“Il traduttore” di Alex Jones: la tranquillità è fasulla
“Il traduttore” fa parte di una nuova collana dedicata ai gialli, noir, thriller ambientati a Parma.
Alex Jones, americano, vive e lavora in questa città e ha saputo scriverne, facendoci visitare i suoi scorci senza essere pedante.
La sua Parma è ben integrata nel testo e vi si muove lasciando alla fantasia del lettore la possibilità di vederla e di completarla.
Il protagonista narra in prima persona le sue disavventure in un giallo che tarda a rivelarsi, nel senso che lo si comincia a vivere dopo molte pagine dedicate alla vita dello stesso.
Patrick, il personaggio principale, ricalca la vita dello scrittore: anche lui americano, anche lui trasferitosi a Parma, anche lui traduttore.
Viene coinvolto in un lavoro fin troppo remunerato per tradurre tre testi, testi che si riveleranno essere reali.
Troviamo i testi tradotti, e con essi cerchiamo di capire cosa c’entrino con tutto il resto che ha inizio da delle strane bamboline voodoo, chiamate Ududas, per finire alla clonazione.
Dell’autore mi piace il modo di scrivere, scanzonato, auto ironico, dove il protagonista arriva a sgridarsi da solo, dandosi anche del pirla!
Mi piace come presenti i “difetti” degli italiani, ad esempio quando siamo al telefono e, chiudendo la chiamata, ci perdiamo in centinaia di ciao ciao ciao!
Ha anche delle belle frasi poetiche: “In fondo al suo sguardo mi sembra di percepire un tocco di rammarico, diciamo un tremolio autunnale, come una foglia dorata di tiglio pochi istanti prima che si stacchi dal ramo”.
Adeguandosi a Parma ne ricalca il dialetto, i modi di dire, i soprannomi. Il vivere la città, le amicizie. I dialoghi sono scritti come se davvero parlati da gente comune, senza artefici.
Patrick e il suo miglior amico, che lui chiama il Cicciò, si troveranno coinvolti in questo caso strambo, fra traduzioni, strane nascite, occulto, il ritrovamento del teschio di Petrarca e un uomo che ha trovato un modo per vivere in eterno.
Se devo giudicarlo come libro, come scrittura, al di là di alcune frasi che risultano poche comprensibili, come ad esempio: “Un ciuffo di capelli che cade da ragazzo davanti al suo occhio sinistro”, non posso dire che sia malvagio.
Se invece rifletto sulla trama, sul giallo in sé… non mi convince del tutto, perché lo trovo una miscellanea di argomenti, dal soprannaturale, al giallo, alla fantascienza, buttati nello stesso calderone.
Rimango in bilico fra ciò che di bello ho trovato e mi ha colpito e la trama che, invece, non mi è particolarmente piaciuta.
© 2022 Massimo Soncini Editore
ISBN 979- 12-80485-07-6
Pag. 285
€ 15,90
Written by Miriam Ballerini