordine, che fa guardare i nuovi arrivati, a sostituire i precedenti, con sospetto e ostilità.
Un’eredità che pesa sulla loro professionalità e che mette a rischio il commissariato, soggetto a una possibile chiusura.
L’indagine attuale con cui Lojacono e la squadra si devono confrontare riguarda l’uccisione della moglie di un notaio, nome illustre della città, vittima di un omicidio assai brutale.
Ed è con investigazioni capillari, testimonianze di persone vicino alla vittima e collaboratori del marito, che la squadra del commissariato si spende con professionali intuizioni al fine di identificare il responsabile dell’omicidio. Fino a sciogliere dubbi e sospetti, inizialmente avvolti in una intricata matassa di ipotesi suggestive.
Reduce del successo investigativo ottenuto con la soluzione del caso del ‘coccodrillo’, assassino seriale protagonista del romanzo Il metodo del coccodrillo, Giuseppe Lojacono e la squadra di recente formazione, coesa e concentrata alla soluzione del caso, affrontano la nuova indagine con spirito di corpo e massima competenza.
“Col bicchiere in mano si addentrò nel locale. Sapeva bene dove andare, ma le piaceva arrivarci piano, come per caso…”
La donna uccisa, conosciuta come un’attenta benefattrice risulta essere vittima, oltre che di un feroce assassino, anche della propria situazione matrimoniale non proprio specchiata, che vede il marito intrecciare relazioni clandestine con altre donne. La cui conseguenza è, ovviamente, che lui e la sua attuale compagna siano i primi sospettati.
Ma scavando nella vita della vittima e nelle sue sonnolente giornate vissute in solitudine Lojacono, brillante ispettore, in sinergia con il magistrato Laura Piras e in collaborazione con il resto della squadra, riuscirà infine a risalire al responsabile del suo omicidio. Portando così a compimento un caso di non facile soluzione.
A dimostrazione, anche, che i poliziotti del commissariato di Pizzofalcone sono un gruppo di lavoro efficiente e dai risultati investigativi importanti. E non, come ventilato da più parti, poliziotti che seguono le orme dei loro predecessori.
L’opportunità di chiudere definitivamente il commissariato, così come prospettato dal questore, si rivela quindi una decisione inutile.
“La bomba scoppiò a metà mattinata, e proprio al momento giusto. All’interno del commissariato non regnava l’ottimismo…”
Anche in questo caso, le vicende narrative de I bastardi di Pizzofalcone sono ambientate nella stessa Napoli già raccontata dall’autore durante l’indagine ‘del coccodrillo’. Una città dalle molteplici sfaccettature, oltremodo vittima di contraddizioni. E descritta, anche questa volta, con penna felice. Così come la trama, ben sviluppata e ricca di colpi di scena.
“Ottavia non aveva spostato lo sguardo dallo schermo del computer, la punta della lingua fuori dalle labbra strette, la fronte aggrottata; lavorava senza pause per non pensare, per non dover fare i conti con se stessa…”
Written by Carolina Colombi